Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
di ELISA PIVA – L’abbiamo lasciata a fine ottobre con il trofeo dei Wta Championships in mano, al termine di una stagione dominata come non mai ed impreziosita da quello slam – il Roland Garros – che solo una volta (e 11 anni fa) era riuscita a mettere in bacheca. Anche nel 2012, da Wimbledon in poi, aveva praticamente lasciato le briciole alle avversarie. Ma dopo due annate così, durante le quali ha vinto praticamente tutto tra slam e Olimpiadi, che Serena Williams dobbiamo aspettarci nel 2014? La vedremo ancora dominare e stravincere come ha fatto tra il 2012 e il 2013 oppure c’è ‘rischio’ che la numero 1 del mondo abbia la pancia piena?
Le risposte sono racchiuse in due elementi fondamentali: obiettivi e salute.
Una campionessa di 32 anni, che nel corso della sua lunga carriera ha conquistato ogni possibile trofeo, deve essere motivata da ‘grosse prede’ per rimettersi ancora in gioco con così tanta abnegazione e lavoro.
Lo scorso anno da conquistare c’era il Roland Garros, l’unico major vinto una sola volta. E con ferrea determinazione e ferocia se l’è portato a casa. Degli altri tre slam invece aveva già fatto incetta.
Ormai dunque non resta che andare a caccia di grandi record. In particolare ce ne sono due, entrambi appartenenti a Steffi Graf, che per Serena potrebbero essere appetibili.
Il primo, realizzabile nel 2014, è il tentativo d’assalto al Grande Slam.
Vincendo poi tutti e quattro i major, lei che al momento è ferma a 17, si avvicinerebbe pericolosamente all’altro record: quello dei 22 slam, obiettivo che la stessa Williams ha definito ancora lontano, ma che non lo sarebbe poi più tanto se facesse l’en plein il prossimo anno.
Il primo scalino sono gli Australian Open, vinti l’ultima volta nel 2010. C’è da scommetterci che l’americana voglia riprendersi lo scettro, magari strappandolo alla bi-campionessa in carica Victoria Azarenka in una eventuale finale.
Una volta conquistato quello potrebbe puntare nuovamente al Roland Garros. E forse questo, malgrado il gran tennis mostrato sulla terra nel 2013, potrebbe rivelarsi lo scoglio più duro da superare: ultima edizione a parte, è lo slam che negli ultimi anni ha regalato le maggiori sorprese.
Poi ci sarebbe Wimbledon, e lì la Williams è praticamente di casa. Servirà solo evitare il pericolo Sabine Lisicki, la giustiziera delle vincitrici degli Open di Francia.
Infine gli Us Open, che Serena vince dal 2012.
Sul piano del tennis (ci mancherebbe) e delle avversarie, l’obiettivo è tutt’altro che irrealizzabile. Negli ultimi anni sono uscite allo scoperto nuove leve, ma le giocatrici più promettenti sono forse ancora acerbe e le campionesse attuali hanno già dimostrato di soccombere nelle grandi occasioni davanti a Serena.
E qui entra in gioco il secondo elemento, ovvero la salute. Una stagione infatti è molto lunga ed è dura tenere sempre alta sia la concentrazione sia la forma fisica per tanti mesi. Gli infortuni poi fanno parte del gioco, e possono sempre capitare soprattutto in sport dove si sollecita costantemente il fisico. E quello di un’atleta di 32 anni, benché la Williams in carriera abbia avuto delle pause dal tennis e negli ultimi due anni sia apparsa più in forma che mai, è più logoro e i tempi di recupero sono inevitabilmente più dilatati rispetto a ragazze che hanno 10 anni di meno.
La ‘nuova’ Serena ha però dimostrato nell’ultimo anno di sapersi gestire molto meglio rispetto al passato, grazie anche ad un team esperto e all’approdo all’accademia di Patrick Moratoglou, con cui ha imbastito un programma di lavoro ben pianificato. In questo sono compresi anche un certo numero di tornei, scelti con cura, non più un po’ ‘a caso’, come a volte dava l’impressione di fare nel periodo pre 2010.
Insomma, se il fisico regge, il grande slam e il record della Graff non sono poi così un’utopia. Soprattutto se Serena è la prima a volerlo seriamente. Perché quando si mette in testa una cosa, di solito, la ottiene.