Di Diego Barbiani.
Si è conclusa l’edizione n.101 della Coppa Davis che ha visto la Repubblica Ceca (voto 10) imporsi per il secondo anno di fila. E’ da elogiare tutta la squadra, perché a differenza dello scorso anno, per arrivare fino all’ultimo atto hanno dovuto affrontare Svizzera (prima) e Kazhakistan (poi) privi di Stepanek (prima) e Berdych (poi). Poi però, in finale, spazio all’artiglieria pesante e così Berdych e soprattutto Stepanek hanno ancora una volta portato in gloria la propria nazionale.
Promossa anche la Serbia (voto 8,5), anche che si è dimostrata troppo dipendente da Novak Djokovic. Ci sono state le assenze forzate di Tipsarevic e Troicki, ma il collettivo ha dimostrato di non essere all’altezza per il raggiungimento della vittoria finale. Discutere su Djokovic circa la possibilità o meno che giocasse il doppio è abbastanza inutile. Il serbo, oltretutto, quasi mai ha disputato questa disciplina perché ancora non ha nel suo bagagliaio alcune tattiche, i movimenti ed il senso della posizione che conviene.
Molto bene invece il Canada (voto 9), autentica sorpresa dopo la vittoria al primo turno contro la Spagna. Raonic e Pospisil possono garantire metà squadra rispettabile, mentre quando Nestor si ritirerà dal doppio (a quasi 42 anni si può anche pensare a questo) potrebbero trovare difficoltà, ma la loro nazionale è tra le più floride in termini di giovani interessanti e non è detto che la ricerca sarà poi così disperata.
Bocciature invece per la stessa Spagna e la Francia (voto 5, entrambe). Le ‘Furie Rosse’ dopo anni in cui avevano abituato fin troppo bene i loro tifosi hanno dovuto combattere dapprima con i forfait di tantissimi giocatori, poi contro le cannonate di Raonic e Dancevic. Alex Corretja forse non avrebbe visto saltare il suo ruolo di capitano se, Nadal a parte, qualcuno tra Ferrer, Verdasco, Feliciano Lopez o Almagro avesse preso parte alla trasferta in Nord-America. Per loro comunque ci sarà la possibilità da subito di rifarsi contro una Germania che non dovrebbe ostacolarla più di tanto.
Per i transalpini invece il discorso è: con una squadra che può contare, anche in assenza di Gasquet, su due top-20 (Tsonga e Simon) e due grandi doppisti come Llodra e Benneteau, eppure si perdono per strada. Nel 2014 esordiranno in casa contro l’Australia, ma dovrebbero fare preso i conti con gli spagnoli già dal turno successivo.
Il prossimo anno vedrà la Gran Bretagna al rientro nel World Group dopo anni, e subito sfiderà la mezza decaduta armata statunitense. Finché Murray li appoggerà, possono rappresentare la vera sorpresa della prossima edizione. Occhio invece all’Italia, che dopo aver fatto il suo compito vincendo in casa contro l’Italia, volerà in Argentina per cercare l’impresa contro una nazionale priva dei suoi giocatori simbolo: Del Potro e Nalbandian.
Molto intrigante infine la sfida tra Serbia e Svizzera. Detto che Djokovic e Wawrinka dovrebbero rispondere presente, il dubbio è se anche l’altro top-10, tale Roger Federer, potrà pensare di prendere parte alla sfida. Le speranze sono poche, ma con l’ex n.1 del mondo in campo, la Svizzera potrebbe ambire davvero al colpaccio in casa dei vice-campioni in carica.
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