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11 Nov 2013 12:00 - ATP
Atp Finals Londra: Nadal-Djokovic, diciannovesima finale tra di loro
di Diego Barbiani
Dal nostro inviato a Londra, Diego Barbiani
Sarà la trentanovesima puntata, la diciannovesima valida per la vittoria finale, di una telenovela ormai nota a tutti. Rafael Nadal (che conduce al momento 22-16) e Novak Djokovic si sfidano per il titolo di “Maestro dei maestri” l’appellativo simbolico che si associa al trionfatore delle Atp Finals, il classico Master di fine stagione.
Sono il n.1 ed il n.2 del mondo, posizioni che si sono scambiati poco amorevolmente un mesetto fa a Pechino prima della finale che Djokovic ha poi stravinto.
Provengono entrambi da quattro successi su quattro incontri giocati ed entrambi da due semifinali rese abbastanza comode dalla scarsa resistenza dei rispettivi avversari. Il primo è l’assoluto dominatore del 2013, rientrato a Febbraio nella sperduta Vina del Mar per poi pian piano risalire la china della classifica vincendo dieci tornei su sedici tra cui due prove dello Slam (su tre disputati): Roland Garros ed US Open. Ha già sconfitto in stagione il grande rivale degli ultimi anni con le vittorie proprio in quei due appuntamenti Slam, di cui la prima resa celebre per l’incredibile smash sbagliato da Djokovic sulla palla del possibile 5-3 al quinto, ed a Montreal con la vittoria in tre set conclusi con un tie-break finale da brividi.
Djokovic invece si è preso le sue (comunque importanti) vittorie. Quella più bella deve essere il successo di Monte-Carlo, quando il serbo seppe porre fine al sogno di Nadal di ottenere il nono trofeo di fila nel principato grazie anche ad un primo set perfetto, mentre l’altra è quella avvenuta proprio a Pechino dove lo spagnolo, che si era riappropriato il giorno prima del n.1 del mondo, fu sconfitto 6-3 6-4. Oltre a questo comunque ha fatto tre finali Slam in stagione vincendo solo in Australia, suo feudo da tre anni a questa parte, mentre fu battuto sia a Wimbledon da Murray che agli US Open (proprio da Nadal). Per lui sei titoli in stagione.
La finale, come dice lo stesso serbo, sarà molto incerta. Un po’ perché il livello di questo Master è abbastanza basso, un po’ perché loro due nella “mediocrità” generale hanno saputo spuntarla sempre. Entrambi hanno un gioco basato sul pressing continuo, per loro la velocità cosiddetta “di crociera” è un ritmo normalmente troppo elevato per tutti gli altri, cosa che gli permette di effettuare colpi interlocutori comunque complicati da gestire. Ma quando si trovano contro? Bel dilemma. Rischia di essere semplice, per l’uno o per l’altro. Oppure rischia di essere lunga, intensa e snervante.
A giudicare dalle fatiche accusate un po’ da tutti i giocatori, sembra che stavolta si possano evitare le 4h3′ di Madrid 2009 (per non parlare delle 5h53′ di Melbourne, ma li si giocava sui cinque set). Sarà difficilmente una partita che entusiasmerà per la qualità degli scambi, almeno se si è alla ricerca di giocate un po’ particolari che non siano le “sgommate” lasciate sul pavimento lentissimo della O2 Arena. In caso contrario, mettetevi comodi e godetevi il match. Il favorito è Djokovic, grazie soprattutto all’importantissima striscia di risultati utili dopo la finale persa a New York, ma la determinazione di Nadal a caccia dell’ultimo grande torneo che gli manca sarà fortissima.