di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Il bulgaro cambia ancora: dopo aver abbandonato l’accademia svedese, lavorerà insieme a Roger Rasheed (a Los Angeles, vicino alla Sharapova), coach esperto, per preparare la stagione 2014: durerà? E fa bene Dimitrov a cambiare così spesso?
Non sembra aver pace Grigor Dimitrov che, dopo aver annunciato la settimana scorsa il suo divorzio dalla Accademy di Stoccolma, tramite Facebook comunica di voler iniziare una partnership con Roger Rasheed.
La stranezza sta nel fatto che sia il bulgaro che la GTG Tennis Accademy capeggiata da Norman avevano di comune accordo dichiarato che il giocatore si sarebbe trasferito dalla fredda Svezia alle coste di Los Angeles portando però con lui Mikael Tillstrom, una delle punte di diamante del gruppo svedese che si era da subito mostrato molto vicino al giocatore, decidendo così di adottarlo come coach a tutti gli effetti. Per questo il comunicato apparso sul social network ha spiazzato un po’ tutti.
Andiamo, però, con calma: non c’è nulla di ufficiale nelle parole del fuoriclasse bulgaro in quanto si parla di un accordo per preparare la stagione 2014 e poi, magari, instaurare una collaborazione fissa. Gli interrogativi a riguardo sorgono spontanei, il primo attiene alla frequenza con la quale Dimitrov sta cambiando i suoi collaboratori, frequenza degna del miglior Zamparini data la mole degli “esoneri” disposti già dal classe ’91 nella sua ancora breve carriera. Eppure la scelta di affidarsi ad un team stimato, serio e preparato come quello svedese sembrava stesse dando i suoi frutti, così come la scelta di adottare come base per gli allenamenti l’austera Stoccolma. Sotto la guida di Tillstrom & co., infatti, Grigor ha raggiunto il suo best ranking (numero 26) ed ha fatto un importante balzo di venti posizioni stabilendosi nei primi trenta giocatori del mondo.
Un’altra domanda che ci si pone è se la scelta di Rasheed sia cosa buona e giusta. Certo nel curriculum del coach australiano figurano nomi illustri del tennis mondiale e, quindi, possiamo dire che l’esperienza ad alto livello non gli manca. La sua carriera da giocatore è relativamente mediocre avendo sfiorato i primi duecento del mondo con il best ranking di numero 192; diversamente sono andate le cose da allenatore: il suo viaggio inizia con Lleyton Hewitt col quale collabora da giugno 2003 a gennaio 2007; passa poi a Gael Monfils col quale stringe un forte rapporto lavorativo ed umano, i due sono fianco a fianco dal 2008 fino al 2011; a fine 2012 viene chiamato da Tsonga ma, dato il precoce divorzio, le cose non dovrebbero essere andate alla grande con “Cassius Jo”.
Rasheed va ad aggiungersi alle mille incognite sul futuro di Dimitrov che fatica a trovare continuità e risultati degni del suo talento. C’è scetticismo per questo suo repentino cambio di rotta ma, come sempre, spetterà ai risultati essere giudici delle decisioni, per cui si continuerà ad aspettare questo “campione promesso” che, per ora, ha mantenuto poco o niente. Per i suoi detrattori, Dimitrov ha trovato finalmente un Roger, forse però è quello sbagliato.