di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Uno svizzero è in semifinale agli US Open! D’accordo, a prima vista non c’è niente di nuovo, o quasi: solo che il giocatore in questione non è il solito Roger Federer, che a New York è giunto al secondo sabato ininterrottamente dal 2004 al 2011, ma colui che da anni in patria è il suo “secondo”, Stanislas Wawrinka. Il 28enne di Losanna si è concesso il lusso di eliminare niente meno che il campione in carica, quell’Andy Murray che, in verità, già nei turni precedenti aveva stentato a mettere in mostra il suo miglior tennis (un set perso sia con Leonardo Mayer sia con Istomin).
Wawrinka, numero 9 del seeding, aveva già sorpreso il n. 5 Tomas Berdych negli ottavi: ora si è ripetuto contro il n. 3 nei quarti. Solo il primo set è rimasto a lungo in equilibrio, con il break decisivo arrivato solo nel decimo e ultimo game, alla quinta opportunità, dopo che, in precedenza, nessuno dei due contendenti aveva mai corso troppi rischi sul proprio servizio.
Nel secondo set Murray ha dovuto salvare una palla break già nel secondo gioco e ha ceduto la battuta addirittura a zero nel sesto, con il suo rivale che ha continuato, invece, a tenerla senza problemi fino al termine della frazione. Nel terzo Wawrinka subito avanti grazie al break nel terzo game e si è ripetuto nel settimo, chiudendo trionfalmente l’incontro dopo il cambio di campo (con un recupero da 0-30).
Punteggio conclusivo 64 63 62 in due ore e un quarto (57′ il primo set, più combattuto; poi, rispettivamente, 41′ e 37′). Stanislas ha vinto l’88 per cento dei punti sulla sua prima, non ha concesso nemmeno una palla break, togliendo la battuta al rivale quattro volte su undici occasioni che si è procurato e mettendo a segno il triplo dei colpi vincenti rispetto a un Murray troppo passivo (45 a 15). Numeri che fanno impressione e illustrano perfettamente l’andamento dell’incontro.
Per l’elvetico è la prima semifinale Slam in carriera, raggiunta all’apice della sua stagione migliore, quella della piena maturità, che già da qualche mese lo vede figurare stabilmente fra i top ten, seppure sempre in una posizione tra la nona e la decima. Stanislas andrà ora a caccia della sua quinta finale nel circuito maggiore del 2013, che sarebbe di gran lunga la più importante (dopo il titolo a Estoril e le sconfitte nell’ultimo atto a Buenos Aires, nel Master 1000 di Madrid e a ‘s-Hertogenbosch). Il suo avversario uscirà dal quarto notturno che opporrà il numero uno del mondo Novak Djokovic al russo Mikhail Youzhny, reduce dalla maratona vincente contro Lleyton Hewitt.
Enorme, al contrario, la delusione per Murray. L’ultima volta in cui il britannico non aveva raggiunto il match clou in una prova dello Slam era stata al Roland Garros 2012 (battuto nei quarti da Ferrer): poi, l’anno scorso, finale a Wimbledon e vittoria agli US Open (e, in mezzo, fra l’altro, la medaglia d’oro olimpica) e, nel 2013, finale a Melbourne e titolo a Church Road (con prima la mancata partecipazione per infortunio a Parigi). A New York, dove Andy è rimasto ben al di sotto dei suoi standard abituali, si è interrotta malamente la sua serie positiva. Dopo la sbornia londinese, occorrerà una seria analisi con il suo coach Ivan Lendl per verificare che cosa stavolta è andato storto e ripartire verso i massimi traguardi.