Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
È Serena Williams, la donna che guida il tennis femminile come Kim Jong-un governa la Corea del Nord: spietatamente, con rari momenti di divertimento, pigrizia e, ogni tanto, qualche sdoppiamento di personalità. Il dominio di Serena si basa sul fatto di fregarsene di quello che chiunque possa pensare del suo modo di giocare.
Dopo ogni vittoria, i guru del tennis hanno detto a denti stretti ‘Questa è l’ultima’, sbagliando sempre: nel 2013 ha vinto gli ultimi quattro tornei a cui ha partecipato e ha una striscia di 31 vittorie consecutive, la più lunga della sua carriera. Non è mai stata così forte come adesso, a 31 anni, che nel mondo del tennis equivalgono a 179. Qual è il suo segreto? La tennista ne parla con l’edizione italiana di Rolling Stone, in edicola dal 28 settembre.
La Williams non fa compromessi, se non con se stessa: «Sarebbe bello fare un figlio. Ma c’è sempre qualcosa a cui devi rinunciare in cambio del successo. Tutto ha un prezzo, quanto sei disposto a pagare?». Bella domanda. La potenza è fondamentale per Serena, perché non è una giocatrice agile: «Sono goffissima, cado continuamente senza motivo. Ho una cicatrice in faccia, perché da bambina sono caduta dalla bici. Ho accettato il fatto che uno dei miei punti deboli è il peso», dice, mangiando un sandwich, «soprattutto dopo essere cresciuta con Venus, che è così alta e magra e sembra una modella. Io invece sono tutta fianchi e curve e tutto il resto. Volevo essere come lei, volevo essere magra, ma non ero io. E così, ho dovuto imparare ad andare in giro con delle tette enormi. Sono grossa, e mi piace così. Credo sia importante per le ragazze formose essere sicure di sé».
Serena non smentisce di avere personalità multiple. Dopo un match al Sony Open in cui ha faticato molto, un giornalista le ha chiesto cosa stesse dicendo tra un punto e l’altro. Lei è scoppiata a ridere: «Quando sono giù, parlo molto da sola. Sembro pazza, perché litigo in continuazione con me stessa. Io le dico che fa schifo, lei mi dice di chiudere la bocca, poi facciamo pace”. La tregua tra le varie Serena è stata sofferta. La sua rinascita, negli ultimi due anni, ha a che vedere con l’aver domato la sua parte più iraconda, con la paura di avere un embolo e grazie al lavoro con Patrick Mouratoglou, il suo nuovo allenatore francese e anche il suo nuovo fidanzato. «All’inizio facevo fatica, tutti i miei match finivano al terzo set – confessa – e Mouratoglou mi ha detto: ‘Fai uscire la Serena arrabbiata. Ti voglio vedere rilassata, ma anche arrabbiata’. Una piccola parte di me ha bisogno di quella rabbia».
Quanto potrà giocare ancora a questi livelli? C’è un piano per quando smetterà? Recentemente ha avuto una discussione con sé stessa su questo argomento, e non è andata bene. «Ci ho pensato e mi sono detta: ‘Non ho la minima idea di cosa farò quando smetterò di giocare a tennis’. E mi è venuto un attacco di panico». Poi c’è la questione dei figli. Ha solo 31 anni, ma comincia a sentire l’orologio biologico. «Ho pensato seriamente di congelare gli ovuli. Non sto scherzando, ci ho pensato davvero. Però c’è il problema dell’antidoping, con tutte le medicine che prendo, forse rischio di risultare positiva. Devo informarmi meglio». Sono tutte cose molto lontane, almeno al momento. Vuole giocare fino alle Olimpiadi del 2016, quindi ha ancora tre anni per pensare a un piano, o anche per diventare un’altra persona.