Wta Parigi Indoor : Errani Speedy Gonzalez, 24 minuti per entrare nei quarti

Giornata moscia oggi all’open Gdf Suez. Guardi il programma e ti viene una irrefrenabile voglia di andarti a mangiare le crepes sotto la Tour Eiffel.  Il meteo ti è contro: piove e, neanche a dirlo, l’ombrello non te lo sei portato. Mestamente allora vai verso lo stadio De Coubertin.

La parola del giorno è Lucky Loser. Ovvero perdente fortunata. Ovvero Kiki Bertenes questa settimana. Ma oltre che fortunata anche brava. Stava già preparando la valigia per tornare a casa, si sentiva ‘Cornuta e Mazziata’. Aveva perso l’ultimo turno di qualificazione quando stava stradominando, avanti 6-2 e 2 a 0.contro una Razzano che esprimeva un gioco da quasi pensionata. Poi un fitta alla schiena. L’olandese rimane in campo, soffre, ci prova, soffre troppo, ma non si ritira e perde. Il coach le dice vai a firmare il modulo per essere inserita come lucky loser, caso mai qualcuno si ritiri. Lei si guarda intorno, scruta le tenniste che sono nel main draw, ma le sembra che stiano tutte bene, neanche una appena appena incimurrita, neanche uno starnuto, un colpo di tosse, un’ unghia incarnita. Però va, firma il modulo come le dice il coach.

Mentre è in albergo a preparare le valigie arriva la telefonata. Hradecka non sta bene, l’olandese entra in tabellone principale.

Fra una sessione dal fisioterapista per mettere a posto la schiena, e qualche antidolorifico, Bertens disfa la sua ma  manda a fare la valigia prima la Paszek e poi la testa di serie n.4 Cibulkova, la quale voleva andare a far shopping a Parigi nel fine settimana, poi avrà pensato che di domenica sono chiusi ed era meglio andare oggi pomeriggio. E l’olandese, gentie la accontenta.

E così Kiki Bertens riconsegna l’assegno da 2.202 euro che spetta a  chi gioca l’ultimo turno di qualificazioni e, per il momento, ha virtualmente  in tasca quello da 14.395 euro per aver raggiunto i quarti. Hai visto che fare quello che ti dice il coach, in campo e anche fuori è …economicamente conveniente?

Safarova anche oggi ci mette tre set per aver ragione della Cornet. Alla fine del secondo set chiama il coach Biljana Veselinovic che le da i soliti consigli: “Cerca di essere più aggressiva, mettile più pressione”. Poi la guarda e aggiunge di bere e mangiare per avere le giuste energie. Qualcuno a questo punto potrebbe pensare le stia suggerendo drink e barrette energetiche, mentre la sua reale intenzione era di dirle “Lucie, sei troppo magrolina, ascolta a mamma bevi un bel bicchiere di vino rosso, mangia un pollo arrosto, un paio di salsicce alla brace, qualche arrosticino e vedrai quanta energia!”

Sara Errani finalmente torna in campo per un match di singolo. Nel suo angolo, nel ruolo di coach, questa volta Roberta Vinci. Ventiquattro minuti dopo, sotto 4 a 0, la sua avversaria Rybarykova si ritira (ieri sera era stata male con lo stomaco). L’italiana impiegherà più tempo ad uscire dal campo e raggiungere gli spogliatoi  (fra intervista in campo, intervista fuori dal campo e firmare un po’ di autografi) che a giocare l’intera partita. Che coach Vinci le abbia detto di non stancarsi per il doppio?

Le prime parole della Errani “Cosa posso dire dopo un match come questoa ? Sono contenta di essere nei quarti di finale…e di aver già giocato due match di doppio! Almeno questo aiuta a non fare solo allenamento, a giocare e a gestire delle partite dove c’è tensione” E sul match contro contro la Suarez Navarro “Ovvio sarà una partita difficile, sta giocando molto bene e lei sa giocare molto bene. Ci conosciamo. Proverò trovare delle soluzioni diverse dalla partita in Australia. Poi ogni partita fa storia a sé.” E con un immancabile sorriso “Dai, vediamo domani”. Come oramai le capita, la parte più difficile viene con le interviste tv. Oggi dopo aver risposto alle domande della NCS Tennis, le chiedono di fare un piccolo promo citando appunto il nome della tv. Ancora una volta le risate non mancano ma stavolta al terzo tentativo tutto fila liscio…più o meno. (E anche in questo caso abbiamo il video per far venire un po’ di allegria anche a voi).

Chi non ha proprio voglia di essere allegra è la belga Wickmayer dopo aver perso con la giovane speranza francese Mladenovic, esce dal campo come un razzo e si infila degli spogliatoi. Il tempo di mettersi la tua e esce dagli spogliatoi, sbatte per terra il borsone, sbatte il giaccone sopra il borsone (le condizioni delle racchette all’ interno del borsone non sono pervenute. Si ipotizza però almeno un paio rimarranno in più pezzi negli spogliatoi di Parigi) . Come una furia passa di fronte al padre, all’ allenatore, al preparatore atletico e agli amici senza proferire mezza parola (loro che la conoscono bene guardano da un’altra parte). Entra nell’ufficio della supervisor dicendo solo una parola “Prizemoney?”. La supervisor esperta di casi clinici, chissà quanti ne vede ad ogni torneo, con la massima calma le dà le istruzioni. Wickmayer ancora a passo di carica esce dall’ufficio della supervisor e va dall’incordatore, per recuperare un rotolo di sintetico, tanto per questa settimana non deve incordare più racchette. Torna verso il borsone sempre passando in mezzo al suo team (loro che la conosco bene bene guardano in alto oppure guardano la punta delle scarpe). Wickmayer sbatte il rotolo di sintetico dentro il borsone e si mette il giaccone. Borsone in spalla e se ne va. Il suo gruppo che la conosce ma bene, bene, bene, preferisce rimanere lì per altri 20 minuti, sperando sia un vantaggio sufficiente per arrivare in albergo e farsi una buona doccia fredda per sbollire.

Chi non fa docce fredde ma bagni ghiacciati è la Mladenovic. Si immerge per cinque volte nella vasca con cubetti di ghiaccio e deve resistere per 3 minuti ogni volta. Questo sarebbe uno dei segreti del suo successo in questo torneo. Solo che a raccontarlo la francese rabbrividisce. “Ma perché mi fate ricordare queste cose!” dice al giornalista francese che le chiedeva se lo avrebbe fatto  anche stasera, “Sono qui tutta contenta e felice e tu mi fai queste domande!” E sbatte la testa sul microfono.  “Ah! Va bene, però se continuo a vincere, soffro… ma lo faccio”.

E così finisce una giornata non proprio esaltante, dove ti è rimasta quella voglia di crepes. E nel momento esatto in cui il mio computer decide di andare in crash e perdi tutto il lavoro della giornata,  ti accasci sulla scrivania. Ma dimostrando un grande autocontrollo dalle labbra non usciva mezza parola. Non un fiato, ma  in testa  frullavano veloci espressioni in 5 lingue diverse e tutte vietate ai minori. Ci sono momenti in cui capisci che potresti dare lezioni di autocontrollo anche alla Wickmayer.

Menzione del giorno:

24 minuti di lavoro di Sara Errani per raggiungere le qualificazioni. Corrispondo a  600 euro al minuto, 10 euro al secondo. Quando si dice il tempo è denaro!

 

Singolo – Secondo Turno

(1) Sara Errani (ITA) d. (Q) Magdalena Rybarikova (SVK) 40 ret. (viral illness)
(LL) Kiki Bertens (NED) d. (4) Dominika Cibulkova (SVK) 75 64
(6/WC) Lucie Safarova (CZE) d. Alizé Cornet (FRA) 62 46 62
Carla Suárez Navarro (ESP) d. (8) Klara Zakopalova (CZE) 64 63
(WC) Kristina Mladenovic (FRA) d. Yanina Wickmayer (BEL) 64 64

Doppio – Quarti di finale
(2) Hlavackova/Huber (CZE/USA) d. Dekmeijere/Foretz Gacon (LAT/FRA) 62 63
Dushevina/Medina Garrigues (RUS/ESP) d. Dolonc/Husarova (SRB/SVK) 46 75 12 10 (Match TB)

 

 

 

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