di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
14 Ago 2013 07:47 - WTA
Wta Parigi day 5: Sara Errani, una maratoneta con la racchetta.
di Angelica Fratini
A Parigi sarà Febbraio ma si fanno le prove per il ballo dell’estate. E quest’ anno si balla il Kiki Kiki e una Cichi Dance.
Tradotto vuol dire semplicemente che in semifinale sono arrivate Kiki Berthens, Sara (Cichi) Errani e Kiki Mladenovic. Oltre una Mona…Barthel.
Se poi la vogliamo dire in modo diverso diciamo che a questo Open Gdf Suez sono arrivare 4 storie : la Top 10 e testa di serie numero uno, la Giovane Grande Speranza francese, la Promettente tedesca (e delle quattro la più talentuosa), e la Perdente Fortuna che aveva cominciato a giocare questo torneo sabato scorso. L’olandese è qui da così tanto tempo che potrebbe chiedere la cittadinanza francese.
La prima semifinale è Lucie “sciancata” Safarova contro Kiki “schiena incriccata” Bertens.L’olandese è sempre più acciaccata. Ma più è acciaccata, più vince. Si allunga perciò l’elenco delle sue ‘vittime’, oggi ha inserito in lista anche Safarova. E Bertens vince sempre in due set anche perché, secondo me, se arriva al terzo non ce la fa.
Quando prova a raggiungere le smorzate o a giocare gli smash soffre terribilmente. Anche Safarova comunque non stava benissimo, un problema al ginocchio destro, sottolineato da una fasciatura. E questo non giustifica gli errori da scuola Sat fatti ma almeno spiega un po’ il match.
Alla Bertens si appesantisce l’assegno, adesso è arrivata a 26.815 euro.
Non so quanto del prize money fino a questo momento guadagnato abbia speso dal farmacista per comprare i cerotti per la schiena ma sembrano soldi spesi bene. Secondo Monique Filippella, invece, la ragazza è direttamente sponsorizzata dalla Dottor Gibaud. ( e se così non fosse, suggeriamo di prenderla subito come testimonial).
Lucie Safarova alla fine del match di singolo si ritirerà dal doppio. Notizia importante per l’Italia, oramai sempre più divenuta nazione di Santi, Navigatori e fini conoscitori del doppio, perché significa Errani e Vinci automaticamente in finale.
Mentre per il singolo c’era la rivincita del match di primo turno degli Australian Open fra Errani e Carla Suarez Navarro.
Per l’italiana il coach è Roberta Vinci, ed è una coach altamente tecnologico: con sè oltre allo smartphone ha anche il mini Ipad. Non so se per giocare a Ruzzle.
Se ieri Sara Errani era stata in campo il tempo di una gara da 100 metri piani, oggi ha corso una maratona e più. Durata del match: 3 ore e 3 minuti. Tanto per capirci, lo scorso anno la vincitrice della maratona di Parigi ha impiegato 2 ore e 21.
Il match è impostato soprattutto sulla diagonale di rovescio e sui nastri presi (decisamente il materiale con cui è fabbricata la rete è made in Italy nel primo set. Fra il secondo e il terzo set, nessuno se ne accorge ma qualcuno cambia la rete e ne mette una made in Spain, perché i nastri diventano tutti a favore per la Suarez Navarro).
La sequenza dei game del primo set : 3 a 0 Errani (bene Sara, bene), 5 a 3 Suarez Navarro (ah, si soffre) 7 a 5 Errani (e vai, primo set a casa).
Gli altri due set sono pura lotta. Errani continua a giocare sul rovescio il colpo migliore della spagnola “Il rovescio è il suo colpo migliore? Mah, non lo so se è il migliore, ma anche di diritto ogni volta che toccava palla faceva un vincente. Avevo difficoltà a pretenderle il diritto a cercare di giocare il lungolinea. E se appena lo facevo un po’ male, lei di diritto incrociato mi ammazzava”.
Alla spagnola basta un set point per portare la partita al terzo. Errani parte di nuovo bene è di nuovo in testa, ma continua a litigare con l’arbitro per delle chiamate a suo dire dubbie. A mente fredda con la sua solita sincerità dirà dopo “Quando sei lì le vedi tutte a favore tuo. Anche se una risposta diritto era un mio vincente al 100% Comunque capita qualche errore anche a loro. Su un punto importante è ovvio che tendi a vederle a tuo favore. Ho sbagliato a innervosirmi”.
Poi una palla viene chiamata fuori alla spagnola ma la voce del giudice di linea non si sente molto, il pubblico applaude la spagnola. Errani dice all’arbitro “Guarda che l’ha chiamata”. Il giudice di linea conferma e il punto è per l’italiana. Apriti cielo! Gli spettatori si scatenano. “Mi dispiace che il pubblico ad un certo punto se la sia presa con me, per una palla che comunque era fuori, c’è stato un po’ di confusione fra arbitro e giudice di linea e gli spettatori se si sono messi contro di me. Ma io non c’entravo nulla! Anche lì non mi sarei dovuta lasciar innervosire”
Suarez Navarro mostra quanto anche lei sia stanca e sbaglia qualche colpo facile. Oppure detesta le zanzare, perché con un voleé ne spiaccica una sui cartelloni di fondo campo. Profondo cordoglio espresso dalla comunità degli insetti.
Poi la spagnola recupera, mette la freccia e sorpassa. L’italiana serve su 4 a 5 e Suarez Navarro ha il match point “Sono stata brava a stare attaccata, a lottare. Ma questo è il minimo che io devo fare. Lottare su ogni punto, ogni partita deve essere cosi sempre, non posso dire che sia un merito. Forse sono stata brava negli ultimi momenti. Potevo perderla questa partita. E’ stata questione di niente”.
E i tifosi di Sara, riprendono a respirare, la Spagnola mette in rete 4 rovesci di seguito e quello è il segnale che il match è girato.
La sintesi della partita nelle parole della Errani: “Ero molto nervosa, c’era tanta stanchezza fisica e questo mi portava ad essere un po’ troppo nervosa in certi momenti, però la partita era durissima. Tante occasioni, mille occasioni per vincere i game. Forse ho avuto vantaggio in quasi tutti i game. Qualche discussione con l’arbitro, mi sono fatta innervosire non era facile e poi lei giocava in un modo pazzesco Quando avevo un breakpoint faceva un vincente. Avrei potuto perdere il match oggi sono stata un po’ fortuna, Non e’ stata una rivincita, non penso mai in questo modo”.
Sulle tre ore passate in campo: “Meno male che è un match al meglio dei 3 e non dei 5, altrimenti stavamo qui sette ore!”.
Ecco questa frase la stampiamo su cartello 4 metri per 4 e lo piazziamo davanti all’ingresso dei tornei dello Slam.
Sul match contro la Bertens “Non ci ho mai giocato contro, l’ho vista giocare solo qualche minuto. Spero di recuperare, mentalmente non mi sento stanca ma fisicamente sì” E vorrei vedere!
L’ultima battuta sul coach Vinci: “Roberta come coach è stata bravissima per tre ore è stata lì ad incitarmi a calmarmi, la ringrazio tantissimo”.
Gli spettatori sono stremati ma nei due quarti rimasti giocano le francesi perciò rimangono ai loro posti.
Bartoli ci tiene da matti a fare bene, ad arrivare in finale e fare meglio dello scorso anno dove fu battuta da una tedesca. Oggi se la deve vedere con un’altra tedesca Mona Barthel. Anche oggi ci rimane male. Perché è vero che questa tedesca ha dei completino che urlano vendetta e dovrebbe beccarsi un warning per offesa alla sartoria ma ha anche una velocità di braccio e un modo di giocare fantastico. Un movimento senza fatica, fluido e le accelerazioni lasciano sul posto Marion Bartoli. La francese lotta alla sua maniera, saltella, saltella, zampetta, zampetta, però perde il tie-break.
Cosa fa la tedesca dopo aver vinto un set? Chiama il suo coach e che sia un coach, le crediamo sulla parola, come aspetto potrebbe tranquillamente essere un filosofo allievo di Platone che discerne con Mona di come il tennis sia simile alla vita o di come la vita sia simile al tennis.
Poi le avrà detto “Fatti una domanda e datti una rispo
sta”. E Barthel si è chiesta ma a che ora chiudono i ristoranti? E così beak ad inizio di secondo set. Quando va a servire per il match, il cameramen che fa le riprese ad effetto da bordo campo, piazza la telecamera vicino alla faccia della madre di Mona. Probabile che le abbia fatto anche una ortopanoramica, quando la figlia chiude con un ace e mamma Barthel inopinatamente apre la bocca per dire brava alla figlia.
La tedesca ha due vittorie contro le top 10 e tutte due sono contro la Bartoli “Non lo so, ma quando gioco contro di lei ho la fortuna al mio fianco”. Sei troppo modesta ragazza. E ai francesi che la conoscono poco si sorprendono del suo atteggiamento tranquillo “Credo sia il mio modo di essere. Anche in campo cercare sempre di giocare concentrata e scegliere il miglior colpo. Provo sempre ad essere calma, perchè penso che arrabbiarsi non sia utile. E questo a volte aiuta. Io cerco di essere concentrata sul mio gioco” Filosofica la ragazza.
Qualcuno a visto Petra Kvitova? La stiamo cercando da un po’. Dicevano fosse venuta a Parigi ma quella in campo era la sorella gemella adottata. Su questo non ci sono dubbi. Troppi errori. Giocava anche troppo corto, palla spesso all’altezza della linea del servizio. Mentre quella vera di Petra, quella della 2011 per capirci, era sempre così gentile da allacciare le scarpe alle avversarie con la palla piazzandola a 5 centrimetri dalla riga di fondo. Questa qui chi è? E così continuo a girare per l’impianto chiedendo “Scusi avete visto Petra Kvitova”?
In ogni caso la gemella scarsa di Petra ha fatto felice gli spettatori francesi e gli organizzatori che avranno Mladenovic in semifinale. Meritatamente va detto. Festeggiamenti lunghi nel dopo partita con tutta la famiglia, parentado vario e amici e chiunque passasse di lì. Foto con tutti appena uscita dal campo. Canti e cori di gioia. Manca solo la bottiglia di champagne. Sembravano un po’ esagerati, se non fosse che dopo un paio di anni di infortuni vari, qualcuno aveva paura che Kiki non ce la potesse fare. “Sono felicissima! Battere una top 10 come Petra ti da una sferzata di fiducia. Ho giocato un match perfetto. Contro di lei, che ha una palla così potente, non riesci a cambiare il taglio, a giocare colpi a velocità intermedia. Sapevo di dover fare solo due o tre cose. E l’ho fatto alla perfezione”. Sì, soprattutto è stata brava a non emozionarsi. Io però continuo a girare per tutti lo Stadio De Coubertin “Scusate avete visto Petra Kvitova?”
Menzione del giorno:
Non è vero che tutto il pubblico è stato contro Sara, c’era un ragazzino che faceva un gran tifo per lei. O meglio il primo set ha incitato Sara e l’italiana ha vinto il set. Poi nel secondo ha cambiato è sostenuto la spagnola, e siamo ad un set pari. Nel terzo è tornato a fare il tifo per la bolognese e Errani si è qualifica per le semifinali al primo match point. Insomma il bimbo è uno a cui piace fare il tifo per chi vince e cambia idea senza problemi. Da grande ha una carriera in politica assicurata.