Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
26 Ago 2013 19:16 - US Open
US Open. Tomic avanti in rimonta: ne combinerà un'altra?
di Gianluca Atlante
Dal nostro inviato a New York, Gianluca Atlante
New York – Il ragazzo si farà, il ragazzo ha talento, il ragazzo diventerà forte. E noi, comuni mortali di questa Terra, nonché spettatori non paganti di uno sport che, attende invano, l’erede o gli eredi, dei “Fab Four”, aspettiamo che qualcosa accada. Giriamo il mondo, alla ricerca di un qualcosa che ci faccia felici, di un viso nuovo o, per cercare di non andare oltre, di un qualcosa che già conosciamo, ma che stenta a decollare. Lo cerchiamo, proviamo a scovarlo, ma non lo troviamo.
Oggi, per esempio, siamo arrivati, claudicanti, ad issarci sino al “Grand Stand”, il campo forse più gradevole, almeno nella parte di sinistra, quando a Flushing Meadows il sole picchia forte (non è il caso di oggi, fortunatamente), per vedere all’opera una delle tante eterne incompiute di questo “Circo” che è il tennis. E lui, il figlio (australiano di adozione, ma pur sempre tale) di una Terra che ha dominato il mondo, alla fine ce l’ha fatta a vincere il suo primo turno, prendendo, come diciamo noi che del dialetto ne facciamo una ragione di vita, il suo avversario per fame. Quel lui, soggetto del nostro racconto, è l’australiano Bernard Tomic, genio incompreso del nostro tennis, che colpisce di piatto come si usava fare negli anni settanta-ottanta, che gioca bene, ma che vince poco. Soffocato prima dalla gelosia sportiva di una padre sin troppo padrone (ma non è una novità, né tantomeno una notizia, nel “Circo”) ed oggi, a stento, capace di veder la luce del tunnel. Oggi, però, ha preso botte, ma si è rialzato. Domando la resistenza di un Ramos che si è prodotto in uno sforzo disumano pur di restare a galla. Provando a vomitare, nel vero senso della parola, ogni cosa, ma finendo con il perdere in cinque set, dopo aver accarezzato (due set ad uno e break di vantaggio nel quarto) l’idea di poter godere di una vittoria importante in questo primo turno agli Us Open 2013. Tre ore e cinquantasei minuti per mettere insieme questo punteggio: 6/3 3/6 4/6 7/6 6/3 e regalarsi quell’Evans, perfetto sconosciuto di questo “Circo”, capace di dare tre set a zero a Nishikori. Vuoi vedere che Tomic, alla fine, ne combinerà un’altra delle due? Interrogativo che sorge spontaneo, ma che trovare conferma, o meno, tra un paio di giorni.