Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
La semifinale a Melbourne, lontano dalle pressioni dei media e degli opinionisti di casa, unita ai quarti di Wimbledon ed agli ottavi del Roland Garros. Le vittorie sorprendenti su Serena Williams e, poche settimane fa, su Maria Sharapova a Cincinnati. Ora l’ultimo Slam dell’anno, in casa, e la pressione che inizia a farsi sentire. Dopo un paio d’anni con buoni risultati ottenuti, quest anno Sloane Stephens sente su di sé la pressione di non poter fallire l’approdo alla seconda settimana. Il mancato approdo agli ottavi sarebbe visto come una débâcle. Negli USA si attendono molto da lei visto il 2013 sopra le righe (nonostante manchi ancora l’approdo alla prima finale WTA) e lei inizia ad essere più nervosa. Oltretutto le avranno già riempito la testa con la possibile rivincita tra lei e Serena negli ottavi e forse ha perso la giusta concentrazione.
Oggi era un primo turno sulla carta da affrontare con tutti i favori del pronostico. Mandy Minella non sembrava potesse rappresentare un ostacolo difficile, vista la grande differenza che separa le due giocatrici: la prima ormai prossima all’approdo tra le prime quindici del mondo (nella Race è già al n.10) mentre la seconda costruitasi grazie a qualche buon risultato nei tornei “minori” ed ormai più vicina ai trent’anni. Invece la lussemburghese ha di che recriminare per le tantissime palle break non sfruttate e le due situazioni di vantaggio non sfruttate nel terzo e decisivo set.
Stephens non era la solita. Molto nervosa, fallosa. Sbuffava, si sbracciava, cercava di darsi una scossa, lanciava occhiatacce verso il suo angolo. Così però non faceva che avvantaggiare il compito alla sua avversaria. Dopo i primi quattro game durati circa 30′, Minella ha preso il largo portandosi avanti 5-2 e servizio. Ha dovuto comunque sudare tanto prima di chiudere al sesto set point ed annullando anche qualche opportunità per il pareggio.
Neppure un avvio con un break di vantaggio ha calmato l’animo irrequieto della giovane Sloane, costretta a combattere contro sé stessa prima che contro la sua avversaria. Così da 3-0 sopra è stata raggiunta sul 3-3, ma le è bastato poco per riprendere le distanze. Se riusciva ad interpretare la partita con la giusta calma, il suo tennis era sufficiente per contrastare quello di Mandy, che ha ceduto altri tre game consecutivi ed il secondo parziale.
Nel set decisivo ci si attendeva un netto cambio di rotta da parte della n.15 del seeding, ed invece era sempre Minella a farsi più pericolosa. Gli sforzi della generosa lussemburghese sono stati ripagati nel sesto game con un break che poteva valere molto nell’economia del match, se non fosse che è subito giunto il controbreak in un turno di servizio dove a Minella è girato tutto storto. Nelle fasi finali il pubblico era sempre più coinvolto ed una volta giunti al tie break era totalmente per Stephens, tanto da far scattare un gesto di stizza da parte della avversaria.
Minella ha però da recriminare per un punto malamente ceduto sul 3-1 in suo favore. Da lì sono giunti altri quattro che hanno portato la statunitense sul 6-3. Il terzo match point è stato quello decisivo.
Minella si è lasciata andare ad un pianto scrosciante, conscia della grande opportunità mancata per una vittoria che poteva valere moltissimo. Stephens invece era molto contrariata della sua prestazione, nessun sorriso e nessun segno di gioia, solo un urlo rabbioso appena dopo aver ottenuto il punto decisivo. Serena può attendere.