di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Dal nostro inviato a New York
Gianluca Atlante
New York – Una semifinale da difendere, una testa di serie importante da onorare. Sara Errani, però, sembra non accusare il minimo peso. La pressione è un qualcosa che non le appartiene, o magari oggi, sull’Armstrong, è andata così. Perché il suo match, ha finito per essere poco più che un allenamento. Uno di quelli, insomma, che ti possono avvicinare alle partite che contano, nel migliore dei modi. Contro l’australiana Olivia Rogowska, ripescata in tabellone come lucky loser, la nostra tennista ha letteralmente passeggiato, mettendo in mostra il suo tennis, quello che in questi ultimi due anni l’ha portata a sedere, oseremo dire anche comodamente, al tavolo delle grandi. E’ finita 6/0 6/0 in cinquantuno minuti.
E diventa difficile, anche per noi spettatori non paganti, parlare di un match che tale non è stato, che la Errani ha finito per dominare in lungo in largo, ancor prima, pensiamo noi, di entrare in campo. Una “bicicletta” che ha promosso la numero uno azzurra al derby contro Flavia Pennetta, match tutto da vedere e, soprattutto, gustare.
“Partite facili non esistono – ha dichiarato Errani in conferenza stampa – a maggior ragione negli Slam. Oggi, prima di entrare in campo, la tensione era quella di sempre, se non addirittura maggiore. Anzi, se proprio la volete sapere tutta, da un po’ di tempo a questa parte, non riesco a dormire bene, perché le attenzioni che vengono riposte su di te, sono sempre maggiori”. Il dopo Sara Errani. Il dopo 6/0 6/0 in un primo turno sin troppo facile, al di là di quello che, giustamente, afferma Sara Errani. Pronta, ora, per un derby contro Flavia Pennetta, che… “sarà molto difficile. Voi lo sapete meglio di me, i derby sono dei match molto particolari, dove non ci sono favoriti, anche se in questo momento la classifica parla a mio favore. Flavia è una grande giocatrice, una stupenda professionista, a me ha dato tanto, lei come Francesca Schiavone e affrontarla non è mai facile, non sarà facile”. E con Roberta Vinci? “In campo ci siamo sempre detti tante cose. Lo abbiamo fatto a Palermo, con qualche vaffa, lo abbiamo rifatto a Cincinnati, ma la nostra amicizia è sacra. Ci vogliamo bene, ci stimiamo, viviano la nostra vita insieme, il resto sono tutte invenzioni”. Sarà, ma che la colpa sia sempre e soltanto dei giornalisti, è una storiella che non regge più. Guardiamo oltre, al fatto per esempio che, essere testa di serie numero 4 in uno Slam, non era mai successo in campo femminile. Soddisfazione o cosa? “Fa piacere, per carità, ma non credo al fatto che essere testa di serie numero quattro, voglia dire che posso perdere soltanto dalle tre che mi precedono. Negli Slam, lo ripeto, non esistono partite facile, non lo era neanche quella di oggi. Fa piacere, ma mette anche tanta pressione, che non è facile, almeno per me, da gestire”.