Lo sport ha la responsabilità di combattere la violenza di genere. Con i suoi valori paritari e la sua risonanza mediatica, lo sport ha una voce per fare la differenza. Ha una voce per iniziare il cambiamento. Oggi ce la fanno sentire uomini e donne, schierati insieme contro ogni forma di durezza e diversità. Oggi che, […]
Ritorno alle origini per Maria Sharapova. Dopo l’addio lampo a Jimmy Connors, la russa ha scelto il coach che la seguirà durante gli imminenti Us Open: papà Yuri Sharapov, colui che l’aveva spinta ad assumere l’ex campione statunitense. Pare addirittura – da un’indiscrezione di Tennis.com – che Masha abbia chiesto proprio al padre di chiamare Jimbo, cui avrebbe dato il ben servito per telefono.
Erano più di cinque anni che i due non si frequentavano più professionalmente, una separazione concomitante con lo sto della siberiana per l’operazione alla spalla destra, datata ottobre 2008. Al ritorno alle competizioni, papà Yuri – che negli ultimi tempi era affiancato da Michael Joyce – si era fatto da parte e seguiva la figlia solo nelle pause, guardando i match in tv. Sotto la sua ala protettrice, Masha ha conquistato tre slam, ultimo l’Australian Open 2008, proprio quell’edizione in cui il padre fu protagonista di un brutto gesto durante il match tra la figlia e Justine Henin ((leggasi, “taglio della gola”). Anche e soprattutto per questo, diciamolo, Yuri non ci mancava.
Ma alla figlia mancava invece una guida per l’ultimo slam stagionale, ed ecco allora tornare in auge il padre. Una scelta naturale considerati i tempi ristretti. Non è dato sapere però se sia una situazione tampone o se la Sharapova continuerà ad essere seguita dal padre anche dopo Flushing Meadows. In tal caso, babbo Yuri dovrà temporaneamente rinunciare alle sue sciate in giro per il mondo.
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