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Federer: racchetta vecchia, migliori abitudini

Racchetta vecchia, migliori abitudini.

Federer torna al vecchio attrezzo e dichiara la propria preferenza per l’abituale racchetta anche agli Us Open rispetto al prototipo studiato nelle (abbastanza pietose) uscite precedenti sul rosso.

Risultato abbastanza positivo, visto anche l’avversario, Kohlschreiber, non proprio abbordabilissimo per un primo match, anche perché ottenuto in due soli set, malgrado patemi vari che ovviamente lo svizzero ha saputo non farsi mancare.

 

Il match è scivolato via veloce e Federer è sembrato molto più volitivo e propositivo rispetto alle uscite precedenti, scendendo spesso a rete e attaccando appena possibile. Del resto Cincinnati è storicamente il torneo sul cemento dove mediamente Roger ha sempre espresso il suo gioco migliore, e con il quale pare avere il feeling maggiore nel percorso che porta agli US Open.

Il primo set è andato via abbastanza tranquillo e senza troppe sbavature per Federer, se si fa eccezione per le solita serie eterna palle break mancate prima di concretizzare quella buona (1/7 nel primo parziale), mentre il secondo, complice un sanguinosissimo doppio fallo sulla palla break, ha mandato Kohli avanti nel punteggio, per vedere poi Roger aggredire subito e riconquistare il break poco dopo.

Sul 5/5 arrivava una nuova possibilità per Federer di breakare e andare a servire per il match, ma non c’era niente da fare. Si andava al tie break, dove prima lo svizzero rimontava da 0-2 a 4-2, per poi arrivare ad avere un match point, che veniva annullato con un ottimo serve &volley dal tedesco. Dopo di che non si faceva mancare un set point annullato con una prima vincente (tra l’altro evidenziata fuori dal computer per la serata orrida dei giudici di linea, almeno 5 le chiamate errate….), seguito da un ace e un’accelerazione in recupero di dritto che chiudeva il match alla seconda palla utile.

Alla fine tanti errori per Roger (ben 29) e i sempiterni cerotti sulla schiena a tenere in allarme i tifosi, ma un atteggiamento ben diverso dalle sconfitte patite contro i vari Brands e Delbonis.

Certo, il buon Federer, si sa, non lo si può mai vedere dai primi turni, dove spesso incanta per poi perdersi per strada.

Le incognite sono tante, al di là della racchetta. E sulla sua strada, almeno per ora, resta quel Nadal che in questo momento pare di un altro pianeta.

In ogni caso forse la prima vera prova positiva dopo davvero tanto, troppo tempo. Resta da vedere se e quanto durerà, perché purtroppo ultimamente troppe volte siamo stati ad aspettare le prestazioni di Roger con il fiato sospeso, senza sapere se in campo sarebbe andato lui o il gemello orripilante.

Senza contare che qua i punti da difendere sono davvero tanti, vista la vittoria dell’anno scorso, e una caduta anticipata potrebbe voler dire altre posizioni smarrite in classifica in vista di New York. Certo, alla fine della fiera numero 5 o numero 7 non farà molta differenza in tabellone a Flushing Meadows, con la possibilità sempre viva di evitare i primi tre fino alle semifinali e forse non doversi sorbire mine vaganti come Berdych e Del Potro, ma sono calcoli che Federer ora come ora o non può permettersi, o forse non vuole nemmeno fare. La cosa più importante per lui sembra essere ritrovare gioco, fiducia e salute fisica. Ma vederlo addirittura fuori dalla top 5 al prossimo slam sarebbe una cosa che farebbe un certo effetto, dopo la testa di serie numero uno dell’anno scorso.

Davide Bencini

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