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10 Ago 2013 20:36 - WTA
Dodici ore e mezzo di fuoco. Bartoli scalda il pubblico.Sharapova si scioglie.
di Angelica Fratini
Paris Wta Open Gdf 2012 Suez day 5
Bartoli-Vinci 46 64 76(2)
E Bartoli cadde in ginocchio a braccia alzata. Ha vinto a Parigi, per ora il match di quarto di finale.
Mauresmo che nei corridoi fuori ride, ma tanto. Risata quasi isterica di scampato pericolo, Sharapova, testa diserie n.1, aveva perso poco prima e Marion Bartoli era stata sull’orlo del burrone ma la Vinci non le aveva dato l’ultima spinta.
Roberta Vinci che dopo il match perso si asciuga i capelli, sola nel corridoio degli spogliatoi accanto ai tapis-roulant, perché lì c’è una spina che funziona. Queste sono tre immagini di un match che ci vorrebbero due ore e quaranta minuti per raccontarlo e se ci penso fa male a me, in particolare alla mia gola.
E sì, perché ci sarà pure la regola anglosassone del “No Cheers in Press Box”, ma noi tre ultrà da “Studio” (sempre Monique Filipella, Valentina Clemente ed io) l’abbiamo coscientemente ignorata tifando spudoratamente per l’italiana. D’altra parte i francesi, soprattutto alla fine, colti da amor patrio, sostenevano a gran voce la giocatrice di casa. E che noi tre, più qualche altra voce solitaria dagli spalti, potevamo essere da meno? Sia mai! E vai di voce per incoraggiare Roberta Vinci
In realtà la tarantina, nel primo set bloccava proprio gli incitamenti nella gola dei francesi e li faceva applaudire. Non se lo aspettavano loro, no se lo aspettava il papà della Bartoli, non se l’aspettava una Mauresmo particolarmente pallida mano a mano che il numero di game accanto al nome Vinci aumentavano, mentre quello della Bartoli rimaneva sempre indietro. Primo set 6-4. Poi secondo set 4 a 1 e servizio. E la racchetta diventa pesante. Perché Roberta pensa, rimane passiva, non mette una prima di servizio e sulla secondo Marion Bartoli spara risposte vincenti che le fanno comandare il gioco. E il numero di game questa volta sale accanto al nome della francese fino ad arrivare a 6 e purtroppo si inchioda accanto al nome di Roberta su quel 4. Inizio terzo set, Mauresmo pensa “Parbleu! Che scanto mi son presa!” (si sa che Amelie quando è preoccupata si esprime in franco-siciliano). E invece Roberta, toglie il granello cha aveva fatto inceppare il contatore e riparte a macianare il tennis da manuale degli anni ’80. Nemmeno fosse ad un esame, sciorina in modo veloce, preciso e talentuoso, tutti gli argomenti senza mai esitare. Bartoli, Mauresmo e gli spettatori ‘ascoltano’ increduli e ammirati alla lezione che la n.23 al mondo sta rifilando alla n.7. Insomma nulla può, in modo sportivo, fermare Roberta Vinci dal afferrare un posto in semifinale. E per questo che Ameliè deve ricorrere alla sua ultima risorsa, chiama il suo fan club in soccorso di Marion Bartoli. E le voci francesi si ‘materializzano’ e incominciano a spingere Bartoli a tirare sempre più forte, a correre in tutti gli angoli, a spingere su ogni incertezza dell’italiana. E Roberta si blocca di nuovo. Poi sul matchpoint per la francese, tira un passante lungo linea di rovescio di una tale bellezza che dovrebbe far ammutolire gli spettatori francesi e invece li scatena in un’ovazione. E’ bello il tennis quando è bello, sembra che dicano questo qui, E si arriva al tie-break. Degna conclusione della partita più bella del torneo. Marion è stanca ma meno di Roberta. E nel suo cadere in ginocchio a braccia alzate c’è tutta la felicità di chi sa che l’ha scampata bella, perché in questo match è stata, alla fine, la più forte e non la più brava. Ma non importa, la semifinale la giocherà lei, mentre Roberta Vinci lascia Parigi (neve negli aeroporti permettendo) e torna a casa per qualche giorno di meritato riposo. Ed io aggiungo anche un “Grazie Roberta, ci hai fatto divertire…” Peccato però che alla fine la Mauresmo si sia divertita più di me.
Kerber-Sharapova 64 64
Facciamo un passo indietro. Queen Maria inciampa nel ghiaccio della fredda Parigi. Lei è sì siberiana, ma cresciuta in Florida, sul ghiaccio a poca dimestichezza. La mia quasi omonima Angelique Kerber è tedesca del nord, sul ghiaccio pattina.. Ora facciamo un po’ di attenzione, poche settimane fa, le due si erano già incontrare all’Australia Open. Sharapova aveva vinto 61 62, quindi questo sarebbe dovuto essere un match semplice. Ora, rifacciamo un altro po’di attenzione, sempre quel match come punteggio finale era indiscutibile ma quasi tutti i game erano andati ai vantaggi. Insomma a leggere il risultato era stata una passeggiata, sì ma in montagna sotto il sole e con zaino pesante in spalla. Prima del match, Maria Sharapova usciva dal suo spogliatoio (perché lei ne aveva uno personale, altrimenti che regina sarebbe?) e si dirigeva in quello delle altre giocatrici per essere accompagnate all’intervista pre-match. E mentre Kerber era davanti al microfono, Maria aspettava dietro l’angolo. Dove non poteva essere vista. Poi quando era il suo turno era la Kerber a pochi metri di distanza ad ignorare lo schermo dove c’erano le immagini di Maria. La guerra psicolo. Allora non è che poi, Maria si deve sorprendere se quella risponde a delle fucilate con altre fucilate. E’ stata anche la battaglia dei ‘Com’On’ urlati a squarciagola. E l’ultimo Com’on della tedesca provocava uno spostamento d’aria tale da buttare fuori dal torneo la testa di seria n.1. La quale sempre con grandissima sportività commentava ‘Si ho fatto molti errori, ma lei ha giocato estremamente bene. Ha meritato di vincere’. E diciamolo una volta per tutte: Sharapova ha classe (mentre chi dice che tutti sanno chi è la vera n.1, qualche lezione da Maria dovrebbe prenderla).
E poi nel suo ‘Au revoir Paris’ aggiunge “Per quanto ami Parigi, sono proprio contenta di tornare a casa” …e nel fumetto sopra la sua testa è apparso anche : “e di tornare finalmente al caldo!
Zakopalova-Goerges 36 75 61
Facciamo due passi indietro, primo quarto di finale della giornata.
Non ci potevo credere. Non ero sicura di aver visto bene. E invece sì, Klara Zakopalova sa sorridere! Certo c’è voluta una vittoria in questo torneo che la qualificava per la semifinale, per scoprire che la ragazza se si impegna, ma tanto, lo sa fare.
Era stato il primo match della giornata contro Julia ‘ma-quanto-è-bella-gioia-dei-fotografi’ Goerges.
La tedesca, un po’ fissata con alcuni tic, chiede sempre la palla allo stesso raccattapalle, quello alla sua destra. E che sia chiaro che il ragazzino deve avere sempre minimo tre palline, se non di più. Perché a Julia piace poter scegliere. I fotografi si incantano anche quando fa questa operazione. La vorrebbero vincitrice del torneo per fare belle foto. O lei oppure, ovviamente Maria Sharapova( alla fine sarà giornataccia nera).
Non bisogna mai guardare all’espressione della ceca Zakopalova, per cercare di capire come sta andando il match. Lei ha sempre quell’aria di sofferente disgusto. Sembra che stia perdendo. Quindi sia nel primo set vinto dalla tedesca 63 sia nel secondo vinto dalla ceca 75 la sua espressione è immutabile. Anche se qualcosa nel match è mutato. Goerges si infortuna. La fisioterapista le massaggia la gamba sinistra. La tedesca avrebbe potuto ritirarsi invece continua a giocare. Potrebbe quasi farcela quando dal 3 a 5 arriva al 5 pari a suon di fucilate che ti fanno chiedere a) è già aperta la caccia? b) ma ‘ste tedesche le mandano anche a corsi di tiro al piattello?
Zakopalova e la sua faccia tipo “Buster Keaton attaccato alla lancetta gigante dell’orologio del grattacielo” capiscono che se rimangono aggrappate e non buttano i punti, il match potrebbe finire qui. E infatti come volevasi dimostrare, vince il secondo set 7 a 5 chiude il terzo 6-1. E allora la Zakopalova capisce il dramma dei fotografi e sfoggia un incredibile sorriso. Ma loro tristi avevano già riposto la macchina fotogra
fica, perciò chiunque trovi una foto di Klara sorridente, la conservi con cura, è materiale raro.
Wickmayer-Barthel 64 67(3) 63
Ultimo match di una lunga giornata inziata alle 14.30. Quando la tedesca e la belga entrano in campo sono passate le 22. Sono rimasti 200 spettatori più o meno. Ad inizio del terzo set, ne conto 73 a fine partita, oltre la mezzanotte e mezza, saranno meno di 20 a ricevere poche parole dalla Wickmayer “Grazie per essere restati!” E noi qui, irriducibili, abbiamo apprezzato il tennis che ci fanno vedere. Soprattutto la Barthel non è una che spara solo fucilate (anche se tedesca, probabilmente il corso di tiro a piattello lo ha seguito saltuariamente). Lei, varia ritmo, effetti e scende anche a rete a cercare di prendersi il punto. Ma la Wickmayer voleva la sua rivincita dopo la finale persa ad Hobart. Fra quei spettatori rimasti Hingis con marito. Ovvio che sia qui, collabora con Mouratoglou, coach della Wickmayer. Barthel sempre e solo con madre al seguito. Mi fanno una gran tenerezza e decido di ‘adottarle’. E poi basterà parlare pochi minuti con la gentilissima signora Barthel per capire come mai la figlia sia così equilibrata. Ad un nostro educato ‘Bad Luck’ rispondere “Sì forse un po’, ma Wickmayer ha giocato benissimo è stata proprio brava. Hanno giocato bene entrambe, però Yannina ha meritato di vincere. Ma noi siamo contentissime per questa settimana e per tutto quello che è successo in questi 2 mesi. Senza i punti fatti fino ad oggi, Mona in classifica non sarebbe tra le prime cento! E’ incredibile”. Signora si fidi, la classifica di sua figlia, con il gioco e con la testa che ha, non si fermerà qui. Ma questo lei, dietro quel sorriso gentile e un po’ timido, lo sa già.
Resultati – Venerdi, 10 Febbraio, 2012
Quarti di di finael
Klara Zakopalova (CZE) d. (6) Julia Goerges (GER) 36 75 61
(9) Angelique Kerber (GER) d. (1) Maria Sharapova (RUS) 64 64
(2) Marion Bartoli (FRA) d. (7) Roberta Vinci (ITA) 46 64 76(2)
Yanina Wickmayer (BEL) d. (Q) Mona Barthel (GER) 64 67(3) 63
Semifinali
Bartoli – Zakopalova
Kerber-Wickmayer