Di Rossana Capobianco. Sui giovani di oggi ci scatarro su”, cantava Manuel Agnelli (per chi non lo conoscesse, vergogna! Ecco qui), con la sua voce incazzata e perforante. Viene da dirlo anche a me, dopo l’ennesimo pomeriggio in cui cascano le braccia di fronte a queste nuove leve.
Tra poco Mr Sharapov, altrimenti conosciuto come Grigor Dimitrov, tanto giovane non lo sarà più: numero 29 del mondo, perde al secondo turno contro Zemlja: ora, questo è il Wimbledon delle cose folli, la riscossa degli scarsoni, dell’imprevedibile imperante. Ma alla seconda settimana di uno Slam non è praticamente mai arrivato. Lasciamo stare gli stupidi paragoni con Federer che non hanno alcun senso, il bulgaro, che ha un discreto talento, non riesce a trovare nessuna chiave di gioco che lo porti alla vittoria. Ad una vittoria significativa, quantomeno, e viene sempre più il sospetto che Djokovic gliel’abbia proprio regalata a Madrid.
Nessun colpo che distrugga l’avversario, soprattutto. Un bel rovescio, senza dubbio, ma ancora leggerino. Forse per sempre.
Uno che leggerino non è ma che un colpo da KO l’avrebbe è Milos Raonic, dal servizio devastante e che con un’attitudine diversa e qualche miglioramento negli spostamenti forse non diventerebbe un fenomeno ma nei primi dieci giocatori del mondo e ai quarti di uno Slam potrebbe starci senza troppi problemi.
Raonic ha una scusante: cambiato da poco allenatore. Dopo tanti anni con Blanco, si è affidato a Ljubicic, che immaginiamo stia facendo qualche lavoro di stravolgimento, visto che il canadese non ne becca più mezza da più di un mese ormai.
E gli altri? Gli altri chi?
Tomic. Ancora appresso a suo padre che dovrebbe essere isolato dal mondo. Ancora in corsa a Wimbledon, fa più notizia per le dichiarazioni e per le malefatte che per altro. Eppure è quello che più di tutti promette.
Harrison. Ok, stavo scherzando.
Berankis. E dove sta? Si è intravisto nei tornei di preparazione sull’erba ma perde anche con mio cugino.
D’accordo, il tennis di oggi è molto più fisico e si deve essere molto più atleti di una volta. Ma qui c’è davvero poca roba. Se l’epoca Federer-Nadal si è conclusa nel suo dominio e siamo spettatori di Djokovic-Murray quello che ci aspetta è il nulla più assoluto. Pigri bambinoni senza attributi forse troppo abituati ai 2 set su 3 che appena giungono al tennis vero degli Slam si mettono paura.
Abbiamo più paura noi, però.
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