di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Se ci si arrende con tutti gli onori alla numero uno del mondo nella semifinale di un WTA Premier Mandatory i rimpianti non dovrebbero essere poi molti. E invece Sara Errani, battuta oggi da Serena Williams nel penultimo atto del Mutua Madrid Open, può recriminare per almeno un paio di situazioni favorevoli che non è riuscita a mettere pienamente a frutto, peraltro soprattutto per i meriti della rivale.
La pantera di Compton si è imposta con il punteggio di 75 62 in un’ora e trentaquattro minuti, dopo aver rischiato grosso nel parziale d’avvio.
Sara, infatti, è partita forte, involandosi sul 3-1 nel primo set dopo due lunghi game (dieci e dodici punti ciascuno), entrambi vinti. Serena l’ha agganciata sul 3 pari, ma di nuovo l’azzurra le ha strappato il servizio, portandosi sul 4-3 con la battuta a disposizione. Mancata una chance per il 5-3, la Errani è stata però controbrekkata. L’arrivo è stato dunque al fotofinish, con Sara che ha annullato ben tre setpoint all’avversaria nel dodicesimo gioco (il primo con una soluzione vincente in avanzamento, gli altri due su errori della Williams, uno smash a rimbalzo e un rovescio out) e, mancata una possibilità per arrampicarsi al tie-break, si è arresa alla quarta opportunità, su un formidabile diritto incrociato vincente della statunitense.
Qui la Errani avrebbe potuto subire il contraccolpo psicologico e invece ha reagito da par suo. Nel primo gioco della seconda frazione ha avuto a disposizione ben tre palle break, senza però riuscire a concretizzarle. Salvati a sua volta due breakpoint nel game successivo, la ravennate ha infine accusato un leggero calo e si è arresa nel quarto, ceduto a 15. L’americana ha preso fiducia, è salita 4-1 e ha chiuso 62, strappando un’altra volta il servizio all’avversaria (a zero) nel gioco conclusivo.
Come previsto è stata Serena a fare e a disfare (47 vincenti e 37 gratuiti), mentre l’azzurra (8 winner e 13 unforced error) ha confermato la propria solidità, regalando ben poco alla più blasonata avversaria, salvo qualche breve fase di minor efficacia (specie nel finale), e prendendo anche più volte l’iniziativa lei stessa. La Williams, insomma, ha dovuto faticare parecchio, nonostante abbia giocato un incontro ben migliore rispetto alla prestazione scialba fornita ieri nei quarti contro la spagnola Anabel Medina Garrigues, in cui si era ritrovata addirittura a due punti dalla sconfitta.
Al termine Serena ha mostrato il suo grande rispetto per Sara, applaudendola con convinzione mentre stava uscendo dal campo, e questo gesto spontaneo vale più di mille parole. La numero uno, che è la detentrice del titolo (ottenuto dodici mesi or sono sulla terra blu, mentre sull’argilla rossa non guadagnava l’accesso a una finale WTA da undici anni!), affronterà domani nel match clou Maria Sharapova (n. 2), che ha sconfitto per 64 63 Ana Ivanovic (n. 16). A fornire ulteriori motivazioni a entrambe, in palio ci sarà, oltre al titolo madrileno, il primo posto del ranking mondiale.