di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Il gioco più lungo. No, nulla a che vedere con il D-Day, per carità: qui si parla solo di tennis. Il gioco più lungo è quello che ha come protagoniste, sul 3 pari del secondo set nel loro ottavo di finale agli Internazionali BNL d’Italia, Jelena Jankovic e Na Li. Una rocambolesca altalena di emozioni che non lascia certo indifferenti gli spettatori che affollano gli spalti del Pietrangeli.
Il momento è caldissimo: la serba si è aggiudicata il parziale d’avvio al tie-break, dopo aver mancato quattro palle per chiudere già sul 5-3. Nella seconda frazione non si è registrato ancora alcun break, e al servizio è la cinese, finalista qui dodici mesi or sono. Jelena sta giocando molto bene, a tratti sembra tornata quella che qualche stagione fa si aggiudicò due titoli capitolini di fila. L’asiatica fatica, è più fallosa del solito, e in un battibaleno si ritrova sullo 0-40. Sembra che il game sia già finito, e invece siamo solo agli inizi.
Na Li non molla e, una dopo l’altra, annulla tutte e tre le palle break. La Jankovic, però, se ne procura una quarta e poi una quinta. Nulla da fare. Ora è la campionessa del Roland Garros 2011 ad avere un’opportunità di tenere la battuta, ma la manca. Nuovo breakpoint: niente, ancora vantaggio pari. Nel frattempo è appena terminato Djokovic-Dolgopolov sul centrale e tanta gente aspetta di entrare ai bordi dello stadio. In molti rumoreggiano, qualcuno tenta di eludere la sorveglianza all’ingresso, infilandosi dentro di soppiatto. Arriva anche un gruppetto di tifosi serbi, che, dopo il numero uno ATP, vuole sostenere l’ex regina WTA.
Jankovic e Li continuano a duellare da fondo, si vedono alcuni scambi pregevoli, mentre in altre occasioni una delle due commette errori gratuiti. Il ritmo, a ogni modo, è piuttosto alto, anche se ogni tanto Jelena alza un lob per rifiatare, mentre corre inesausta da un lato all’altro del campo. La ragazza di Belgrado non sfrutta una sesta e una settima opportunità di brekkare l’avversaria, che a sua volta manca varie chance per portarsi lei avanti 4-3.
«Ajde!», urlano a ripetizione i tifosi della Jankovic per incoraggiarla. Alla fine il break arriva, ma solo alla decima occasione, dopo che la Li non è riuscita a concretizzare cinque palle game. In totale trenta punti per un solo gioco, fra cui tre doppi falli. Finalmente è possibile accedere al campo, e le tribune registrano un clamoroso andirivieni: per tanti che se ne vanno, forse esausti per il gioco interminabile cui hanno assistito, altrettanti, ma anche di più, entrano, attirati da un incontro che sta andando oltre le aspettative.
Al rientro la cinese, forse scorata, va sotto 5-3, ma riesce a strappare la battuta alla rivale nel decimo gioco, anch’esso piuttosto lungo (diciotto punti), dopo aver annullato un matchpoint con una coraggiosa discesa a rete, una rarità nella sfida. La resa, però, è soltanto rinviata: la Jankovic si riprende immediatamente il break e chiude, stavolta a zero, sul proprio servizio, per la gioia dei suoi fan. Punteggio finale 76(2) 75 in due ore e trentanove minuti: se fossero andate al terzo, il rischio concreto era di toccare le quattro ore.
Per Jelena la soddisfazione di una vittoria di grande prestigio, ottenuta sull’attuale numero 5 del mondo, ritenuta fino a stamattina una tra le candidate più autorevoli per il successo romano. Per Na la delusione di una sconfitta probabilmente inattesa, ma dopo che ha perduto in quella maniera il gioco più lungo, ed è riuscita comunque ad abbozzare una reazione d’orgoglio, non le si può davvero gettare la croce addosso.