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Vincere Wimbledon a soli 17 anni non ha fatto del bene a Boris Becker, campione di tennis che 50 anni dopo si rammarica per quel successo arrivato troppo presto. “Se ricordate qualche altro ragazzi prodigio, di solito non arriva ai 50 anni a causa delle prove e dei problemi che seguono – ha detto il tedesco a Bbc Sport -. Qualunque cosa tu faccia, ovunque tu vada, con chiunque tu parli, diventa un caso mondiale. Diventa il titolo di alcuni dei giornali più importanti di domani. E intanto tu stai solo cercando di maturare, di trovare la tua strada nel mondo”.
Dopo aver battuto a sorpresa Kevin Curren nella finale 1985 all’All England Club, diventando il più giovane campione di singolare maschile, Becker vinse altre due volte a Wimbledon, nel 1986 e nel 1989. “Sono felice di averne vinti tre, ma forse 17 anni erano troppo pochi. Ero ancora un bambino”, ha ribadito nell’intervista, sottolineando che questo ha pesato anche dopo che lasciò il tennis giocato, nel 1999. “Quando iniziai una seconda carriera, tutto si misurava sempre in base al fatto che avessi vinto Wimbledon a 17 anni. E questo ha cambiato radicalmente il percorso che mi aspettava – ha detto ancora -. Poi ero troppo agiato. Avevo troppi soldi. Nessuno mi ha detto ‘no’. Tutto era possibile. Col senno di poi, questa è stata la ricetta per il disastro”.
Becker fuori dal campo ha avuto una vita piuttosto complicata, trovandosi ad affrontare problemi personali e finanziari. Nel 2022, ha scontato otto mesi di carcere in Gran Bretagna dopo essere stato condannato a due anni e mezzo per aver nascosto 2,5 milioni di sterline di beni e prestiti per evitare di pagare i debiti e dopo la scarcerazione è stato espulso dal Regno Unito. “Devi assumerti la responsabilità delle tue azioni, il che è molto importante perché non puoi cambiare il passato ma puoi cambiare il futuro”, ha concluso Becker.
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