Alcaraz di nuovo Re di New York: schianta Sinner e si prende tutto

[2] C. Alcaraz b. [1] J. Sinner 6-2 3-6 6-1 6-4

A conti fatti è andata anche bene a Jannik Sinner che sul centrale di Flushing Meadows ha subìto una severa lezione da Carlitos Alcaraz, da domani nuovo numero 1 del mondo e dominatore di un torneo che non è mai stato in discussione. Il fatto di essere riuscito a “macchiare” lo straordinario torneo di Carlitos, portando a casa il secondo set, certifica il fatto che Sinner è l’unico che può evitare un dominio che potrebbe essere imbarazzante. Alcaraz ha in qualche modo “vendicato” la sconfitta di Wimbledon, e non poteva farlo in modo più netto. Sin dal primo game Alcaraz ha fatto capire che oggi non avrebbe dato nessun tipo di vantaggio a Sinner, e dopo aver perso i primi due punti in risposta, agevolato – molto agevolato – dal cattivo rendimento della prima di Sinner, Alcaraz ha immediatamente brekkato Sinner, riservandogli lo stesso trattamento che avevano sperimetnto già Lehecka e Djokovic. A differenza però dei match di quarti e semifinale, Alcaraz non si è limitato a concentrarsi sui suoi turni di servizio capitalizzando l’immediato vantaggio, ma anche in risposta cercava di allungare. Che fosse una forma di rispetto o meno, il risultato era che Sinner è stato costantemente in difficoltà al servizio, e il secondo break è stato sin troppo naturale. Col passare degli scambi la differenza tra id ue è cominciata a sembrare molto ampia, e l’inizio del secondo set pareva il preludio di un’altra mezz’ora di sofferenza per Sinner, che continuava a stare intorno al 50% di prime e che a quel punto decideva di rischiare la seconda. Andava bene a Sinner, sin troppo perché nel quarto game arrivava l’attesa amnesia di Carlitos, che giocava un game orribile e perdeva il servizio a zero. Sinner era bravo ad aggrapparsi al suo, di servizio, concedendo sostanzialmente niente ad Alcaraz, e riuscendo a condurre il secondo set fino in fondo. Ma all’inizio del terzo Alcaraz rompeva gli indugi, il suo dritto incrociato diventava incontrollabile per Sinner, e imprimeva la svolta decisiva alla partita. Sinner semplicemente non aveva più armi per opporsi al rivale, che tirava più forte di lui, più preciso di lui, e che aveva più fantasia. Il 6-1 certificava tutto questo, e nel quarto set Sinner ha opposto l’ultima resistenza nel game di apertura prima di arrendersi, con un dritto avvilito nel terzo.

Il vero mistero del match di oggi insomma è quel secondo set smarrito da Alcaraz, cosa che gli ha impedito di diventare il primo uomo della storia a conquistare lo US Open senza perdere un set, anche se difficilmente questo dato gli disturberà la festa. Allo stesso modo Federer rimane l’unico nell’era Open ad essere riuscito a difendere il titolo conquistato a New York l’anno prima, e, di nuovo, non è certo questo che ha rovinato la festa a Jannik.

In conclusione, ci sarà tempo per i commenti, a caldo rimane la sensazione di questo duopolio dipende troppo da Alcaraz che nonostante abbia due anni di meno e tante distrazioni in più del rivale quest’anno è già 4-1, ha conquistato più slam di Sinner, e persino sul cemento, la superficie prediletta, lo batte con una certa regolarità. Che questo trend possa cambiare, che arrivi un altro Wimbledon a regalare gioie a Sinner è ovviamente nell’ordine delle cose. Ma il divario tra i due rimane quello visto stasera: nella superficie preferita da Sinner, persino col vantaggio di giocare indoor, Alcaraz ha superato Sinner in ogni aspetto del gioco.

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