L’annus horribilis Slam di Medvedev, Tsitsipas e Ruud: nel 2025 mai oltre il secondo turno

C’erano una volta Daniil Medvedev, Stefanos Tsitsipas e Casper Ruud. Tre certezze nella top 10 ATP, finalisti Slam – persino vincitori, nel caso del russo -, presenze fisse alle Finals di fine anno. Avevano iniziato il 2025 in top 15 (numero 5 Medvedev, numero 6 Ruud e numero 11 Tsitsipas) e otto mesi dopo la loro stagione assume sempre più i contorni di una delusione enorme. Un declino totale per tre giocatori della stessa generazione, che sembrano ormai lontani dai fasti del passato. Uno dei dati più eloquenti riguarda le prestazioni dei tre nei tornei dello Slam di quest’anno: nessuno di loro è andato oltre il secondo turno nei quattro Major, qualcosa di inconcepibile fino a non molto tempo fa, che evidenzia la loro crisi di gioco, risultati e identità.

Daniil Medvedev è quello che ha avuto il rendimento peggiore: una sola vittoria Slam nel 2025, a Melbourne contro lo sconosciuto thailandese Kasidit Samrej (fuori dalla top 300 ATP), battuto in cinque set prima di venire sconfitto a sorpresa da Lerner Tien. Da quel momento il nulla. Roland Garros, Wimbledon e US Open: tre sconfitte al primo turno. A Parigi contro Cameron Norrie, giocatore tutt’altro che terraiolo; a Londra e a New York contro Benjamin Bonzi, con tanto di maxi multa per la sceneggiata isterica contro il giudice di sedia Greg Allensworth. Una crisi che prosegue ormai da tanto tempo. L’ultimo torneo vinto dal russo risale a maggio 2023 (successo a sorpresa agli Internazionali d’Italia), da quel momento sei finali perse, una sola disputata negli ultimi 17 mesi (persa ad Halle contro Bublik) e il conseguente crollo in classifica: dopo questo pessimo US Open uscirà dalla top 15 e nella Race non è nemmeno nella top 20. Incredibile per un tennista che tre anni fa era sul gradino più alto del ranking.

Non sta meglio Stefanos Tsitsipas, che nei quattro Slam del 2025 ha collezionato due vittorie appena: oltre a quella faticosa di pochi giorni fa a Flushing Meadows contro Alexandre Muller – seguita dal ko con polemica contro Daniel Altmaier -, c’è il successo all’esordio su Tomas Etcheverry a Parigi, prima di finire ko contro il nostro Matteo Gigante, partito dalle qualificazioni. In Australia il greco si era fermato subito, battuto da Alex Michelsen; idem a Wimbledon, con il ritiro sotto di due set contro il francese Valentin Rojer. Una crisi che parte da lontano: già il 2024 di Tsitsipas era stato insufficiente, con la mancata qualificazione alle ATP Finals dopo 5 partecipazioni consecutive e l’uscita dalla top 10. Per provare a risollevarsi aveva provato a giocare la carta Goran Ivanisevic, ma la collaborazione è durata giusto un paio di settimane, con tanto di divorzio al veleno dopo le critiche dell’ex campione croato sulla forma fisica del greco, accusato anche di non essere esattamente un modello di impegno e professionalità.

Infine Casper Ruud, il meno quotato dei tre e con una situazione un po’ diversa. Il norvegese negli ultimi anni non ha mai brillato negli Slam, eccezion fatta per il Roland Garros, dove nelle ultime tre stagioni aveva ottenuto due finali e una semifinale. Esclusa “l’anomalia” della finale agli US Open del 2022, Ruud non ha mai raggiunto i quarti in nessuno Slam che si giocasse al di fuori della terra. Ecco perché il triplo secondo turno raggiunto in questo 2025 (a Wimbledon ha optato per il forfait) stupisce fino a un certo punto. Jakub Mensik a Melbourne, Nuno Borges a Parigi e Raphael Collignon a New York sono gli avversari che lo hanno battuto quest’anno, con il rimpianto di aver giocato il match contro il portoghese in condizioni fisiche non ottimali. L’unica oasi felice del suo 2025 rimane il Masters 1000 di Madrid, unico torneo vinto e unico in cui ha ottenuto successi contro dei top 10. Una vittoria che al momento rappresenta quasi la metà dei punti ottenuti in tutta la stagione, che con altissime probabilità lo vedrà fuori dalle ATP Finals di Torino.

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