ATP Cincinnati, Sinner supera per la prima volta Auger-Aliassime e vola in semifinale

[1] J. Sinner b. [23] F. Auger-Aliassime     6-0 6-2

“Penso di aver risposto molto bene oggi. Ho cambiato qualcosa, ci siamo preparati nel modo migliore, sono riuscito ad alzare il livello e penso di aver giocato un ottimo tennis. Ogni giorno è diverso, ma le cose stanno andando sempre meglio”. Con un eloquente 6-0 6-2, per la prima volta in carriera Jannik Sinner si è imposto su Felix-Auger Aliassime qualificandosi come primo semifinalista della parte alta del tabellone del Cincinnati Open. Una vittoria, la venticinquesima consecutiva su superfici veloci (primo a riuscirci dopo Djokovic, Federer, Murray e Nadal) che vale al leader della classifica Atp la semifinale numero trentanove nel circuito maggiore, la dodicesima in un Master 1000 e che conferma il suo straordinario rendimento nei confronti dei giocatori fuori dalla top venti, contro cui sul cemento non perde ormai più da quarantotto partite.

Quando nel 2022 ebbe ragione dell’azzurro in entrambi i precedenti (prima a Madrid, poi a Cincinnati), a differenza di un Jannik alle prese con i cambiamenti nel suo angolo dopo il divorzio da Riccardo Piatti, Aliassime era nel miglior momento della sua giovane carriera. All’epoca Felix aveva già da un anno iniziato la collaborazione con Toni Nadal (poi interrottasi all’inizio del 2024), capace finalmente di dare concretezza ad un talento troppo spesso frenato dall’emotività. In quella stagione, dopo aver perso in precedenza le prime otto finali giocate nel circuito maggiore, mise infatti in bacheca i primi titoli (Rotterdam, Firenze, Anversa e Basilea). A Parigi-Bercy, solo Holger Rune (futuro vincitore del torneo) era riuscito ad interrompere la striscia di sedici vittorie consecutive che gli permise di raggiungere il sesto posto della classifica mondiale (suo best ranking) e di qualificarsi per le Atp Finals di Torino.

Il canadese che pochi giorni fa ha compiuto venticinque anni (è infatti nato l’8 agosto come quel Roger Federer che vent’anni fa vinceva il primo dei suoi sette – record assoluto – Master di Cincinnati), già trionfatore in stagione ad Adelaide e Montpellier e mai sconfitto nei precedenti sette quarti di finale raggiunti nel 2025, oggi non è però mai stato realmente in grado di impensierire il numero uno del mondo. L’enfant prodige che non ancora quindicenne conquistava i primi punti nella classifica Atp (primo a riuscirci tra i nati nel nuovo millennio) è infatti andato subito in difficoltà, cedendo nel secondo game il turno di battuta quando (dopo un errore in manovra) non è stato in grado di difendersi dalla profondità della risposta di Sinner sulla sua seconda di servizio. Incapace di sostenere il ritmo imposto dall’avversario e quindi impossibilitato a mettere in pratica gli schemi preferiti, tradito anche dal dritto il classe 2000 originario di Montréal si è ritrovato nel quarto gioco sotto di due break (0-4), finendo per alzare bandiera bianca nel sesto quando (con il quinto doppio fallo della sua partita) si è autoinflitto il bagel consegnando il primo set all’italiano: 6-0 in 27 minuti.

Del tutto inaspettatamente (complice un fastidio accusato al piede sinistro), in apertura di seconda partita Jannik si è esibito in un banale errore di rovescio e, con il successivo doppio fallo, ha perso il servizio. Tenendo (non senza fatica) il successivo turno di battuta per la prima volta nel match, Auger ha confermato un vantaggio (2 a 0) durato appena una manciata di minuti. Il tempo necessario al leader del circuito di ritrovarsi e di tornare a comandare le operazioni anche dalla risposta: splendido il passante di rovescio con cui il classe 2001 ha ottenuto (a zero) il break con cui ha rimesso il set in equilibrio (2 a 2). Sostenuto da una percentuale di prime (59) se non ancora ottimale comunque migliore di quella fatta registrare nelle precedenti esibizioni, Sinner ha rimesso la testa avanti. Quindi, nel sesto game, dopo aver vinto un duello sulla diagonale sinistra, ha nuovamente strappato la battuta ad un canadese incappato nel settimo doppio fallo di giornata (4 a 2). Nell’ottavo gioco, con un inside out di dritto Jannik si è conquistato due match point (15-40): è bastato il primo, quando un Aliassime sotto pressione non ha tenuto in campo la seconda di servizio consegnando al numero uno del mondo il sesto game di fila: 6-0 6-2 in 1 ora e 11 minuti.

Oltre a quello con il canadese, restano ormai davvero pochi i confronti diretti che vedono l’azzurro in svantaggio con gli altri protagonisti del circuito, spesso per una mera casualità (avendo incontrato alcuni giocatori solo agli esordi o giù di lì), raramente per il valore assoluto dell’avversario (Carlos Alcaraz su tutti). In alcuni casi Jan ha già ribaltato gli “head to head” (Djokovic, Medvedev), in altri è con ogni probabilità destinato a farlo (Tsitsipas, Zverev). Ma al di là dei numeri, si è trattato di scontri che spesso hanno rappresentato un importante banco di prova, un vero e proprio snodo (nel bene e nel male) in alcune tappe rilevanti del percorso di crescita dell’attuale numero uno del mondo. Senza banalmente scomodare il celebre successo contro Novak Djokovic in quella semifinale di Coppa Davis che ha segnato un punto di non ritorno, resta in tal senso significativa l’inversione di rotta avuta con Daniil Medvedev dal trionfo nella finale di Pechino che, spezzando una serie di sei sconfitte consecutive, ha segnato nell’autunno del 2023 uno step decisivo nella definitiva scalata al vertice del fenomeno di San Candido.

Quel salto di qualità arrivato dopo la quarta sconfitta in cinque confronti avvenuta, poche settimane prima, per mano di Alexander Zverev agli US Open (il tedesco annichilito invece quest’anno durante la finale di Melbourne). Perché la forza di Sinner, fin da giovanissimo, è sempre stata quella di fare tesoro degli insuccessi, ricercando con inscalfibile determinazione la soluzione ad ogni criticità. Come quando, dopo la netta sconfitta subita da Stefanos Tsitsipas nei quarti degli Australian Open, nel febbraio del 2022 ufficializzò la rottura con la precedente guida tecnica per costruire attorno a sé un nuovo team. Ora, restando in tema di precedenti, in semifinale l’altoatesino sfiderà per la sesta volta il danese Holger Rune (con cui è avanti 3 a 2 avendo vinto consecutivamente le ultime tre sfide, tra cui quella di quest’anno nel primo slam stagionale) oppure, per la prima volta in carriera, la vera rivelazione del torneo: quel Terence Atmane approdato ai quarti (unico non testa di serie) partendo dalle qualificazioni.

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