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10 Ago 2025 23:56 - ATP
ATP Cincinnati: il solito Alcaraz soffre più del dovuto ma avanza al terzo turno
di Stefano Tardi
[2] C. Alcaraz b. D. Dzumhur 6-1 2-6 6-3
Con una vittoria probabilmente più sofferta del previsto, Carlos Alcaraz ha fatto il suo rientro nel circuito imponendosi per 6-1 2-6 6-3 su Damir Dzumhur e guadagnandosi così l’accesso al terzo turno del Cincinnati Open. Come avvenuto al terzo turno del Roland Garros quando, dopo due set praticamente perfetti, in un match altamente spettacolare Carlitos aveva consentito al bosniaco di rientrare in partita e di portarsi avanti di un break nel quarto set, anche stavolta il cinque volte campione slam non è stato in grado di chiudere l’incontro senza complicarsi un po’ la vita.
In un primo durissimo game il trentatreenne originario di Sarajevo è stato costretto ad annullare due palle break per salvare l’unico turno di battuta del set. Un preludio allo show del ventiduenne murciano che (dopo aver tenuto a quindici la battuta esibendosi in una spettacolare volée alta da consegnare agli highlights) nel terzo gioco comandando con il dritto è salito 0-40, riuscendo al quarto tentativo (il secondo del game) ad ottenere il break che ha indirizzato la prima partita. Una distanza ampliata dai due gratuiti consecutivi con cui il bosniaco ha nuovamente ceduto il servizio nel quinto game (1 a 4) e culminata in un parziale di sei giochi consecutivi chiusi da una discesa a rete dello spagnolo: 6-1 in 28 minuti. Dopo un dominio che sembrava inattaccabile, nel terzo game del secondo set lo spagnolo è improvvisamente calato di concentrazione, esibendosi in tre gratuiti consecutivi che hanno consegnato a Dzumhur un break insperato (1-2). La situazione è cambiata, perché il bosniaco ha iniziato a crederci (esprimendo a tratti il buon tennis di cui è capace) e, restando di più nello scambio, ha messo in difficoltà la seconda testa di serie del tabellone che, dopo una volée banalmente sbagliata, ha ceduto ancora il servizio (1 a 4). Entrato ormai in partita, l’ex numero 23 del mondo ha capitalizzato il vantaggio pareggiando i conti al secondo set point a disposizione: 6-2 in 30 minuti.
L’equilibrio ha preso il sopravvento, fino a quando Carlitos non è riuscito a spezzarlo in un interminabile quarto game concluso con l’ennesima accelerazione di dritto che è valsa il break (3 a 1). Dzumhur ha avuto però il merito di rimanere attaccato alla partita, strappando il servizio allo spagnolo nel settimo gioco grazie ad un buon passante di rovescio (3-4). Peccato per il bosniaco che nel momento chiave (30-40 dell’ottavo game) ha commesso un doppio fallo che, regalando ad Alcaraz l’immediato contro break, ha spedito il cinque volte campione slam a servire per l‘incontro: una chance ben sfruttata dal murciano che, andato a match point con un ace al centro da destra, ha chiuso i conti alla prima occasione quando il rovescio di Damir non ha trovato il campo: 6-1 2-6 6-3 in 1 ora e 41 minuti. Al terzo turno l’allievo di Juan Carlos Ferrero (assente in Ohio ma pronto a raggiungerlo a New York) troverà Tallon Griekspoor (testa di serie numero 26 del seeding) o Hamad Medjedovic. Contro l’esperto olandese Alcaraz ha sempre prevalso nelle precedenti cinque occasioni senza lasciare alcun set per strada, mentre non ci sono precedenti contro il giovane serbo.
Nonostante i tanti punti interrogativi, il successo con Dzumhur lascerà comunque allo spagnolo sensazioni ben diverse dalla sconfitta subita un anno fa su questi campi da parte di Gael Monfils. Quella che lo vide sfogare su una racchetta tutta la tensione e lo stress accumulati nelle settimane precedenti e presentarsi in conferenza stampa affermando di aver disputato “la peggior partita della carriera”. Allora il fuoriclasse di Murcia (pur avendo messo in bacheca sia il Roland Garros che Wimbledon) era atterrato sul cemento nordamericano in seguito alla duplice delusione olimpica di Parigi, dispiaciuto sia per non essere arrivato a medaglia in doppio con Nadal che per non essere riuscito a conquistare l’oro nel singolare, sconfitto in un drammatico ultimo atto da Novak Djokovic (lo stesso Nole che proprio a Cincinnati nel 2023 lo aveva superato annullando match point in un’altra epica finale durata quasi quattro ore).
Stavolta c’è stata da digerire un’altra delusione (quella della finale persa ai Championships contro Sinner), ma almeno c’è stato il giusto riposo. Dopo essersi rilassato qualche giorno in Andalusia con gli amici di sempre ad El Puerto de Santa Maria, Carlitos ha ripreso gli allenamenti al La Manga Club prima di tornare ad intensificare il lavoro a casa sua, al Real Sociedad Club de Campo di El Palmar dove è cresciuto. La situazione a lui più congeniale per ricaricarsi in vista della parte di stagione storicamente meno favorevole. Quella in cui ha fin conquistato solo due dei ventun titoli della sua giovanissima carriera, per quanto certamente non banali (lo US Open 2022, suo primo slam, e l’ATP 500 di Pechino – quello dei sette punti consecutivi nel tiebreak decisivo della finale con Jannik). Quella in cui, come da obiettivo dichiarato, dovrà cercare di “riconquistare il primo posto della classifica”.
Un obiettivo difficile, ma numeri alla mano tutt’altro che impossibile, a patto di riuscire ad invertire la tendenza. Perché se Sinner attualmente guida il ranking con un vantaggio di 3.440 punti, è pur vero che dall’Ohio al Master di Parigi l’azzurro sarà chiamato a difendere 4.330 punti, contro i soli 860 dello spagnolo. Prima delle Finals di Torino che potrebbero risultare decisive nell’assegnazione dei punti necessari per chiudere la stagione in vetta. Perché in fondo, anche se il tennis ha dimostrato (specialmente negli ultimi anni) che la storia si scrive contando gli slam più che le settimane al vertice, quel numero uno ha ancora un valore, rappresentando un senso di assolutezza che mantiene intatto tutto il suo fascino ed il suo prestigio.