Sinner inciampa sull’erba e su Bublik: il numero 1 eliminato ad Halle

Ottavi di finale

A. Bublik b. [1] J. Sinner 3-6 6-3 6-4
[2] A. Zverev b. L, Sonego 3-6 6-4 7-6(2)

Battuta d’arresto per Jannik Sinner, che al secondo turno del torneo di Halle, vinto l’anno scorso all’esordio da numero 1 del mondo, si è trovato di fronte un ALeksandr Bublik meno arrendevole di quello trovato a Parigi. Una volta di più tocca dire che per quanto le superfici si siano via via adeguate al tennis contemporaneo qualche differenza tra terra rossa e erba continua ad essere evidente. Sinner ha poche ragioni per cambiare il proprio gioco, visto l’altissimo rendimento che gli garantisce torneo dopo torneo, però avrebbe forse fatto bene a ricordare che la vittoria dell’anno scorso fu meritata quanto fortuita. Già allora Sinner aveva sofferto turno dopo turno, ma sulle ali dell’entusiasmo – e con qualche aiuto della sorte – era riuscito a superare ostacoli meno coriacei del Bublik di oggi. Non che Sasha abbia fatto chissà cosa, se non servire con costanza e ogni tanto tirar fuori dei colpi spettacolari, ma si è spesso trovato a colpire senza doversi spostare perché Sinner è sembrato più preoccupato di trovare gli appoggi e le distanze dalla palla dopo il rimbalzo sull’erba, che far giocare il russo (lasciate perdere il Kazakhistan) in movimento. E uno straordinario colpitore come Bublik può non lasciarti scampo, anche se sei il numero 1 del mondo.

Sinner forse ha anche pensato di aver chiuso la discussione dopo pochi minuti, visto che in un amen era già 3-0 ma doveva prestare più attenzione al fatto che dopo il break del secondo game aveva fatto solo un punto nei tre turni di risposta successiva. Non che Bublik lo impensierisse particolarmente, visto che anche lui conquistava 4 punti in tutto in risposta, anzi, in apertura di secondo set Aleksandr si salvava un paio di volte grazie al servizio, ma nel sesto game arrivava il patatrac. Sinner infilava un brutto turno di servizio, si salvava in qualche modo per due volte, non riusciva a chiudere il game e cedeva alla terza palla break. A Bublik non deve essere apparso vero, si è concentrato un po’ al servizio e ha portato il match al terzo.

Era lecito attendersi il cambio di marcia di Jannik, che di nuovo nel secondo game sembrava pronto a piazzare la zampata decisiva. Bublik si salvava ancora e stavolta era lui a poter allungare, aiutato dal fatto che Sinner proprio non lo faceva muovere per colpire. Era bravo Sinner a salvarsi, come anche nel quinto game, ma se stai troppo sul cornicione capita di cadere, e nel settimo game uno schiaffo al volo giocato molto male dava il break decisivo a Bublik. Sinner non si arrendeva, ma le armi erano troppo spuntate e così lasciava mestamente campo e titolo.

Animo però, se appunto si è troppo sperato in un avvicinamento ad Alcaraz sull’erba, come se le differenze di risultati degli anni scorsi non significassero nulla, non è adesso il caso di farsi prendere dallo sconforto. Sull’erba i margini tra Sinner e gli altri si riducono e in giro c’è gente che non aspetta altro che la giornata di luna storta per azzannarti, ma a Wimbledon sarà un’altra storia. Un po’ il 3 su 5, un po’ altri dieci giorni su erba, un po’ una diversa concentrazione, dovrebbero aiutare Sinner a trovare un modo per risolvere queste giornate un po’ così. E poi non cè sempre Bublik dall’altra parte…

Poco prima uno splendido Sonego si era arreso solo al tiebreak contro uno Zverev che ha aspettato proprio gli ultimi 10 minuti per giocare il suo miglior tennis. Lorenzo ha vinto meritatamente il primo set e nel secondo ha ceduto proprio in chiusura, ma poi ha resistito benissimo nel terzo. Nel tiebreak appunto, Zverev è sembrato il numero 3 del mondo per davvero e la differenza si è fatta sentire. Peccato.

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