Djokovic: “Mai stato amato come Federer e Nadal, ero il terzo incomodo”

Vincitore poche settimane fa a Ginevra del titolo numero 100 della sua carriera e semifinalista al Roland Garros, Novak Djokovic guarda ai prossimi impegni – tornerà in campo a Wimbledon – con uno sguardo al passato, tornando sulla rivalità con Federer e Nadal. “Ero il terzo incomodo arrivato dicendo di voler diventare il numero uno” dice il serbo, entusiasta dopo il match vinto ai quarti a Parigi contro Alexander Zverev – “Sono queste le partite per cui ancora gioco a tennis”, aveva detto – e sconfitto poi in semifinale da Jannik Sinner. Senza coach, con un calendario da definire un po’ alla volta, e un fine carriera che sente avvicinarsi ma a cui non ha ancora intenzione di fissare la data, Djokovic intervistato dall’edizione tedesca di “20 minutos”, ha ripercorso gli anni parlando anche dei rapporti con i suoi rivali.

“Non sono mai stato amato come loro perché non avrei dovuto essere lì – ha dichiarato Djokovic -. Ero il più piccolo, il terzo che è arrivato dicendo di voler diventare il numero uno. E a molte persone non è piaciuto. Il fatto che qualcuno sia il mio più grande rivale non significa che gli auguri del male, lo odi o faccia qualcosa in campo per sconfiggerlo – ha aggiunto – Abbiamo lottato per la vittoria e ha vinto il giocatore migliore. come un bambino indesiderato, mi chiedevo perché e faceva male. Poi ho pensato che i tifosi mi avrebbero accettato se mi fossi comportato diversamente, ma non fu così. So di essere un uomo con molti difetti, ma ho sempre cercato di vivere con il cuore – ha aggiunto il serbo – e con le buone intenzioni cercando di restare me stesso. Ho sempre rispettato Federer e Nadal, non ho mai detto una sola brutta parola su di loro e non lo farò mai. Ma – ha poi concluso – sono sempre andato più d’accordo con Rafa che con Roger”.

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