Alcaraz è pronto, tra lui e Sinner adesso c’è Musetti

Chissà se è il caso di mettersi il cuore in pace e capire che Alcaraz non è uno dei big three. Non certo perché dotato di talento inferiore, anzi a volte l’impressione è che sia un’evoluzione dei tre, quanto perché il suo rapporto col tennis è proprio di un altro tipo, meno totalizzante rispetto a quello dei predecessori. Del resto Carlitos stesso lo ha spiegato più volte: per quanto possa piacergli il tennis e tenere alle vittorie nei tornei, intende restare un ventenne non troppo diverso dagli altri, vita notturna inclusa. Questo approccio vagamente distaccato si presenta abbastanza platealmente anche durante la singola partita. Ci sono momenti in cui Alcaraz ha la testa al tennis e allora tutto finisce, l’avversario viene ridotto a sparring partner, e semplicemente Carlitos fa cose impossibili da contenere. Ma ce ne sono altri in cui sembra che il ragazzo spagnolo sia un normale tennista, alle prese con uno più forte di lui. Quest’altalena spesso è legata ai turbamenti dell’età, per sua natura incerta, in attesa della definitiva stabilizzazione, ma non è detto che questa arrivi, e che arrivi nel senso che auspicano i tifosi, cioè con la scelta del tennis come unica cosa per cui vale la pena alzarsi la mattina. Inutile dire che non siamo tra quelli, perché parte del divertimento nel veder giocare Alcaraz sta diventando l’attesa del “momento-Carlitos” quando, come succedeva a Federer, semplicemente ci sembra di vedere un giocatore irreale. Quello che è successo dal 2-4 del primo set all’1-0 del secondo, contro Draper, non si può che spiegare con la lunga introduzione cui siamo stati costretti, perché è difficile credere che quel giocatore che ha mostrato tutto quanto si possa fare con una racchetta in mano, sia lo stesso che prima e dopo ha arrancato con grosse ingenuità, permettendo a Draper di rimanere in partita. Così Alcaraz ha tenuto Draper in partita fino al 4 pari, quando Draper ha avuto persino due palle per andare a servire per il set, annullate da due buone prime dopo che durante ilg ame ne aveva combinate di ogni. E poi, come se niente fosse, dopo aver fatto due punti nei precedenti tre game di risposta, Carlos ha deciso che poteva bastare ed è tornato lì, in quella zona dove accede solo lui: break a zero e partita finita.

Alcaraz con questa vittoria torna al numero 2, e così rende impossibile il match con Sinner a Parigi prima della finale. Ma prima ne hanno forse un’altra da giocare.

Quarti di finale

[3] C. Alcaraz b. [5] J. Draper 6-4 6-4
[8] L. Musetti b. [2] A. Zverev 7-6(1) 6-4

Ottavi di finale

[6] C. Ruud b. J. Munar 6-3 6-4

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