Resterà per sempre il primo italiano ad aver vinto un titolo slam, a Parigi, nel 1959. Successo che doppiò l’anno dopo. Ed il capitano della squadra che nel 1976 tornò dal Cile con la Coppa Davis, anche quella una prima volta. Nicola Pietrangeli se n’é andato a 92 anni e con lui si chiude una […]
Siamo onesti, l’unica curiosità relativa al quarto di finale tra Alcaraz e Martinez era relativa al numero di game che sarebbe riuscito a portare a casa il buon Pedro (o che avrebbe concesso Carlitos…) e alla durata.
È finita 6-1, 6-2 – come con Vavassori – ma Martinez è riuscito a resistere un’ora e dodici minuti. Sette in più del doppista azzurro: un successone.
Molto altro da aggiungere francamente non c’è, dal momento che non è esistita partita. Più interessante è stato forse il dopo, quando Alcaraz in zona mista ci ha raccontato qualche dettaglio sulla sua racchetta: “Prima dell’Australian Open ho fatto aggiungere 5 grammi di peso nel cuore della racchetta. In questo modo riesco ad avere più potenza e questo mi aiuta molto, in particolare contro determinati avversari. Questa variazione inoltre non mi provoca problemi per quanto riguarda il controllo, perché si tratta d’una piccola variazione e quindi riesco a gestire il tutto molto bene”.
In semifinale Carlitos affronterà domani Hurkacz, che con Rublev ha dato senz’altro vita al quarto di finale più interessante della giornata.
I precedenti dicevano 3-2 per il polacco, con l’ultimo match vinto in finale al Masters 1000 di Shangai del 2023 al tiebreak del terzo set, dopo aver annullato un matchpoint.
Qui a Rotterdam il primo set s’è svolto sulle montagne russe. Con Rublev subito avanti d’un break e inizialmente in controllo. Ma il solito break mentale del russo, unito a un paio di randellate di Hurkacz, ha consentito al polacco di controbreakkare e rientrare in partita.
Sembrava addirittura fatta per Hubi quando nel tiebreak s’era trovato avanti di due minibreak sul 4-1, ma da quel momento in poi ha infilato una serie di errori da film dell’orrore e ha finito per regalare il gioco decisivo per 7-5. E con esso il primo set…
Partita finita? Macché… Quando c’è Rublev in campo non si sa mai quello che può succedere. E così con uno dei suoi proverbiali passaggi a vuoto nell’ottavo gioco regala di fatto la seconda frazione ad Hurkacz: 6-7(5), 6-3 e palla al centro.
Il terzo e decisivo set ha più o meno lo stesso copione, ma col brivido. Tutto regolare fino al 3-3, poi Rublev fa il Rublev e con un game di servizio orribile regala il break. Nel gioco successivo Hurkacz si ritrova sotto 0-40, ma con cinque vincenti consecutivi ribalta la situazione e conferma il break.
I colpi di scena finiscono qui. Hurkacz non si distrae più e chiude 6-7(5), 6-3, 6-4. Sarà lui domani a sfidare Alcaraz. Buonanotte!