Molto attiva la Wilson in questo inizio 2025. La casa di Chicago ha annunciato di avere avviato una partnership con Hubert Hurkacz, tennista polacco già numero 6 del ranking, semifinalista a Wimbledon e vincitore di due Masters 1000. Hurkacz si è detto entusiasta della nuova racchetta, una Blade v9 performane. La Wilson, che fa parte […]
Iga Swiatek ha subito il primo, vero, test del suo 2025 e ancora una volta deve ringraziare più che il suo tennis quello che ha dentro di sé. Perché il 6-7(4) 6-1 6-4 contro Katie Boulter è stato un mix di tanta fatica e coraggio che a un certo punto ha dovuto usare per abbreviare gli scambi alla battuta, lì dove poteva controllare il punto e gestire meglio il calo di energie subito nel set decisivo, accompagnato da un po’ di fastidio alla coscia destra.
Quello femminile è stato il match simbolo di una serie che la Polonia è riuscita a chiudere sul 2-0 contro un’ottima Gran Bretagna e qualificarsi per il terzo anno consecutivo alle semifinali della United Cup. In apertura di giornata c’è stata la prima vittoria di Hubert Hurkacz nella competizione, anche qui riducendosi soltanto ai game decisivi di ciascun set contro Billy Harris, sfruttando il proprio servizio al meglio per non soffrire particolarmente e prevalendo 7-6(4) 7-5.
Il clou è arrivato poco dopo perché Boulter è stata protagonista di una prestazione super, dove non l’ha tramutata in vittoria per un nulla. È andata sotto 0-3 nel primo parziale ma piano piano ha cominciato a trovare profondità ed efficacia coi colpi da fondo. Tirava in media più forte della polacca sia col dritto che, soprattutto, col rovescio grazie a un bilanciamento del corpo che le dava un impatto sempre molto pulito e pericoloso. Attaccava benissimo già nel game del 3-1 Swiatek costringendo Iga a grandi difese e veniva premiata poco dopo col controbreak e l’aggancio. Swiatek era nello scambio e sembrava poter reggere, ma non trovava mai il modo di mandare l’avversaria fuori equilibrio o costringerla a perdere campo, pur in momenti dove piazzava la palla negli ultimi centimetri. La grande differenza, a tratti, sembrava anche essere nella capacità di Boulter di accelerare e comunque contenere i rischi, tenendo la polacca in apnea. Il punto sul 3-2 e servizio per Katie al tie-break ha una dinamica che spiega bene la situazione: Swiatek spingeva col dritto fino alla linea di fondo ma Boulter, coi piedi belli saldi a terra, rigiocava come fosse un muro ed era Iga quella costretta sulla difensiva. Poi l’oscillazione del punteggio è stata particolare, perché la britannica perderà quel punto (tentando un drop shot senza senso) e quello successivo, ma l’avversaria a sua volta giocherà male i successivi due punti.
75 minuti di tennis veramente al limite della perfezione portavano Boulter avanti, celebrando un ultimo rovescio lungolinea che brillava di manifesta superiorità. Qui però arrivava il primo passaggio cruciale: tenere quel ritmo. Iga è ripartita più o meno con la stessa intensità, lei no: 4-0 Polonia. Boulter è stata sfortunata sull’1-4, perché già col dritto sul 15-30 meritava miglior fortuna, ma il 6-1 per Swiatek era netto pur non significando granché nell’intero equilibrio di un match che poteva riaprirsi velocemente. E così è stato. La britannica è tornata a colpire bene all’inizio del set decisivo mentre la numero 2 del mondo calava un po’ nell’intensità, complice un accenno di fastidio alla coscia destra che verrà fuori poco dopo. Già sull’1-1 Swiatek è stata “beccata” da Cicak che l’ha ammonita per una breve pausa presa verso la sua panchina e, al cambio campo, è giunto il fisioterapista. La pausa che ne è seguita è stata piuttosto lunga, complice anche un medical time out fuori dal campo, e Boulter l’ha pagata con otto punti consecutivi persi abbastanza rapidamente.
Gli ultimi 30 minuti, pur con un ritmo in campo un po’ calato, hanno avuto i maggiori picchi di tensione. Swiatek ricordava molto nell’atteggiamento quella dell’inizio di terzo set a Roma contro Rybakina, dove forzava tanto alla battuta fin dal servizio, come a indicare non avesse più molte energie da offrire. Che fosse per un calo generale o indicasse altro, questo non era chiaro: non c’erano scene, e gli unici accenni di fastidio e acciacchi si verificavano lontano dalle telecamere, al termine dei punti. Una volta la si è vista camminare molto delicatamente sulla gamba destra, fasciata, mentre in un’altra occasione si è accasciata contro la parete per allungare la destra. Nei suoi game, però, Boulter non riusciva a giocare fino al 4-4. Katie aveva appena salvato con ottimi punti due palle break e, in risposta, trovava la via per mettere in crisi l’agilità della polacca fino al 30-40. Come spesso successo, però, Swiatek ha tirato fuori qualcosa in più: rovescio lungolinea finito nell’ultimo millimetro di riga laterale e due prime vincenti consecutive per uscire da una buca profondissima. Dopo il cambio di campo, la sua pressione ha avuto effetto con un immediato 0-30 e, puntando sulla tensione che Boulter potesse sentire ha raccolto anche gli ultimi due punti celebrando in maniera molto sentita.
Dalle sue parole all’intervista in campo si capiva quanto fosse sfinita e affaticata, dichiarando che voleva solo stendersi e riposare, e pesando le parole sul giorno di riposo sembra intendere che farà ben poco domani in vista del match contro Elena Rybakina, non una qualunque, nella giornata di sabato.
Polonia b. Gran Bretagna 2-0
[POL] H. Hurkacz b. [GBR] B. Harris 7-6(4) 7-5
[POL] I. Swiatek b. [GBR] K. Boulter 6-7(4) 6-1 6-4