Nella tarda serata di ieri, a Perth, Germania e Cina si sono fatte un favore a vicenda arrivando al doppio decisivo della loro sfida di United Cup perché coi risultati della prima giornata si garantivano entrambe un posto ai quarti di finale. Serviva solo stabilire chi da prima del girone E e chi come migliore […]
04 Gen 2025 05:13 - Senza categoria
Swiatek super contro Rybakina. La Polonia è in finale
di Diego Barbiani
Per tutta la United Cup fin qui, ma in generale nel corso delle ultime competizioni a squadre, la Polonia è stata tutt’uno con Iga Swiatek. Spesso chiamata a mettere delle pezze, spesso a trascinare per davvero l’intero gruppo, spesso ad affrontare avversarie scomode su superfici meno congeniali.
Lei che ha sempre faticato tanto contro grandi colpitrici sul cemento medio-rapido ha battuto nelle ultime uscite Paula Badosa, Linda Noskova, Jasmine Paolini, Karolina Muchova, Katie Boulter ed Elena Rybakina. Contando caratteristiche e momento, sono alcune tra le avversarie più dure per lei. La kazaka appartiene a una prima fascia di pericolosità per il fastidio che le ha spesso dato nell’impattare la palla di dritto e far valere il controllo della diagonale, o la semplicità che mostra nel trovare profondità e costringerla continuamente in apnea, o anche solo a pescare piazzamenti con il servizio che le regalano punti gratuiti ogni game.
Eppure, oggi, Iga ribaltato la situazione con una prestazione in crescendo e dove ha saputo cominciare a infliggere a Rybakina gli stessi pensieri che Elena può avere contro altre big. Ed era il punto chiave, perché Hubert Hurkacz in precedenza aveva messo in scena la miglior partita della sua United Cup e si era sbarazzato di Alexander Shevchenko con un comodo 6-3 6-2. La Polonia, grazie al successivo 7-6(5) 6-4 di Swiatek, ha così chiuso la serie 2-0 contro il Kazakistan rendendo inutile il doppio misto conclusivo. Un mega sospiro di sollievo per Iga, che ha avuto per tutto il tempo la fasciatura presente sulla coscia destra che ha dato problemi nel match precedente, contro Boulter, e una reazione abbastanza contratta sul match point. Sta dando tutto ed è sempre molto al limite, quel volto ed esultanza anche rabbiosa poteva voler dire un po’ tutto tra nervi che uscivano e fastidi generici, anche se l’espressione molto rilassata e per nulla preoccupata quando raccontava che dopo i primi accertamenti tutti nel team le avessero detto che non c’era nulla di concreto.
Oggi la sfida è partita seguendo un po’ la solita linea: Rybakina si teneva lontana dai guai col servizio, Swiatek sembrava più altalenante. Nel terzo game la polacca ha cominciato a richiamare l’attenzione della panchina per chiedere più tensione nelle corde, con tanti errori che si alternavano. C’erano sui 10 gradi in più a Sydney e questo può aver inciso perché soltanto dalla seconda metà del parziale Iga ha cominciato a colpire bene. Eravamo giunti al 5-3 per l’avversaria e, sul 40-40, per la prima volta è riuscita a sfondare sulla diagonale del dritto. Non è cambiata rapidamente la situazione, ma da quel punto qualcosa si è incrinato nella kazaka che sul 5-4 15-15 colpiva male col rovescio incrociato e finiva sotto pressione per la prima volta. Swiatek da che si affannava lungo il campo ora teneva più il centro e cercava di aprire angoli, trovava il controbreak alla quarta occasione e nel braccio di ferro che si installava non cedeva più facilmente. C’è molto a livello mentale, come sempre in questo sport: Iga stessa aveva bisogno di quella reazione che doveva partire da lei, e nel fattore psicologico può avere la meglio su quasi tutte, Rybakina compresa.
Il set stava girando e sul 6-5 sono addirittura arrivati due set point per la Polonia. Sul primo Rybakina ha servito bene, sul secondo Swiatek ha perso il dritto però di pochissimo cercando profondità e una traiettoria alta di dritto sul rovescio della kazaka, fattore che si è visto oggi con buona insistenza e convinzione. Un brutto errore, ma un errore “giusto” nell’idea. Stava sopraggiungendo tensione, per entrambe, e questa si è tramutata in un tie-break dove su 12 punti giocati si sono vinti solo tre con la battuta. Minibreak a raffica fino al 4-4, frutto di ottima pressione in risposta e qualche scelta un po’ azzardata (Swiatek ha esagerato col dritto sul 4-3, Rybakina ha fatto una volèe titubante sul 3-2) ma alla fine Iga lo ha meritato grazie a un ultimo punto vinto, col servizio, reggendo molto bene difensivamente col dritto e spingendo l’avversaria a sbagliare.
Quasi 75 minuti di lotta e un set pesantissimo portato a casa hanno leggermente spianato la strada a Swiatek, che nel secondo parziale ha sì sprecato malamente la chance di break sull’1-1 ma in generale si stava rapportando meglio agli scambi. Non colpiva tanto forte ma lavorava molto di più la palla cercando piazzamenti che mandassero fuori tempo e in allungo l’avversaria, trovava molta più efficacia con la prima e dava una generale sensazione di non subire più così tanto il confronto nel palleggio. Questo fattore si è espresso in maniera netta sul 3-3, con due punti vinti molto bene all’inizio per lo 0-30 e Rybakina che crollava per prima buttando via gli ultimi punti. Dal canto suo, il dritto è andato spegnendosi e solo sul 4-5 ha avuto un paio di buone fiammate reagendo e girando i due scambi iniziali riprendendo profondità ed efficacia, ma dallo 0-30 ancora una volta Iga è salita in cattedra, esaltandosi nei punti decisivi grazie a ottime difese per cancellare la palla del controbreak e chiudere la partita.
Rabbiosa l’esultanza, come tante di quelle viste fin qui nella sua United Cup. E dopo la grande occasione persa nel 2024, la Polonia avrà di nuovo l’occasione di portarsi a casa il successo.
Polonia b. Kazakistan 2-0
[POL] H. Hurkacz b. [KAZ] A. Shevchenko 6-3 6-2
[POL] I. Swiatek b. [KAZ] E. Rybakina 7-6(5) 6-4