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11 Gen 2025 08:02 - Interviste
Henin: Sinner favorito. Doping? Casi diversi, importante un trattamento equo
di Diego Barbiani
Alla vigilia dell’Australian Open abbiamo avuto la possibilità di sederci per una conferenza stampa con Justine Henin, che sarà parte della squadra di Eurosport/Discovery+ e commenterà le partite dello Slam di Melbourne dallo studio di Parigi. Si è parlato molto di big, con Iga Swiatek, Jannik Sinner, Aryna Sabalenka e Novak Djokovic tra gli argomenti principali.
L’Australian Open 2025 è un’esclusiva in Italia di Warner Bros. Discovery, che da domenica 12 gennaio alle finali femminile e maschile del 25/26 sarà trasmesso su Eurosport e per la prima volta in diretta integrale su Discovery+.
Con oltre 250 ore di tennis LIVE su Eurosport 1 (match di cartello) ed Eurosport 2 (match italiani) dai campi di Melbourne Park, Warner Bros. Discovery rinnova nel 2025 la sua squadra di campioni oggi autorevoli opinionisti: Boris Becker, Alex Corretja, Justine Henin, Tim Henman, John McEnroe, Laura Robson, Barbara Schett, Roberta Vinci, Mats Wilander e per la prima volta il due volte vincitore dell’Australian Open Jim Courier al commento per Eurosport.
L’Australian Open sarà commentato in Italia da una grande e ormai storica squadra di telecronisti e autorevoli spalle tecniche: Riccardo Bisti, Gianmario Bonzi, Andrea Campagna, Mario Castelli, Simone Eterno, Federico Ferrero, Alessandro Lettieri, Jacopo Lo Monaco, Francesco Paone, Michele Pedrotti, Dario Puppo, Francesco Sessa; Marco Bucciantini, Paolo Canè, Lorenzo Cazzaniga, Guido Monaco, Barbara Rossi, Roberta Vinci e, novità di questo Slam, Giulia Gatto Monticone, ex-tennista professionista che nel 2019 ha disputato Wimbledon e il Roland Garros.
Justine, da tennista professionista di altissimo livello sei passata come altre leggende a fare l’opinionista e commentatrice, in questo caso per Eurosport/Discovery+. Ti è piaciuto questo passaggio all’altro lato? Ci sono state difficoltà?
Faccio sempre cose perché ho passione. Ho passione per il tennis da quando gioco e penso anche ci sia un momento per ogni cosa, così ora questo è per me il momento di vivere lo sport in un altro modo. Ho cominciato ormai diverso tempo fa. Nel 2011 non è stato un andare direttamente in televisione, ho preso un po’ di tempo perché avevo altre attività come la mia accademia in Belgio a cui sono sempre molto legata, e poi piano piano è nata anche questa opportunità che ora mi sta prendendo davvero tempo nella mia vita ma amo questo. Mi da l’occasione di mostrare ancora quanto amore ho verso questo sport. Mi piace questa alternanza di ruoli: quando giocavo io ero il centro del mio team, in campo, mentre qui in telecronaca so che faccio parte di un team ed è molto bello lavorare con altre persone che condividono queste esperienze, imparando tante cose utili, e continuando a mostrare amore verso questo sport. Ci sono tante cose, anche in questo ruolo, da imparare col tempo, giorno dopo giorno, ma non vedo l’ora di tornare a Parigi per commentare l’Australian Open, sicuro.
Per quanto riguarda invece la situazione delle grandi giocatrici nel circuito WTA di adesso, abbiamo la numero 1 attuale che può puntare a vincere un terzo Slam consecutivo qui a Melbourne e la numero 2 attuale che sarà più avanti in corsa addirittura per un quarto titolo consecutivo al Roland Garros. Tu sei stata in questa situazione, proprio a Parigi, e volevo chiederti se puoi raccontare quanto sia dura come sfida gestire tutto quello che può arrivarti come pressione che aumenta e capacità di bilanciare le sensazioni nelle partite.
Credo che sia Sabalenka a Melbourne e sia Swiatek a Parigi possano dire di sentirsi veramente bene in questi posti. Sembra si sentano a casa. Tu hai una routine: viaggi in tantissimi posti all’anno, giochi ovunque, ma ci sono quei luoghi che qualsiasi cosa tu possa trovare ti fanno stare bene. Ti può piacere l’energia del pubblico, puoi avere quella scarica di adrenalina che è diversa da tanti altri posti. Magari ti piace quella superficie in particolare, magari la vicinanza da casa che ti spinge ad avere ancora più supporto. Per me era così al Roland Garros, sicuro, ma anche a Dubai per esempio. Ho vinto quel torneo credo quattro volte, forse tre, non ricordo bene ma ricordo perfettamente che ogni volta che arrivavo pensavo: “Questo torneo è perfetto per me”. Già così era qualcosa di molto positivo, perché già solo l’ambiente attorno a te ti aiuta anche solo a vincere quando non stai magari giocando bene in un dato giorno però ti fai caricare dall’energia per esempio del pubblico e credo per Sabalenka sia così a Melbourne, poi mettiamoci anche un gioco di altissimo livello cominciando dal servizio e ci sono tutti i presupposti per provare a vincere un terzo titolo consecutivo. Il modo in cui è migliorata negli ultimi 2-3 anni è straordinario: non ha mai smesso di imparare, vuole sempre andare avanti, ha una enorme ambizione e va in campo per continuare a crescere e vincere per una terza volta. Entrambe, sia lei sia Swiatek, hanno dimostrato che possono gestire la pressione di queste situazioni perché non vinci, come per Iga, tre titoli consecutivi al Roland Garros se non sai gestire la pressione. Anche se è qualcosa che chiede tanto alle proprie energie e lo abbiamo visto in Swiatek, e forse qui ritrovo qualche similarità con me quando ero in campo che diventa un po’ ansiosa e la pressione sembra delicata, ma trova comunque la via. Abbiamo visto che a Parigi è in grado di fare cose che il resto del gruppo ancora fa fatica, è capace di gestire la terra battuta come quasi nessun’altra. Lì fa una differenza enorme, come non le riesce sulle altre superfici. Potrà cercare un quarto titolo consecutivo e sa abbastanza bene cosa voglia dire gestire certe situazioni, come Sabalenka cercherà uguale un terzo titolo ora a Melbourne, anche se appunto ci sarà sempre più pressioni e aspettative.
Per quanto riguarda gli scandali doping degli ultimi mesi, Iga ha ricevuto una squalifica ma solo per un mese mentre magari Simona Halep ha dovuto ricevere una squalifica più lunga soltanto parzialmente rivista dalla sentenza di appello e non è mai potuta tornare prima dell’esito del CAS. Che idea ti sei fatta?
Noi non vogliamo questo genere di storie. Dobbiamo ma ci piacerebbe tanto non parlarne o che non succedano. D’altro canto, per me, è difficile… Simona è stata fuori per un bel po’, poi ci sono stati i casi di Jannik Sinner e poi Swiatek. Credo sia molto dura fare paragoni in questi casi, quando non si è dentro e non si conoscono bene i risvolti di queste storie. Noi leggiamo qualcosa ma non siamo dentro alla vicenda ed è molto dura paragonare i casi. Per me la cosa più importante è che vogliamo sia garantita una parità di trattamento. Magari non parliamo delle stesse problematiche, che credo sia il motivo per cui non tutte le decisioni siano simili per i vari giocatori, ma alla fine vogliamo essere certi che il lavoro delle istituzioni sia di provare queste cose, di aprirsi e parlare di queste cose e spiegare che ci sia parità di trattamento verso tutte le persone coinvolte benché le vicende non siano simili. È abbastanza difficile parlare di questo, magari non vorremmo parlarne ma dobbiamo guardare in faccia la realtà e continuare ad avere fiducia nelle autorità in questo caso, ma devono essere chiare nelle comunicazioni che è fondamentale. Ogni caso è diverso e cerco sempre di fare attenzione a non prendere giudizi troppo frettolosi su qualcosa che non conosco al 100%. Alla fine, meno di queste storie ci sono e meglio è per lo sport, sicuro.
Riguardo alle motivazioni di Djokovic in questo nuovo Slam, hai idea di come possa affrontare questa nuova sfida: avere quasi 37 anni e voler andare a caccia del titolo numero 25?
È incredibile, credo sia da ammirare da parte di tutti noi. Proviamo a immaginare e capire cosa possa sentire e provare, in che condizioni sarà in questo Australian Open, ma nessuno di noi ha la risposta e forse nemmeno lui di come giocherà e affronterà i suoi ostacoli rispetto a come ha fatto più volte in passato. Credo che lui sia proprio spinto da questa volontà di esserci e performare ad altissimo livello. Lo scorso anno è stata una stagione difficile, magari conosciamo alcune ragioni, magari ce ne sono altre che non sappiamo… Comunque aveva un grande obiettivo e l’ha raggiunto. Quello che ha fatto a Parigi, alle Olimpiadi, mi ha lasciato stupita, ancora una volta, di quanto possa fare e aveva bisogno di tempo per trovare motivazioni ed energie. Sarà abbastanza? Non lo sappiamo, ma non possiamo nemmeno dire che non fosse in condizioni di non poter competere l’anno scorso. Non ha vinto tornei se non le Olimpiadi, fatto inusuale, e magari questo può portare quella spinta per cui sia ancora qui: volersi risentire al top un’altra volta. Cioè credo che sia anche un segno: se lui è qui, è perché pensa di poterlo fare, se non lo credesse, se credesse di non poter vincere un titolo Slam un’altra volta, si fermerebbe. Non andrebbe avanti, credo, come il tennista che gioca per qualche piazzamento. Se è qui, appunto, è perché sente di poterlo fare, di andare all’Australian Open per vincere. Forse è presto per dire se sarà al top della condizione da subito, non possiamo prevederlo ma sarà molto emozionante ritrovarlo in campo, fresco mentalmente, nuovo allenatore… Non vedo l’ora, sono molto felice sia ancora qui.
Parlando invece della nuova generazione, dovessi avere una sfera di cristallo chi pensi possa riuscire a durare nel tempo e chi possa terminare col maggiore numero di Slam?
Seguendo l’istinto penso Jannik Sinner sia quello che possa avere una carriera più longeva, ma sono così giovani e hanno già ottenuto così tanto, soprattutto Alcaraz è giovanissimo e ha già fatto tantissimo. Ci sono domande ma lo stesso accadeva per Nadal che ha continuato a giocare a lungo, dovendo anche gestirsi con gli infortuni, momenti duri, ma rientrando sempre. Non sappiamo se questi due avranno le possibilità di giocare così a lungo come i campioni precedenti. È una nuova generazione. È dura dire se riusciranno davvero a continuare a vincere così tanto. Noi vogliamo e speriamo che continuino a riscrivere i record di questo sport, che diventino parte della sua storia come Nadal, Djokovic, Federer… Quanto fatto da loro è eccezionale, ma ci saranno nuove sfide e sarà da vedere se avranno le capacità di gestire nuove situazioni, la propria salute, limitare le esibizioni… Quando vedi il calendario di Alcaraz pensi che magari lui voglia davvero fare perché ha la forza di star dietro a tanti impegni, ma sono momenti che tolgono tanto a livello di energie e per continuare a giocare a lungo e vincere a lungo deve anche pensare a se stesso e alla carriera aggiustando qualcosa. Però sì sono giovani ed entrambi stanno imparando tanto, noi dobbiamo fare affidamento su di loro ma è difficile fare una previsione perché tutto va molto velocemente. Vedremo, ma sicuro loro due hanno qualcosa di molto molto speciale. Sarà interessante, anche perché credo Djokovic vorrà provare a recitare ancora un’ultima parte in mezzo a questi giovani in questa stagione.
Parlando di Wim Fissette, nuovo coach di Iga, credi possa lavorare anche sulle qualità tecniche di Iga magari?
Credo sia la sua grande sfida, migliorare i suoi aspetti di gioco. Anche se la parte mentale sappiamo bene quanto sia grande e importante, dopo tutto quello che ha fatto Iga. E lei fa parte della categoria dei grandi campioni perché loro non si accontentano, non pensano mai di essere i migliori. Loro sanno che devono continuare giorno dopo giorno a lavorare come sempre. È vero che dal punto di vista tecnico serve forse la pazienza di prendere il tempo necessario per vedere dei cambiamenti e miglioramenti. Lo abbiamo visto con Nadal, o anche Djokovic, che hanno sempre cercato qualcosa per migliorarsi. Novak anche ora a 37 anni vuole qualcosa dal suo gioco per tornare a vincere adattandosi a un tennis davvero veloce. Capacità di adattarsi che non è solo su quanto tu possa offrire, ma si basa anche su quello che la concorrenza sa portare in campo. Sono delle sfide continue. Giochi contro degli avversari, hai un piano ma l’avversario vuole batterti con un suo piano e alle volte devi capire se quanto hai sia abbastanza per vincere o meno, e in caso pensare a cosa cambiare. Non è facile stare a lungo con lo stesso allenatore. Viaggi tanto, vai incontro ad alti e bassi e puoi avere sensazioni che forse quanto stai facendo non va più bene, che hai bisogno di qualcosa di diverso, e capire cosa la persona può darmi e quanto in generale una persona sia aperta a questi cambiamenti. Nadal diceva a fine carriera che aveva ascoltato tantissimo i suoi allenatori, era aperto ogni volta a novità e idee. Questo fanno i grandi campioni e sono certa Iga sia parte di questa categoria di campioni, non ancora al loro livello in termini di vittorie Slam o sulle superfici, ma sì spero che nel 2025 ci siano evoluzioni e arriveremo a dire ‘ok, sta lavorando su questo, questo e questo’ e che possa portarle fiducia su tutte le superifici.
Quali previsioni ti senti di fare sui due tabelloni?
Non sono una grande fan del fare delle previsioni ma ci sto e credo di non essere nemmeno originale. Sinner per me è il favorito principale nel tabellone maschile. Djokovic e Alcaraz sono destinati ad affrontarsi nei quarti di finale, sarà sicuramente una sfida importante per lo spagnolo. Credo che sarà una grande spinta a livello di motivazioni ma è molto molto dura fare previsioni. Sinner magari potrai avere domande su come si comporterà con quanto accaduto nelle ultime settimane, 12 mesi. Nuova stagione, primo titolo Slam da difendere… È però sempre sembrato reagire bene alla pressione, credo possa continuare e per questo è il mio favorito. Nel femminile vedo Sabalenka come grande favorita. Il tabellone è interessante soprattutto per quanto successo a fine stagione: Coco Gauff sarà forse una delle grandi rivali. Non credo sia affatto una sorpresa visto quanto ha già ottenuto, ma verso fine 2024 ha cominciato a fare molto bene. Sabalenka difende il titolo ma sì, sono impressionata per la maniera con cui sta giocando, le ambizioni che mostra, la voglia di vincere sempre più grande. Non sono magari molto originale ma questa è la mia idea, almeno su carta. Poi il campo darà il suo verdetto, tante cose possono succedere. È la bellezza del nostro sport.