Le pagelle di Wimbledon: Alcaraz di un altro pianeta, ottimo Musetti, buoni tutti gli altri italiani

Pagelle condizionate dal terribile uno-due sferrato da Carlitos Alcaraz tra semifinale e finale. Bene Musetti e gli italiani in generale, male Zverev e Rune.

Alcaraz 10 e lode. Difficile capire cosa può ancora migliorare, forse qualche incertezza sulla risposta di dritto da destra, ma parliamo di inesistenti peli in un uovo che è sembra enorme. Nessuno alla sua età aveva vinto così tanto, nemmeno i big three, la sensazione di inattaccabilità che trasmette potrebbe essere un ulteriore problema per gli avversari. Ma quali?

Djokovic 9. Non al gioco né alla carriera, ma all’amore che trasmette per il gioco. Decima finale a Wimbledon, aiutato dal tabellone certo, ma anche dalla sua intelligenza e dalla capacità di far sentire il peso della leggenda ad avversari troppo deferenti.

Musetti 8,5. Se il voto può sembrare basso è perché è mancato il grande acuto di un torneo giocato come doveva, adattandosi agli avversari. Ci ha provato anche con Djokovic e forse ha fatto l’errore di temerlo eccessivamente, perché a braccio libero poteva almeno prolungare la partita. Si spera sia il viatico per una carriera diversa da quella che si è ad un certo punto temuta.

Medvedev 8,5. Daniil pare un giocherellone ma ancora una volta ha fatto vedere quanto lavora e quanto ci tiene a non perdere. Con Sinner ha giocato meglio quando non i problemi dell’avversario non l’hanno distratto, contro Alcaraz ha fatto un primo set ammirevole poi è inevitabilmente calato. Ci riproverà, ci riproverà sempre.

Sinner 7,5. Stavolta il tabellone non l’ha aiutato ma lui è stato bravo ad arrivare ai quarti, molto bene contro un ottimo Berrettini, autorevole nel liberarsi di Shelton. Il numero 1 non è casuale, difficilmente lo vedremo fuori dalle semi nei tornei che giocherà. Per andare oltre bisognerà sentire cosa dicono dalle parti di Murcia.

Zverev 6. Il nostro parere è che non dovrebbe essere in campo, ma visto che c’è pare si sia rassegnato a stare in seconda fila. Polemico contro Fritz ancora una volta si è fermato prima dei quarti di finale. E il tempo passa.

Berrettini 7,5. Doveva giocare una partita e l’ha fatto benissimo, peccato che l’abbia persa e anche in modo da giustificare qualche rimpianto. Era avanti di un break sia nel secondo che nel quarto set e i due tiebreak li ha persi forse per desuetudine, ma anche per lui vale quello detto per Djokovic e Medvedev: ci tiene da morire e non esce dal campo se non ha provato tutto quello che può umanamente provare per vincere.

De Minaur 7. Bravo e sfortunato, forse contro Djokovic avrebbe avuto meno timori degli altri, avendolo già battuto. Il nuovo numero 6 del mondo stupisce per la capacità di adattarsi anche a superfici che non sembrano potergli dare una mano, in questi casi il dubbio è su quanto riuscirà a resistere lavorando così tanto.

Rune 5. Momento durissimo per il danese, che riesce ad uscir fuori da situazioni complicate contro avversari teneri e poi lascia via libera a Djokovic senza nemmeno provarci. Involuzione preoccupante per uno che l’anno scorso sembrava destinato a rivaleggiare con Alcaraz e Sinner, non è detto che riesca ad uscirne.

Le delusioni. Oltre al già citato Rune, male Rublev (4), Tsitsipas (5) e il povero Hurkacz (5), che comunque stava perdendo contro Fils. Ruud (4) non vuoleproprio saperne di giocare sull’erba, Bublik (5) ha perso senza nemmeno lottare contro Paul.

Gli Italiani 7,5. Si può fare tutta l’ironia che si vuole sull’attitudine alle fanfare che circola dalle parti della federazione ma il gruppetto formato da Cobolli, Arnaldi, Bellucci, Darderi, Sonego, oltre ai citati Musetti, Sinner e Berrettini, con l’aggiunta addirittura di Fognini è di prima qualità. Ogni tanto qualcuno stecca, come Arnaldi, ma mai senza mettere in campo tenacia e anche tanta tecnica. Solo tre anni fa ognuno di loro sarebbe stato il numero 1 in Italia, giusto ricordarlo.

I giovani 7. Difficile parlarne quando il vincitore del torneo ha compiuto 21 anni un paio di mesi fa. Oltre ai noti vale la pena segnalare i francesi Fils e Mpetshi Perricard, il cinese Shang che ha costretto al quinto set Dimitrov. In attesa di Fonseca, che non ancora maggiorenne.

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