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Buongiorno Italia, ecco Luca Nardi. Il marchigiano ha realizzato il match della vita battendo il numero 1 del mondo Novak Djokovic sul campo centrale di Indian Wells, nel terzo turno dell’ATP Masters 1000 californiano, lui che è entrato da lucky loser dopo aver perso nelle qualificazioni. E stasera, ora della Coachella Valley, ha battuto il 24-volte campione Slam per 6-4 3-6 6-3.
Un ace a uscire, sul match point, a realizzare il sogno più impensabile. Lui con un ranking di numero 123 ATP, best ranking al numero 106, che ha perso nelle qualificazioni dopo aver battagliato per quasi tre ore con il veterano David Goffin e che ha superato il primo top-50 della carriera appena due giorni fa, ha messo a segno l’upset dell’anno nel tennis maschile. Era un Djokovic molto compassato, lontano dai livelli a cui l’abbiamo conosciuto, ma non cambia granché della sostanza. Nardi, che l’altro giorno era su di giri già all’idea di essere in campo contro il serbo ha incanalato tutta l’adrenalina in due ore e 15 minuti indimenticabili.
La palla di Novak non sembrava far così male, fin dai primi punti, e di contro il pesarese aveva un braccio bello sciolto e l’atteggiamento giusto di chi voleva godersi la serata e raccogliere qualsiasi cosa ne sarebbe uscito, sperando in una buona esperienza lui che non aveva ancora visto un campo così grande e con le tribune così piene. E più passava il tempo, più il pubblico lo adottava. Nel terzo set, si sentiva spesso dalle tribune l’urlo: “Luca! Luca! Luca!”. Fatto il break sul 3-2, a zero, una buona porzione di pubblico dietro i box dei vip si è alzata in piedi e ha chiamato tutto lo stadio al coro: “Let’s go Luca, let’s go!”.
La partita in sé aveva qualcosa di diverso dall’ordinario, lo si intuiva già solo vedendo come i game al servizio del serbo fossero complicati, laboriosi, spesso incastrati in situazioni di 40-40. Al contrario, Luca continuava per la sua strada tra dritti vincenti e servizi sempre molto ben piazzati. Il break sul 2-2 veniva portato fino in fondo, senza subire nemmeno un minimo di contraccolpo quando il serbo risaliva da 15-30 sul 3-5. In quel momento si sono aperti nuovi scenari, che diventavano sempre più concreti anche quando il tentativo di reazione del numero 1 del mondo a inizio secondo set veniva rintuzzato e da 2-0 si arrivava al 2-2. Djokovic riusciva a trovare l’allungo solo sul 3-2, confermava il break e chiudeva il set, ma il volto e l’atteggiamento lasciavano molti pensieri. Nardi invece, sfruttando anche quel po’ di vantaggio che poteva dargli servire per primo nel set decisivo, è ripartito come se nulla fosse. Tennis esplosivo e brillante, lucidità da giocatore esperto mascherando tutti i possibili limiti che ranking e giovanissima età potrebbero raccontare.
20 anni e sangue freddo misto a follia, perché Djokovic ha giocato male al servizio sul 2-3, ma dopo lo scroscio di applausi a celebrare il punto del 4-2 Luca è ripartito con un doppio fallo seguito da un altro brutto punto perso. Era subito 0-30, e con calma è risalito mettendo insieme quattro punti consecutivi. Martedì scorso aveva perso un brutto match all’ultimo turno di qualificazioni, una settimana dopo era avanti 5-2 al terzo set contro uno che ha fatto la storia di questo sport. Suonava già assurdo così.
Il game sul 5-2 non si è giocato e nel nono turno di battuta Nardi ha cominciato mettendo largo di nulla un rovescio incrociato cercando il vincente. Lì, ancora una volta, si è mostrato lucidissimo rallentando il ritmo e proponendo a Djokovic uno slice insidioso che non ha saputo rialzare. Il servizio, dal 15-15, è tornato protagonista dandogli subito il punto del 30-15 e un rovescio in rete del serbo lo portava al doppio match point. È bastato il primo: ace esterno. Semplice, no? Nel pandemonio generale di uno stadio ormai tutto per lui, Nardi ha lasciato andare la racchetta e si è messo le mani a coprire il volto. Incredulo è dire poco. Da oggi è diventato il quarto tennista dal ranking più alto a battere un numero 1 del mondo, dietro soltanto a Vasek Pospisil (numero 129 quando superò Andy Murray a Indian Wells nel 2017), Thanasi Kokkinakis (numero 175 quando batté Roger Federer a Miami nel 2018) e Francisco Clavet (numero 178 quando si impose contro Lleyton Hewitt a Miami nel 2003).
Nardi, che adesso dovrà cercare di riprendersi quanto prima perché è tra i migliori sedici di un Masters 1000 avrà agli ottavi di finale Tommy Paul, che oggi ha superato la testa di serie numero 16 Ugo Humbert per 6-4 6-4.