Emma Navarro è il volto del giorno nel WTA 1000 di Indian Wells. Dopo la grande vittoria in tre set contro Aryna Sabalenka (6-3 3-6 6-2), la ventiduenne statunitense si è presentata in conferenza stampa per raccontare un po’ del match e delle sensazioni provate.
“Sono veramente contenta” ha esordito, “ho lavorato davvero tanto per arrivare qui e avere il livello per competere contro le migliori giocatrici al mondo, e sono pronta per il prossimo match. Ho messo tantissimo impegno nell’aspetto fisico per essere preparata per reggere match duri e che si allungano. Mi da molta fiducia sapere che non perderò mai perché non sono pronta atleticamente o perché posso sentirmi stanca. È da quando ho 12 anni che lavoro con lo stesso preparatore atletico, stiamo facendo un lavoro enorme”.
Rispondendo poi a una nostra domanda sul suo essere molto disciplinata in campo, non solo oggi, e se questa qualità l’abbia scoperta in questa fase positiva della carriera, Emma ha risposto: “Credo sia sempre interessante anche per me vedere come scendo in campo contro giocatrici di grande valore, come Sabalenka oggi o Rybakina a Doha. Ci sono giocatrici molto più esperte di me, hanno giocato molto più spesso su campi così importanti. Io però adoro il fatto di competere e di mettermi alla prova settimana dopo settimana. Sfidare Aryna su questo campo per me è come cercare di migliorare il dritto o il rovescio, è una di quelle cose che mi da enorme voglia di giocare e mi spinge a fare sempre meglio. Scendo sempre in campo pensando di avere la chance di vincere ed è sempre una grande sensazione”.
“Il ranking? Non mi interessa” ha rivelato, con enorme franchezza. “Voglio solo pensare a giocare bene e a sentirmi bene in campo. C’è stato un momento in passato dove ero vicina a entrare in top-100, mi sono detta che sarei dovuta essere felice, poi? Altro target? Il ranking è solo un numero. Davvero, ho realizzato che non ho grande interesse nel ranking”.
È arrivato poi un accenno alla famiglia, visto che nel turno precedente una volta battuta Elina Svitolina ha rivolto un caloroso saluto alla nonna dicendo: “Voglio rivolgere un saluto particolare a mia nonna, 92 anni, che non si perde mai una mia partita da quando sono professionista. Ti voglio bene, grazie di esserci”. Oggi: “Dico sempre che da grande voglio essere come mia nonna. Lei è l’esempio di una donna forte. Forse oltre a mia mamma lei è la persona più cara che conosca. Ha 92 anni, ma ha sempre qualcosa da proporre, ha ancora tanta energia e positività, è una vera luce in ogni posto in cui si trova, ed è sempre stata interessata allo sport. Mio nonno ha giocato a football, è stato anche allenatore a Williams, Princeton e Wabash. Per mia nonna credo che vedere la propria nipote giocare a questi livelli sia una soddisfazione enorme, per me è speciale pensarci. L’altro giorno vi dicevo che non ha mai perso una mia partita, ed è così. Anche quando ero in Australia, lei si svegliava alle 4 di notte per vedermi. È bellissimo ci sia una così al mio fianco, mi manda messaggi dopo ogni partita: se vinco sono tante congratulazioni, sennò è la prima a dirmi di guardare avanti senza paure. Alla fine dei messaggi si firma sempre con: ‘Con affetto, nonna’. Come se non sapessi da dove arrivi. Per me è una cosa forte. È fantastica”.
Sullo stile di gioco: “Credo di aver avuto un cambio a livello mentale. Tempo fa cercavo di pensare più in funzione a cosa facesse la mia avversaria, come a fare un passo indietro e attendere. A questo livello però non puoi farlo: o colpisci, o vieni colpita. Essere forti a inizio punto è fondamentale”. Mentre sull’esultanza molto sommessa: “Devo ancora cercare di abituarmi su questo aspetto. È ancora abbastanza innaturale per me essere su questi campi, con tutta questa gente e le tv che mi guardano. Oggi forse ho fatto il secondo o terzo pugnetto della mia vita, è stato abbastanza strano (ride, nda). Però sì, anche se non lo mostro sono ovviamente molto felice e grata per tutti quelli che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui”.
Sulle condizioni in campo: “Credo di aver giocato spesso col vento in campo in questa stagione. Tempo fa il vento mi metteva a disagio, non riuscivo mai a trovare ritmo. Ho cominciato a fare molti più allenamenti in queste condizioni, quando ho vinto il titolo a Hobart ha tirato un gran vento tutta la settimana e alla lunga questo bagaglio di esperienza mi ha aiutato tanto. Non ho fatto molti aggiustamenti, credo di aver usato maggiormente il servizio in kick a uscire e ho cercato di usare molto per avvantaggiarmi al servizio. Per il resto ho cercato soprattutto di rimanere coraggiosa”.
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