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[28] L. Tsurenko b. L. Bronzetti 3-6 7-5 6-3
Finisce male il primo turno dell’ustralian Open 2024 per Lucia Bronzetti, che in una partita già sulla carta molto dura fisicamente e con la prospettiva di grande dispendio fisico ha finito con gambe bloccate e crampi a entrambi i quadricipiti perdendo contro Lesia Tsurenko. Un peccato, perché è vero che si trovava di fronte a una testa di serie ma non era affatto partita chiusa e si è visto bene lungo le due ore e 40 minuti di gioco.
L’ucraina ha rimontato pur giocando anche lei ben al di sotto del suo livello, vincendo alla fine 3-6 7-5 6-3 tra i tanti break e controbreak di un set decisivo dove chi delle due sembrava stare “meglio” fisicamente non riusciva ad avere forza e coraggio per fare un passo in più. Tra l’altro, la stretta di mano conclusiva è stata un po’ fredda da parte di entrambe: la numero 28 del seeding non sembrava troppo interessata alle condizioni dell’azzurra che, dal suo punto di vista, era parsa infastidita da alcuni gesti di Tsurenko sul finale di gara come un plateale gesto alla palla di andar fuori su un lob di Lucia finito lungo. Eravamo 5-2, Lesia forse voleva uscire al più presto da una partita che anche lei sapeva di non stare gestendo bene, e un paio di queste esternazioni sono state forse un po’ plateali e fraintese.
In generale, dicevamo, non una gran partita. Tsurenko ha dimostrato fin dal primo game al servizio di avere enormi problemi col lancio di palla, e ha speso tutto il tempo a lottare in turni di battuta complicati, con una quindicina di palle break concesse, tranne nel momento più delicato. Bronzetti forse ha il rimpianto più grande di non aver attaccato in risposta sul 6-3 5-4, nella fase di partita più positiva per lei che aveva recuperato dall’1-3 di ritardo pressando e dando sempre la sensazione di poter comandare lo scambio. Lì però forse è stata un po’ troppo attendista, o forse stavano cominciando i suoi problemi fisici. Sul 5-5 30-30, infatti, una risposta di Tsurenko col dritto lungolinea l’ha vista andare in recupero di rovescio e finire a terra in maniera innaturale. Da lì si capirà che i muscoli stavano cominciando a far male, perché era sempre più frequente il gesto di stretching tra un punto e l’altro.
Crampi. Sensazione confermata dal fatto che perso quel set e cominciato male il terzo ha sì chiesto l’intervento del fisioterapista ma non ha avuto bisogno di medical time out, evento che non può essere concesso in presenza di (appunto) crampi. E così il set decisivo, tra rimpianti e dolori, per Lucia è stato un vero patimento. Non ha mai tenuto la battuta, complice anche questo stato di indurimento del muscolo che le impediva di spingere. Si affidava a quanto più il carattere potesse darle, ma non era in grado di opporre grande resistenza a un destino che la vedeva sempre più in affanno. In tutto ciò, ci si metteva anche il vento, fastidioso perché a folate e irregolare, in un’arena aperta (senza copertura sopra le tribune) e che deviava completamente la traiettoria di tanti colpi.
Tsurenko, pur servendo male, con una prima palla che a stento superava i 135km/h e molte seconde viaggiavano tra 105 e 115, non ha quasi mai sciolto il braccio nello scambio ma alla fine la sorte l’ha premiata. Un po’ per esperienza, un po’ per quella migliore condizione generale mostrata, ma se pensiamo al suo ruolo di testa di serie c’è bisogno per lei di alzare il livello.