di SALVATORE SODANO Queste grandi competizioni internazionali a squadre al femminile, la prima fondata nel 1923 come “Wightman Cup”, equivalente della “Coppa Davis”, con nuovi format e denominazioni, si disputano da oltre un secolo. La prima, che prendeva la denominazione dal nome della grande signora del tennis americano Hazel Wightman, fu disputata sin dal 1923 […]
Siamo giunti al termine anche di questa stagione tennistica. Dopo un calendario fitto di eventi, le ATP Finals incoroneranno come ogni anno il vincitore del torneo dei maestri mettendo in sfida i primi otto campioni della classifica mondiale. Al cospetto dell’appuntamento culminante dell’annata, giocando a parafrasare le Dieci Ragazze di Lucio Battisti, chissà se questi otto ragazzi posson bastare per regalare agli appassionati di tennis un finale memorabile.
Impossibile prescindere dal veterano Novak Djokovic, uno che in carriera nonostante abbia conosciuto solo vittorie impareggiabili sembra ancora insaziabile, tanto da continuare a dare del filo da torcere ai giovani avversari. Alla pensione non ci pensa proprio Nole, anche se si sta avvicinando a quota 100…per titoli ATP vinti in singolare. Comandante dell’esercito delle nuove leve, il talento precoce di Carlos Alcaraz ha dimostrato in questo 2023 di saper ballare anche nella tempesta altalenante di risultati in cui è piombato, alternando prove spettacolari a prestazioni sottotono. Complici gli infortuni e la responsabilità di dover mantenere gli alti livelli del suo gioco, il giovane murciano a Torino è in cerca di riscatto dopo le delusioni seguite alla clamorosa impresa di Wimbledon. Capelli biondi da accarezzare e riccioli rossi da spettinare non mancano in questa edizione. La rinascita di Alexander Zverev, dopo un infortunio che poteva devastargli la carriera fa ben sperare per un ritorno ai vertici della classifica da parte del tedesco. Altrettanto promettente potrebbe essere il finale di stagione di Tsitsipas, reduce da un anno tennisticamente travagliato e amaro di successi quanto dolce in amore. Il dio Eros, galeotta la cornice romantica di Roma, lo prese di un amor sì forte per la bella collega Badosa che ancor non l’abbandona. Passionale ed emotivo anche l’irrequieto Rublev che condisce ogni volta di autolesionismo le sue epiche battaglie sul campo. Senza una scudisciata sulle gambe col telaio della racchetta, che partita sarebbe? Vedremo se anche a Torino irromperà sul veloce indoor con la sua ipersensibilità. Dalle labbra irriverenti di Daniil Medvedev invece escono copiose frecciate velenose che non risparmiano nessuno. Lo ha capito bene, suo malgrado, il pubblico parigino di Bercy, colpevole secondo Daniil di essersi insensatamente offeso per un banale equivoco, non sapendo distinguere un insulto da una french manicure…mon dieu! Il turbolento bad boy russo è come sempre imprevedibile ma, se ispirato, può essere letale, non solo con le parole. Infine arriva a Torino l’esordiente Rune forte della guida del nuovo coach Boris Becker che pare averlo riscosso dal torpore che lo ha bloccato negli scorsi mesi. Dall’impertinente teenager danese, il più giovane della comitiva, c’è da aspettarsi di tutto. Tutti questi ragazzi per le Finals possono decisamente bastare per offrire uno spettacolo di grande tennis al pubblico ma in verità i tifosi italiani, di ragazzo, ne hanno in testa solo uno. Nella carrellata di stelle torinesi spicca infatti il pupillo di casa: il nostro Jannik Sinner. Il giovane altoatesino arriva alle Finals con il suo best ranking e con quattro titoli freschi nel curriculum, tra cui il primo Master 1000, pronto a mandare in delirio il pubblico del Pala Alpitour. Manca poco, la magia delle Finals sta per iniziare, segnata ancora una volta da un agguerrito confronto generazionale. Ma stavolta poco importa se uno saprà incantare per ineguagliabili record, se un altro farà valere un talento straordinario o riuscirà a dimostrare una tenacia fuori dal comune: nonostante l’abbondanza di fuoriclasse, come sapeva bene quel matto cantato da Battisti, a Torino impazziremo tutti soltanto per un ragazzo, il nostro Jannik.