Chakvetadze punta al rientro, ma la prima tappa salta: niente wild-card

Non solo Caroline Wozniacki. Il tennis femminile questa settimana ritorna a parlare di non una ma due protagoniste, sebbene appartenenti a periodi relativamente vicini ma completamente distaccati tra loro. Oltre alla danese, che aprirà il suo torneo nel WTA 1000 di Montreal contro la qualificata Kimberly Birrell, c’è anche Anna Chakvetadze.

La russa, che raggiunse un best ranking di numero 5 del mondo nel settembre del 2007, non gioca una partita ufficiale dal torneo WTA International (l’odierno ‘250’) di Tashkent del 2012 quando passò dalle qualificazioni e fu sconfitta al secondo turno contro Lesia Tsurenko. Classe 1987, Anna ha disputato la scorsa settimana un primo torneo in Belgio, al Tennic Club La Hulpe. Nel frattempo, il suo nome era tornato disponibile in un entry list ufficiale dopo ben 11 anni.

Il suo programma al momento prevede tre eventi ITF consecutivi tra i 15.000 e i 25.000 dollari di montepremi in Belgio: Koksijde (con un montepremi da 25.000 dollari), Duffel (15.000) e Wanfercee Baulet (sempre 15.000). Senza classifica, la russa era costretta a rimanere nella lista di alternate e sperare in qualche wild-card. Purtroppo la prima tappa è saltata.

L’organizzazione del torneo di Koksijde ci ha confermato in esclusiva che Chakvetadze ha intenzione di tornare a giocare, ma dopo una riunione interna si è deciso di dare priorità alle giovani atlete locali. Questa l’informazione ricevuta dal direttore del torneo, Ronny Werbrouck: “Anna ci ha chiesto se poteva ricevere una wild-card per il tabellone principale del nostro torneo. Dopo tanti anni, lei stava/sta pianificando di tornare nuovamente ad avere un po’ di ‘tempo da dedicare al tennis'”, (traduzione di: “she was/is planning to get a bit of ‘tennistime’ again”) aggiungendo però “ne abbiamo discusso con il board (del torneo, nda) ma alla fine abbiamo deciso di non dargliela: c’erano troppe richieste per le wild-card e inoltre la federazione (belga, nda) ci ha suggerito di darle alle giovani tenniste belghe. Abbiamo spiegato ad Anna la nostra decisione così che potesse capirci”.

Gli inviti sono andati, come dunque anticipato, a tenniste locali: Vicky van de Peer (22 anni, numero 700 del mondo), Lara Salden (24 anni e 625 del mondo, con un best ranking di 246 nel novembre 2020), Tilwith di Girolami (19 anni, numero 720 del mondo) e Amelie van Impe (19 anni, numero 567 del mondo). Werbrouck ci ha poi comunicato: “come ultima cosa, lei (Chakvetadze, nda) potrebbe comunque partecipare nel tabellone di doppio. Vediamo”.

Chakvetadze faceva parte del folto gruppo di tenniste russe che verso la metà degli anni 2000 arrivarono prepotentemente ai piani altissimi del ranking WTA. Lei, Maria Sharapova, Nadia Petrova, Anastasia Myskina, Elena Dementieva, Svetlana Kuznetsova, Dinara Safina. Pensare a quel circuito rispetto a ora sembra quasi fare riferimento a un’altra epoca per tutti gli sviluppi che sono succeduti in uno sport e un mondo sempre più connesso. Anna, purtroppo per lei, non riuscì mai a realizzare davvero il suo potenziale: ha avuto un best ranking al numero 5 del mondo, ma negli Slam è arrivata al massimo alla semifinale dello US Open 2007. Ci sono otto titoli WTA in singolare, ma il crollo cominciò molto presto e nel 2009 uscì anche dalle prime 50 del mondo dopo otto anni. Non riuscì mai a invertire davvero la traiettoria negativa fino al ritiro nel 2013, a un anno circa dall’ultima partita giocata, in Uzbekistan.

All’origine di questa fine ci fu un trauma personale vissuto quando era all’apice della sua ascesa. Il 17 dicembre del 2007, quando era numero 6 del mondo, subì una rapina in casa che ricorda ancora come un incubo. Quella notte stava dormendo assieme ai genitori e al fratello in una visita che faceva loro tra gli impegni sportivi e verso le 3 si svegliò con alcuni uomini mascherati attorno a lei e sentendo le urla del padre nella stanza accanto. Fu una rapina che lei considerò programmata da tempo, perché era lei l’obiettivo dei ladri. Disse che sapevano tutto: chi fosse, quanti Rolex avesse in casa. Ancora oggi ha sospetti sulla governante, che fosse in qualche modo coinvolta con questa banda criminale permettendo loro di entrare indisturbati e che, armati di pistole e coltelli, la legarono a una sedia stringendole i polsi da crearle dolore per settimane. Portarono via tanto e, oltre allo spavento (“quella notte pensai di morire”) di fatto la sua carriera subì una botta pesantissima: lei non era più la stessa, passò il 2008 con la testa a quell’episodio e la stampa che continuava a chiederle di ripercorrere quell’incubo, arrivarono anche problemi fisici e tutto finì troppo presto.

Chakvetadze, dal 2012 a oggi, aveva voltato pagina. Si è sposata, è diventata mamma, ha lavorato a lungo come opinionista tv. Adesso, abbastanza a sorpresa, l’idea di tornare a giocare. È arrivato tutto in un generale silenzio: nessun avviso, forse a voler mantenere un profilo basso o forse semplicemente perché c’è solo la voglia di giocare senza obiettivi concreti. La prima tappa, a Koksijde, è saltata. Chissà se ci sarà più fortuna per lei nelle prossime settimane.

Aggiornamento: Chakvetadze non compare nel tabellone di doppio pubblicato lunedì alle 5 del pomeriggio dal torneo di Koksijde.

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