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ATP Indian Wells, Berrettini: “Ho provato a lottare con quello che avevo, non è bastato”

Matteo come ti sei sentito in campo?
“Mi sono sentito con molti alti e bassi. Lui ha giocato una partita molto buona, le condizioni oggi erano molto pesanti. Continuava a fare gioco, a spingere, poi quando mi sono liberato ho cominciato a giocare meglio ma non mi aspettavo di cominciare il terzo con un’energia così bassa. Non sono stato bravo abbastanza a star lì attaccato, ho provato a lottare con quello che avevo ma non è bastato. Sicuramente ci sono state partite dove mi sono sentito meglio, però la cosa che posso dire è che fino all’ultimo punto son rimasto lì a lottare ed è l’unica cosa che oggi posso chiedere”

Fisicamente come stai?
“Per fortuna tutto ok. È ovvio che quando ci si fa male la preparazione non è ottimale, però sicuramente non ho perso per problemi fisici… quindi almeno un ‘pro’ c’è”

Quanto ti ha danneggiato la pioggia precedente?
“Diciamo che in generale la sera è molto più freddo, la palla va molto meno, rimbalza molto meno. Dopo tre game la pallina era allucinante, non so come faccia. Si consuma veramente tanto, si disintegrano, e per le mie caratteristiche non è proprio il massimo. Certo però che se non mi invento quei due o tre numeri al tie-break la partita la porto a casa in due set. Non si può mai dire… però… è così quando ci sono delle partite un po’ stregate e ci sono cose che quasi sempre avvengono nei momenti un po’ più complicati”

Parli delle due voleè?
“No quello è il tennis, banalmente. All’inizio del terzo avrei potuto essere un po’ più attaccato alla partita, poi ho sbagliato una cosa che cazzarola non so come abbia fatto (lo smash steccato, nda). Mi sono accecato con la luce del lampione, non ho più visto, ho steccato. Il rimpianto è quello. Però almeno ho rimesso la testa giù, malgrado il tennis non funzionasse. Ho reagito, ho cercato la strada per trovare le energie giuste e purtroppo il tennis è tremendo”.

Da metà gennaio sei stato pochissimo in campo, quando ci si infortunio è difficile allenarsi ed essere in condizione. Come si interrompe questo circolo?
“È complesso. Se ti alleni perché non vuoi farti male non giochi. È un po’ complicato, è anche per quello che ho avuto quella reazione ad Acapulco. Gli infortuni sono tanti e non sarà l’ultimo, però lì temevo di essermi fatto molto male. Ora parlavo col mio team, loro hanno fiducia in me, in quello che ho fatto per tutta la mia carriera, e quindi sì bisogna continuare a credere nel percorso che abbiamo intrapreso. Ora andrò a Miami con l’obiettivo di provare a giocare e mettere dentro partite. Non devo farmi prendere dall’angoscia e dalla fretta perché una delle mie migliori stagioni, il 2019, è partita proprio così con questi risultati negativi per cui devo solo continuare a lavorare”.

Diego Barbiani

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