di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Finale attesissima in quel di Rotterdam tra il giocatore più on fire di queste settimane, il nostro Jannik Sinner (reduce dalla vittoria di Montpellier) e Medvedev, delusione dell’Australian Open ma che in questa settimana sembra aver ritrovato lo smalto perso nel 2022.
I precedenti si sono giocati tutti sul duro indoor, come quest’oggi, e dicono 4-0 per il russo con l’ultimo precedente risalente al match di Vienna di 4 mesi fa, con Medvedev che vinse facilmente lasciando 6 game all’altoatesino.
Sinner esce meglio dai blocchi, ottiene il break alla prima occasione utile nel quarto game e lo conferma nel game successivo annullando una palla del contro break grazie al servizio.
Medvedev, come suo solito, risponde da lontanissimo e gioca sempre sulla difensiva, cercando di ribattere quanto più possibile le bordate di Sinner che dal canto suo, cerca di spingere appena ne ha l’opportunità e non disdegna discese a rete e palle corte quando l’avversario esagera nell’arretrare.
Sale il livello del russo col passare dei minuti, costringe spesso Jannik a giocare con pochissimo margine d’errore e ottiene il contro break nel settimo gioco.
Il tie break sembra l’epilogo annunciato ma nel dodicesimo gioco, il campione di Montpellier si issa sullo 0-30 sul servizio del russo: grazie al servizio, quest’ultimo conquista la palla game che però, grazie ad un nastro “italiano”, non sfrutta.
Sinner ci crede, gioca due grandi punti in spinta col dritto e dopo 67 minuti, conquista il primo parziale per 7-5.
Set molto dispendioso, con tantissimi scambi lunghi e lottati, con gli errori che prevalgono di gran lunga sui vincenti (col russo è sempre difficile giocarne).
Medvedev, tds numero 6 questa settimana, aggredisce subito l’italiano ad inizio secondo set e conquista il break nel primo game: in un frangente del genere, fare punti gratuiti col servizio aiuterebbe non poco Sinner ma purtroppo ciò non accade.
Nel quinto game Medvedev continua a tessere le sue trame, inizia ad inchiodare sempre più Sinner su scambi lunghi sulle diagonali senza possibilità di attaccare e conquista il doppio break che chiude la pratica nel secondo set: Jannik ci prova nel sesto game, conquista tre palle break consecutive ma Danil tiene la battuta grazie al grande aiuto della sua prima di servizio, fondamentale salito di livello in maniera esponenziale col passare dei minuti.
Dopo 38 minuti, 6-2 per il russo che pareggia il conto dei set e rimanda il verdetto al terzo parziale: c’è da vedere quanta benzina sia rimasta nel serbatoio di Jannik, reduce da due settimane molto impegnative.
Purtroppo anche nel set decisivo, la partenza di Sinner non è delle migliori, complice un Medvedev sempre più versione muro e il break per il russo arriva nel terzo game.
Non molla l’italiano, conquista una palla immediata del contro break grazie a due grandi vincenti di dritto ma Danil si rialza dalla buca di nuovo grazie all’aiuto del servizio.
Purtroppo per l’altoatesino è l’ultimo sussulto di questa finale, Medvedev ottiene il secondo break del set nel settimo gioco e chiude per 6-2 anche il terzo set dopo 43 minuti.
Il russo vince il suo 16° titolo e rientra in top ten mentre Sinner risale al 12esimo posto del ranking atp e si issa al quinto posto della race alle spalle dei 4 semifinalisti dell’Australian Open.
I miglioramenti di Sinner continuano a vedersi, il servizio e il dritto stanno diventando colpi sempre più incisivi nel suo gioco: purtroppo oggi è mancata un po’ di continuità, che è fondamentale per battere giocatori muro come il russo.
Fin quando è riuscito a tenere il pallino del gioco in mano, Sinner è riuscito a far partita e a stare sopra nel punteggio: non appena ha perso l’iniziativa nel match, Medvedev ha preso il largo.
Per questo è fondamentale nel suo gioco l’apporto del servizio: quando questo colpo cala di resa, per l’altoatesino le difficoltà salgono di gran lunga.
Però c’è anche da dire che Jannik era reduce da due settimane molto intense e il serbatoio non poteva essere pieno quest’oggi: altra discriminante odierna è che, con ogni probabilità, Medvedev è il giocatore, per caratteristiche, più difficile da affrontare per il nostro numero 1.
Settimana prossima rivedremo entrambi in campo, con il russo di scena nel 250 di Doha mentre l’italiano in campo nel 250 di Marsiglia.