di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
[6] A. Rublev b. [4] D. Medvedev 6-7(7) 6-3 7-6(7)
Non è nemmeno fortunato Andrey Rublev, che ancora una volta ha trovato modo di perdere una partita che a lungo, nel primo set, è sembrata nelle sue mani. Medvedev è stato infatti lo stesso Medvedev di questo 2022, giocatore certamente molto forte ma senza quella sorta di aura di invincibilità che sembrava avere ad un certo punto solo dodici mesi fa. Le tante sconfitte – e magari gli eventi extratennistici del russo – hanno lasciato più di qualche strascico nella convinzione dell’ex numero 1 del mondo e anche contro Rublev si è visto un giocatore lontano dalla perfezione. Buon per lui che dall’altra parte ci fosse Rublev, che scappato sul 3-1 grazie ad una certa disciplina – Rublev teneva i colpi pesanti ma senza rischiare troppo, in attesa dell’errore di Medvedev – non aveva nessun problema fino al momento di servire per il set. Qui un nastro su 15 pari lo ha infastidito, ha commesso un doppio fallo dopo aver sbagliato il lancio della seconda palla e infine, dopo aver annullato la prima palla break con una prima, sulla seconda ha gestito malissimo una palla vicina alla rete, con la solita volée da dimenticare. In altri tempi il match si sarebbe chiuso qui, ma Rublev ha insistito, si è procurato due set point nel dodicesimo game, annullati da un Medvedev per una volta attento e nel tiebreak è volato sul 6-2. Di nuovo Rublev non è riuscito a chiudere e sul primo set point di Medvedev la sua prima di servizio veniva chiamata erroneamente lunga. Servivano altri nervi per superare le intemperie e Medvedev portava a casa il set.
Ma a ulteriore lode di Rublev – o chissà, biasimo di Medvedev – arrivava il break ancora in apertura di set per Andrey, che di nuovo teneva poi con una certa facilità i successivi tre turni di servizio. Stavolta a Rublev riusciva l’impresa di portare a casa il set, perché Medvedev nel nono game tornava a combinare disastri, riuscendo ad annullare i primi due set point a due buone prima e cedendo sul terzo con un doppio fallo.
In apertura di terzo set Rublev aveva ancora l’occasione di brekkare Medvedev ma faceva uno dei suoi primi errori gratuiti del match tirando lungo un rovescio senza nessuna pretesa. Da lì in poi entrambi alzavano il livello del proprio gioco sostanzialmente non sbagliando più nulla e non concedendo nemmeno una possibilità all’avversario. Tutto era pronto per il tiebreak e nemmeno il sussulto del dodicesimo game, con un Rublev che arrivava per tre volte a due punti dal match, modificava il finale.
Il primo punto del tiebreak era anche il più bello del match. 38 colpi di profondità e potenza straordinari, da rimproverare solo una certa riluttanza nel seguire a rete colpi che forse lo meritavano. Lo vinceva Rublev lo scambio e in quello successivo Medvedev stavolta veniva subto a rete a prendersi l’1-1, che poi veniva graziato da Rublev che esagerava con il dritto a uscire un dritto a uscire. Il primo minibreak era di un Rublev strepitoso, che riusciva a prendere il tempo a Medvedev e con un dritto anticipatissimo lungolinea girava sul 4-2. Rublev arrivava al 6-3 grazie ad una prima a uscire ma Medvedev salvava i due primi match point servendo benissimo e sul terzo Rublev giocava con troppa paura facendosi attaccare da Medvedev che chiudeva con uno smash rabbioso. Rublev conquistava un quarto match point grazie ad un dritto fuori misura di Medvedev ma nemmeno quello bastava perché Daniil serviva ancora benissimo. Sul 7 pari arrivava il quinto match point di un Rublev che sembrava volersi scrollare di dosso la tensione con un dritto incrociatissimo e finalmente, con un altro meraviglioso scambio chiuso dopo 40 copi da uno schiaffo al volo, riusciva a chiudere un match davvero molto bello.