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Torneo sin troppo glamour quello di Newport, dove Bublik e Kubler hanno raggiunto in semifinale Cressy e Isner, qualificati già da giovedì. Il match più interessante è stato naturalmente quello di Bublik e Murray, con il russo – ma sì – che dopo la vittoria contro Sock aveva serenamente affermato che “il pubblico mi ha dato così tanto fastidio che ho deciso di vincere”. Del resto il talento di Bublik non è mai stato in discussione e se non fosse che il numero 42 del mondo è uno di quei giocatori che faticano a stare sul pezzo per due ore di fila staremmo parlando di ben altra carriera. Anche contro Murray, tornato in top 50, si è visto che una cosa sono le vittorie, anche entusiasmanti, altro è il saper trattare bene una pallina, avere il gusto del colpo pulito invece dell’aggressione. Ha vinto, come una volta era normale, il più giovane ma Murray ha come sempre fatto quello che poteva con le condizioni in cui è. Il problema di questo nuovo Murray è che lo scozzese ha perso sostanzialmente uno dei suoi colpi migliori, la risposta al servizio, ed è sempre costretto a fare i salti mortali per cercare almeno di arrivare al tiebreak. Nel primo set ce la stava quasi facendo, ma proprio all’undicesimo game è arrivato il break, seguito da quello di inizio set. Bublik però è Bublik, si è ovviamente ditratto e ha permesso a Murray di tornare per una decina di minuti in partita, prima che il break del settimo game non chiudesse il match.
Nell’altra partita di giornata Kubler, dopo aver vinto quella strana partita contro Auger Aliassime interrotta sul 5-6 del terzo set per l’oscurità, ha superato anche Duckworth faceno un po’ di fatica in meno e recuperando i due break subiti all’inizio di ogni set. Con Bublik parte sfavorito, ma l’erba, e l’indole di Aleksandr, potrebbero sorprendere.
Quarti di finale
J. Kubler b. [8] J. Duckworth 7-5 7-6(3)
[3] A. Bublik b. [6] A. Murray 7-5 6-4
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