Ashleigh Barty è il ritratto della felicità.
In conferenza stampa la numero 1 del mondo ha parlato ai giornalisti dell’enorme gioia che stava provando, dopo aver vinto l’Australian Open ed essere diventata la prima profeta in patria addirittura dal 1978.
“Sull’ultimo passante, quando è atterrato, è stata un’emozione abbastanza surreale. Non sapevo nemmeno come reagire. Mi sono emozionata, che non è normale per me in campo, e pensare di poter essere in grado di festeggiare con tutto il mio team e la mia famiglia… È venuto così, un momento veramente speciale”. Speciale soprattutto per i suoi genitori, Robert e Josie Barty, che per la prima volta hanno potuto vedere la loro figlia vincere uno Slam e lo hanno fatto nella serata forse più importante della sua storia.
Se a Wimbledon non erano potuti andare a causa delle restrizioni covid, persero la chance di essere sugli spalti anche in quella del Roland Garros 2019 perché colti di sorpresa (come tanti di noi) dalla grande corsa di Ashleigh. Avevano prenotato il volo poco prima, sarebbero arrivati nel Regno Unito a poche ore dalla finale e non hanno potuto fare un cambio all’ultimo momento anche perché, e giocò ulteriormente a loro sfavore, quell’edizione del Roland Garros fu funestata dal mal tempo e le semifinali vennero giocate venerdì mattina in Europa, venerdì sera in Australia, e dunque fino al momento del loro decollo non si sapeva se Barty avrebbe giocato la finale.
L’altra grande sorpresa del giorno ha riguardato la presenza di Evonne Goolagong alla presentazione del trofeo. Ash si aspettava di incontrare il proprio mentore una decina di giorni fa, quando il torneo celebrava l’orgoglio aborigeno, ma all’ultimo Evonne dovette rinunciare perché non poté muoversi. Barty ha raccontato che l’aveva sentita a inizio settimana, ma “non sapevo che sarebbe riuscita ad arrivare. Lei mi aveva detto che non era in grado di muoversi quest anno, per me questa è stata una bellissima sorpresa. Craig (Tiley) me l’ha tenuta nascosta fino all’ultimo. È stato bellissimo poterla abbracciare. Aver avuto l’occasione di vivere questo momento con lei, in un torneo che per entrambe significa così tanto, dopo che lei è stata l’unica persona a cui ho potuto veramente rivolgermi quando non sapevo cosa fare… è troppo bello”.
Sulla partita e sul recupero da 1-5: “Credo di aver fatto un ottimo lavoro per tutto il torneo nel disinnescare ogni tentativo delle mie avversarie. Stasera non ho servito benissimo e contro una delle migliori giocatrici in risposta al mondo, era difficile poter replicare. Sotto 1-5 ho cercato di essere più aggressiva, aggiustare un paio di dettagli tatticamente per guadagnare inerzia se fossimo andate al terzo. Tennis è un gioco molto divertente per quanto riguarda il punteggio, e le cose possono cambiare molto in fretta”.
Sul rapporto con Dellacqua: “Lei è semplicemente la mia migliore amica. Lei era lì, volevo abbracciarla. È stata una delle prime a cui volevo andare incontro. Lei ha fatto tantissimo per me, per aiutarmi a crescere come persona, non solo dopo grandi vittorie. Lei c’è sempre stata, fin dall’inizio, la amo da impazzire. È una figura enorme nella mia vita”. E poi i suoi genitori, che le sono corsi incontro quando l’hanno vista nel corridoio: “Ero felicissima quando li ho visti. Mi era dispiaciuto tanto che per varie ragioni non potevano esserci a Parigi e Londra… E sì, mamma è e sarà sempre la prima a cui vorrò rivolgere un abbraccio”.
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