di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Alla fine è andata come doveva andare tra il numero 10 del mondo e il numero 167, ma se Safiullin ha mostrato di valere di più Sinner ha convinto poco e deve ringraziare la dea bandata per aver portato a casa un match che avrebbe meritato se non proprio di perdere di chiudere al terzo. Sinner ha vinto un primo set in cui era subito andato avanti di un break senza fare sostanzialmente nulla per poi non solo cederlo al quarto game ma cominciando a rischiare quasi sempre. Nel sesto game si è trovato 0-40, nel dodicesimo ha salvato un set point giocando con estrema attenzione ma il vero disastro Safiullin l’ha fatto nel tiebreak, quando avanti 6-4, grazie ad un drittaccio finito lontanissimo dal campo di Sinner, ha prima fatto doppio fallo e poi affossato in rete la più semplice delle volée. Il tutto è continuato nel secondo set con Sinner costantemente costretto a salvare palle break fino al 3-2, per poi le sole palle break avute nel set. Sinner ha rischiato anche nel game finale ma ancora Safiullun non ha trasformato la sua occasione e ha concesso il punto agli azzurri. Vi parleranno dell’istinto del killer di Sinner, magari ricordategli che sarà il caso di mostrarlo contro avversari dal pedigree migliore di un 24enne che non è mai stato tra i top150.
Tutta un’altra storia ovviamente la partita di Berrettini, che aveva di fronte nientemeno che Daniil Medvedev, vincitore dell’ultimo slam e con la grande possibilità di essere numero 1 del mondo a fine mese, grazie anche alle vicissitudini di Djokovic. Matteo ha tirato fuori una partita di grande qualità e con la solita generosità ha trascinato il russo al terzo set. Berrettini è stato bravo a giocare una partita tatticamente impeccabile, soprattutto dopo aver perso il primo set, quello in cui ha avuto più problemi. Certo, il divario tra i due è forse persino più ampio di quello che dice lo striminzito 6-4 al terzo ma va a merito di Berrettini aver tratto il massimo dalle proprie armi. Il che non significa che Medvedev abbia giocato una partita che ricorderà, visto che il russo è sembrato svagato per larghi tratti del match fino all’incredibile discesa a rete col set point a sfavore nel tiebreak che gli è costato appunto il set. Ma Medvedev finisce sempre col dare l’impressione di poter disporre dell’avversario e in effetti se poi si vanno a guardare i numeri si scopre che non ha mai perso il servizio durante il match e ha concesso la miseria di due palle break consecutive proprio nel set migliore, il primo. Insomma, è andata bene così.
A questo punto è stato il doppio a incaricarsi di promuovere al turno successivo la Russia, che ha giocato complessivamente meglio e avrebbe potuto pure chiudere più rapidamente, senza ricorrere al super tiebreak, vinto agevolmente. La coppia formata da Medvedev e Safiullin è sembrata un po’ meglio assortita di quella Berrettini-Sinner anche se lo spettacolo francamente non è stato granché. I russi hanno molto insistito su Sinner, che soprattutto a rete ha mostrato limiti abbastanza evidenti. Gli italiani sono stati bravi a recuperare un primo set che sembrava andato, grazie alla difficoltà dei russi di tenere la battuta di Safiullin, ma è stato poi proprio lui a chiudere il match con un servizio che Sinner ha spedito in rete.
Giusto così, adesso pensieri all’Australian Open, anche se dieci giorni possono essere molto lunghi…
Gruppo B
Russia b. Italia 2-1
J. Sinner b. R. Safiullin 7-6(6) 6-3
D. Medvedev b. M. Berrettini 6-2 6-7(5) 6-4
D. Medvedev/R. Safiullin b. M. Berrettini/J. Sinner 5-7 6-4 10-5