Intervistato in esclusiva da Eurosport Germania, il vincitore delle ATP Finals Alexander Zverev commenta il prossimo anno di tennis a partire dall’Australian Open: «I record di Djokovic incidono sulla storia, ma se non dovesse giocare a Melbourne…»
Non sono così distante dal primato mondiale, ma per esserlo devo vincere un Grand Slam. La situazione con Novak Djokovic e l’Australia è ancora un grande punto interrogativo (per via del vaccino, ndr): naturalmente spero che gli sia permesso di giocare e dev’essere chiaro, dopodiché, se lui non gioca a Melbourne e io vinco l’Australian Open, allora sarò il numero 1 al mondo e così via, ma ora non è il momento di pensarci: devo solo prepararmi al meglio ed essere fisicamente e mentalmente pronto a giocare per questo.
Sono diventato molto più calmo, nel senso che “sto invecchiando”: non ho più diciott’anni, capisco molte più cose della vita e che bisogna mantenere la calma nelle situazioni importanti. Ciò ha avuto il suo effetto su di me quest’anno, ma il più grande miglioramento che ho fatto è la seconda di servizio, nel senso che negli ultimi sei mesi non ho più servito 20 doppi falli a partita!
Penso che il prossimo anno possa essere molto simile agli ultimi sei mesi di questo: prima si parlava sempre di Nadal, Federer e Djokovic, ora io e Medvedev abbiamo vinto lui lo US Open e io Giochi Olimpici e ATP Finals… E non m’aspetto che il prossimo anno sia diverso.
Federer e Nadal sono sempre stati i preferiti del pubblico e anche dai media, cosa che non è mai successa a Djokovic. Eppure, non si possono più ignorare tutti i suoi record! Ha vinto tanti Slam quanti Federer e Nadal, ha più titoli Masters, più settimane da numero 1 al mondo. Sono primati che incidono, avendo giocato nella stessa epoca, quindi per me è molto chiaro che, da un punto di vista sportivo e in termini di successi, Novak sia stato superiore a Federer e Nadal.
Posso parlare solo di me stesso, allora penso di aver migliorato estremamente il mio gioco negli ultimi anni e non lo vedo solo quando gioco contro Djokovic. Ho anche parlato di questo con Novak, che sente di essere ancora al vertice della sua carriera. Anzi, mi ha detto che sta servendo meglio ora di quanto abbia mai fatto prima, “vede” il suo gioco, non ha problemi dalla linea di fondo, quindi ti direi piuttosto che anche lui sta migliorando!
A parte mio padre, David Ferrer è stato il mio miglior allenatore. Potevamo parlare per ore e guardare le partite: cosa che non ho mai fatto con Ivan Lendl, perché non mi sono mai sentito a mio agio a parlare con lui. Ci vedevamo solo agli allenamenti, ma io ho bisogno di ricevere un “conforto” extra dall’allenatore e per questo con David c’è sempre una porta aperta: parliamo spesso e non escludo un nostro ritorno.
Mi trasmette una calma estrema. È sicura di sé come persona e sa cosa vuole: personalmente e professionalmente. La cosa più bella di questa relazione è che lei “non ha bisogno” di me e io “non ho bisogno” di lei. Siamo due persone che stanno insieme perché vogliono stare insieme e non c’è nessun altro pensiero. Naturalmente, c’è molta attenzione mediatica su di noi, ma abbiamo una vita relativamente tranquilla insieme. Lei capisce che mi alleno otto ore al giorno e non posso andare al ristorante ogni sera: è più grande di me, ne ha passate tante nella vita e capisce esattamente di cosa ho bisogno per migliorare.
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