[8] A. Kontaveit b. [4] M. Sakkari 6-1 3-6 6-3
Dopo aver seguito per tanti anni la crescita di Anett Kontaveit, lascia abbastanza colpiti la naturalezza e loquacità con cui si è prestava stasera al microfono al termine della settima semifinale (su sette) vinta nel 2021. È sempre stata una che, anche forse per il suo essere nordico, non si esponeva mai troppo: poche parole, quelle giuste, molto ben calibrate, stop. Stasera invece si guardava intorno e rideva di gusto dicendo che a un certo punto, forse all’inizio del terzo set, si era data come unico obiettivo quello di godersi il momento e se sarebbe stata veramente l’ultima partita della sua stagione di uscire dal campo senza grossi patemi. Anche perché negli ultimi mesi è stata vicina alla perfezione tennistica.
Questa è la quinta finale ottenuta da metà agosto in avanti, la terza consecutiva, la più importante della carriera sua e della storia tennistica del proprio paese immaginando che possa diventare anche una delle più pesanti a livello sportivo generale. L’ultima arrivata in questo torneo, come spesso accade, è protagonista poi di una scalata che lascia il segno. Le teste di serie, come in tutti gli altri tornei, sono abbastanza relative, a maggior ragione nell’evento che racchiude le migliori otto della stagione. In più, se le prime qualificate arrivano tra agosto e settembre, quando si arriva alle ultime settimane della stagione regolare e ci sono due, tre posti vacanti ecco che a prenderli sono coloro capaci di fare risultati e non accontentarsi del piazzamento. Dunque la loro condizione di base è molto rodata mentre per le altre può essere già cominciata la fase di gestione delle energie rimaste.
Kontaveit e Sakkari appartengono un po’ a questi due emisferi, eppure entrambe han giocato piuttosto bene fin qui. Il problema, spiegabile magari partendo dai dati, è che per la greca le semifinali in stagione son sempre state delle chimere: questa è la settima persa su otto giocate, e non aiuta che l’unica vinta l’ha poi vista perdere all’ultimo atto proprio contro Anett; per l’estone invece c’è un ruolino di marcia immacolato, confermato oggi dal 6-1 3-6 6-3 conclusivo malgrado da metà del secondo set ha avuto di fronte una mezzora circa dove è parsa avvertire la prima vera fase di stanchezza di questi tre mesi appassionanti e surreali. Alla fine, però, si è gestita molto bene soprattutto a livello nervoso, facendo magari fatica con le gambe che sembravano a tratti scomposte quando bisognava colpire ma mai esposta a gesti fuori luogo, e riuscendo magari a far correre l’avversaria gestendosi al meglio delle sue possibilità.
Il primo set è stato dominio, con Kontaveit molto incisiva ed efficace da fondo campo su entrambi i lati e i piedi nei pressi della riga se non proprio dentro al campo. Sakkari in quel momento, ma un po’ per tutto il match, non è parsa avere l’elettricità dei momenti migliori. Di fatto la palla non viaggiava allo stesso modo delle precedenti partite. Non c’era grande energia e probabilmente le quasi tre ore di ieri contro Aryna Sabalenka han lasciato delle scorie. Essere poi alla fine della stagione, anche per lei, deve aver portato a un recupero più lento del solito. Se non altro all’inizio del secondo set ha trovato più continuità con la prima palla e veniva attaccata meno da un’avversaria non più impeccabile e che sul 3-3 aveva il primo piccolo passaggio a vuoto. In un lungo e laborioso turno di battuta della greca, ha avuto la palla break per portarsi avanti ma ha perso completamente gli appoggi su uno slice di Sakkari eseguito nemmeno particolarmente bene, con una traiettoria molto alta e un rimbalzo che per fortuna sua non è stato perfetto e ha mandato fuori giri l’avversaria. Nel game successivo è continuato il calo e Kontaveit ha concesso la prima palla break dell’intera partita, capitalizzata. Un piccolo macigno che è costato il set e un inizio di terzo dove sembrava abbastanza sulle gambe come visto già dal primo punto in cui un ottimo servizio a uscire e una palla arpionata col telaio dalla greca è divenuta una palla corta su cui l’estone è arrivata abbastanza rigida.
Passati intatti i primi due game al servizio, nel terzo sono arrivati i problemi. Da ormai diverso tempo Sakkari cercava di modulare di più la traiettoria dei suoi colpi vedendo un’avversaria un po’ più traballante e, soprattutto, usare molto lo slice sul rovescio alternandolo a qualche palla corta però mai efficace. Lo slice, se non altro, testava la situazione “gambe” dell’avversaria che faticava a piegarsi e stare bassa sulla palla, con errori che ormai fioccavano senza nemmeno attendere troppi palleggi. Sul 2-2 Sakkari ha messo a segno il break che sembrava poter spezzare l’equilibrio a suo favore, ma di colpo è arrivata l’ottima reazione della numero 8 del seeding che ha messo a segno un parziale di 8-0 con tanti vincenti soprattutto di rovescio per tornare avanti. Sul 4-3, infine, il momento chiave. Maria dal 40-0 non ha chiuso grazie a qualche buona palla pesante e profonda di Anett. Il game si è protratto in una serie lunghissima di vantaggi e fino alla sesta parità era sempre Sakkari a non vedere concretizzate le occasioni. Kontaveit colpiva bene, soprattutto di rovescio, e probabilmente le tante corse che faceva fare all’avversaria si sono rivelate decisive perché la greca aveva il fiato corto e una buona dose di tensione. Così, alla prima palla break offerta, è rimasta bloccata coi piedi senza fare un passo in più per approcciare meglio il dritto dal centro del campo, spentosi in rete.
È stato il momento decisivo. L’estone, al servizio per chiudere l’incontro, è salita subito 30-0 spingendo bene sul 30-15 per conquistarsi il primo match point e capitalizzare immediatamente lo sforzo profuso in due ore di partita tosta e aggiungere questa come piccola grande impresa di una serie che la vede ora a 31 vittorie in 34 partite disputate dal primo turno al WTA 250 di Cleveland a metà agosto, lì dove tutto ebbe inizio. Domani sera, ore 2:30 del mattino in Italia, l’ultima vera fatica della sua annata quando scenderà in campo di nuovo contro Garbine Muguruza, che già l’ha battuta nel girone in una partita però di fatto inutile per l’estone perché già certa del primo posto. Sarà magari da valutare la questione energie, ma ci sono pochi calcoli da fare: siamo alla fine, la stanchezza c’è più o meno per chiunque. I precedenti dicono 3-2 per Muguruza che però prima del match di Guadalajara aveva perso a Mosca addirittura con un netto 6-1 6-1 in una fase però dove sembrava accusare dei dolori alla schiena. In ogni caso, ci sarà la prima campionessa per la Spagna o per l’Estonia.
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