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WTA Indian Wells, storica Jabeur: semifinale e prima araba di sempre in top-10. Badosa supera Kerber

Adesso ci siamo. Adesso è ufficiale. Dopo 48 ore di grandi sussulti a precedere la sfida tra Ons Jabeur e Anett Kontaveit, per motivi ben al di fuori del rettangolo di gioco, la tunisina ha scritto la storia.

Eravamo vicinissimi come mai a poter dare per fatta la prima volta di un atleta arabo in top-10, maschio o femmina, ma ancora non poteva dirsi ufficiale. Un account di enorme rilievo su Twitter ha invece dato il traguardo già per fatto dopo la vittoria di Jabeur contro Anna Kalinskaya agli ottavi, creando la più banale “fake news” che ha cominciato a diventare virale.

Ci erano cascati in tantissimi, anche giocatori (Andy Murray, Sloane Stephens, Nicole Melichar) e leggende del passato (Martina Navratilova, Billie Jean King, Rennae Stubbs). La stessa Jabeur, riprendendo quel tweet, aveva ringraziato di cuore tutti quanti. I media tunisini già la davano per ufficiale, cominciando a scrivere svariati articoli su un fatto tanto storico quanto pesante a livello culturale. Eppure non lo era: le mancava 1 punto. In quel momento Naomi Osaka era proiettata dentro al top-10 a 3326 punti e lei, Jabeur, era ferma al decimo posto virtuale con 3325 punti ma con ancora Angelique Kerber e una tra Anett Kontaveit e Jessica Pegula che potevano passarla. La storia però aveva talmente preso piede che è dovuta intervenire la WTA con un comunicato ufficiale a smentire tutto.

Oggi dunque il momento decisivo e la liberazione finale: il 7-5 6-3 ai danni di Kontaveit è valso, finalmente, a Jabeur il passo tanto storico quanto incredibile dentro la top-10. A 27 anni la tunisina, straordinaria pioniera, prestigiatrice della racchetta e leader ormai a tutti gli effetti dello sport femminile nell’universo arabo (con tutto quello che può comportare a livello sociale), ha scritto l’ennesima pagina più bella di un’ascesa cominciata coi quarti di finale all’Australian Open 2020. Oggi, un match non pulitissimo per la tensione delle ultime vicende ben presente in campo soprattutto per Jabeur, che sentiva la prospettiva di un traguardo tanto storico quanto importante. Dopo la vittoria scherzava a bordo campo con l’intervistatore Andrew Krasny (“quando ti vedo gioco sempre bene”) e raccontava poi che aveva seguito il dibattito tra top-10 o meno, tra chi diceva di ‘sì’ e la WTA che smentiva. Non era liberissima di testa, in campo: nel primo set ha visto evaporare un doppio break di vantaggio, nel secondo ha vissuto un potenziale momento difficile sul 4-3 e servizio, appena dopo aver conquistato il vantaggio. A fare la differenza, qui, lo scarso rendimento di Kontaveit che è stata protagonista di un secondo parziale dove ha subito lo svantaggio maturato malgrado il recupero da 1-4 di ritardo nel primo set e in quell’ottavo game, col braccio di Jabeur che tremava, è riuscita ad averne uno ancor più rigido e teso, sbagliando tanto dal 15-40 e regalando un game fondamentale alla sua avversaria.

Al servizio sul 3-5, l’estone ha continuato il momento negativo perdendo per la seconda volta consecutiva la battuta. Jabeur, dopo l’ultimo punto, ha alzato le braccia al cielo. Era fatta. Era finita. È top-10. È storia. Sarà almeno numero 9 del mondo, con il sogno delle WTA Finals sempre più concreto e un’annata che non smette di regalarle soddisfazioni dopo tre finali e un titolo WTA ottenuto. Domani, nella sua prima semifinale in un WTA 1000, affronterà Paula Badosa, che ha superato 6-4 7-5 Angelique Kerber in un match molto tirato e giocato su pochi dettagli. Quello che veramente ha fatto la differenza, alla fine, è stato il rendimento altalenante della tedesca col dritto, colpo con cui non ha mai avuto continuità e le poche fiammate non sono bastate a garantirle la solita solidità da fondo campo.

Indietro di un break nel primo set, l’ex numero 1 del mondo era tornata in parità già sul 2-2 e da lì al 4-4 e palla break sembrava poter passare avanti nel punteggio per prendere il comando della situazione. Quella chance nel nono game però non è stata colta, giocata forse con un po’ troppo timore, e Badosa si è data una prima scossa, smettendo di stare troppo dietro la linea di fondo quando l’avversaria prendeva l’iniziativa e raccogliendo due errori gratuiti di pochi millimetri nei primi punti sul 5-4 che hanno indirizzato il game e il set dalla sua parte. Nel secondo parziale la numero 10 del seeding pagava ancora il momento negativo scivolando sotto per due volte di un break, riusciva a scuotersi sotto 2-5 15-40 e sul 3-5 tornava a colpire con un cambio in lungolinea di dritto, ma la fase positiva si è spenta di nuovo troppo presto e, sul 5-6, una volta andata nuovamente sotto 15-40 ha ceduto il passo con Badosa che ha raccolto così la seconda semifinale in un WTA 1000 Mandatory dopo quella di Madrid dello scorso maggio.

Risultati

[12] O. Jabeur b. [18] A. Kontaveit 7-5 6-3
[21] P. Badosa b. [10] A. Kerber 6-4 7-5

Diego Barbiani

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