20 anni di successi: il video tributo del mondo del tennis a Rafa Nadal
È il modo che ancor m’offende si potrebbe parafrasare, perché tutto sommato che il ragazzo superi l’attempato campione ci sta pure, che lo prenda a pallate per un’ora e mezza sarebbe stato il caso di non farlo. Il problema è che Rublev gioca senza considerare troppo l’avversario che si trova dall’altra parte della rete e se va in fiducia, con la buona preparazione fisica di quest’ultimo anno e mezzo, non lo fermi neanche se ti chiami Nadal.
La partita è stata interessante grazie alla straordinaria resistenza di Nadal, che è uscito da una buca profondissima, dov’era precipitato a partire dal quinto game del primo set. Lo spagnolo, dopo un parziale di nove punti di fila, ed essere riuscito a vincere uno scambio fantastico ha subito la corsa sfrenata di Rublev, che da quel momento ha infilato sei game di fila, prendendolo sostanzialmente a pallate, absit iniura verbis, prima di rifiatare a sua volta. Il russo mostrava un sovrano disinteresse per il gioco del rivale, tant’è che non è mai sembrato che Rublev tendesse ad evitare il dritto di Rafa. Al limite era proprio il contrario, cioè Nadal cercava di uscire dall’asfissiante velocità di Rublev cercando il più possibile il rovescio, perché naturalmente nella diagonale destra la possibilità di fare qualche punto era davvero minima.
Ad ogni modo Nadal ha mostrato anche oggi cosa significhi essere un fuoriclasse. Con enorme umiltà invece di sparacchiare qualsiasi cosa si è messo a remare da fondocampo, provando sempre a ributtare dall’altra parte un colpo di più e cercando di prolungare il match nella speranza che la lucidità di Rublev si appannasse. Non si è scoraggiato neppure quando il russo gli ha annullato un palla break che poteva dargli il due pari, tirando un impressionante dritto sulla linea di fondo, palla break che si era guadagnato grazie al vero punto debole di Rublev, il gioco a rete. E nemmeno quando ha sciupato tre occasioni per andare tre pari, lo spagnolo si è arreso. Nadal ha provato a chiedere qualcosa in più al servizio per cercare almeno di non essere aggredito in risposta, col risultato di commettere un insolito numero di doppi falli, e ha dovuto fare dei piccoli miracoli per portare a casa qualche game, come il quinto, salvato da una prodezza addirittura al volo e da un fantastico dropshot. Il tutto mentre Rublev tirava fortissimo quasi sempre, rallentando giusto per prendere fiato.
In fondo era giusto che tanto orgoglio venisse premiato, Rublev, dopo aver avuto la possibilità di andare 4-1 e 5-2, sempre con doppio break, veniva raggiunto sul 4 pari grazie ad un’ingenuità difficile da credere. Sulla palla break del settimo game Rublev, a campo aperto e a meno di un metro dalla rete, tirava proprio dove era andato Nadal che si trovava sulla racchetta il più comodo dei passanti. A Rafa in genere basta meno e in un amen lo spagnolo ha pareggiato il conto dei set, con Rublev che provava solo a tirare sempre più forte.
Nessuno avrebbe più scommesso un rublo su Rublev, scusate ma era irresistibile, ma Andrey smentiva tutti. Per la verità i primi due break erano “merito” di Nadal, che pagava l’enorme sforzo, soprattutto mentale, del recupero del secondo set, compiendo una serie di gratuiti appena attenuati da un Rublev meno fresco di inizio partita, che perdeva anche lui il servizio, il terzo consecutivo. Ad ogni modo Rublev riprendeva fiducia e non solo stavolta teneva il servizio ma brekkava di nuovo Nadal e vinceva con una certa facilità il parziale.
Partita che potrebbe essere più importante di quanto non non possa sembrare, perché se Nadal ovviamente non era il miglior Nadal, non era nemmeno la sua controfigura sbiadita e soprattutto ha lottato strenuamente prima di cedere alla distanza. Del resto per lui i 35 anni sono alle porte ed è ovvio che tutte le energie saranno riservate al Roland Garros. Ma Nadal ci ha provato a non perderla e se non c’è riuscito è solo perché l’altro, nonostante il divario di esperienza e di capacità tattiche, era più forte. Bisognerà capire infine se Rublev saprà trarre le giuste indicazioni da questo match, che avrebbe dovuto vincere facilmente e che a un certo punto sembrava addirittura perso. Inutile dire che con i colpi da fondo campo Andrey è quanto di meglio ci possa essere in circolazione, ma è impensabile che possa raggiungere traguardi enormi giocando così male a rete. In fondo però ha solo 23 anni, magari migliora anche se non è italiano…
Quarti di finale
D. Evans b. [11] D. Goffin 7-5 3-6 6-4
[4] S. Tsitsipas b. A. Davidovich Fokina 7-5 rit.
[6] A. Rublev b. [3] R. Nadal 6-2 4-6 6-2
C. Ruud b. [15] F. Fognini 6-4 6-3