di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
[2] R. Nadal b. [16] F. Fognini 6-3 6-4 6-2
Se non si è vista la partita è difficile comunicare il senso di frustrazione che ha accompagnato la visione di un match che non sarebbe serio definire diversamente che brutto. Ritmi compassati, rare accelerazioni che non rimanevano in campo, tentativi tecnici che sembravano più velleitari che strumentali ad un qualche disegno tattico, insomma uno strazio. Peccato, perché ci eravamo avvicinati con qualhce speranza ad un match che altre volte ci aveva regalato spettacolo più che discreto e persino qualche vittoria imprevista, anche se a ben guardare le sconfitte di Rafa si sono concentrate tutte nel 2016, diciamo non proprio l’anno d’oro dello spagnolo. La vittora contro de Minaur, unita ad una condizione non impeccabile del numero 2 del mondo, sembrava suggerire che ci potesse essere almeno un qualche equilibrio nel punteggio ma neanche questo è successo.
Tutto questo considerato c’è poco da raccontare. Nadal ha portato a casa un primo set in cui ha servito il 42% di prime, lui che di solito si aggira sul 70, ma ha pagato con un solo break i problemi al servizio. Dall’altra parte Fognini sperperava lo sperperabile, dando subito il vantaggio di un break e soprattutto facendo una fatica enorme a tenere la palla in campo. Non è che Nadal facesse chissà cosa, ma probabilmetne si è anche reso conto rapidamente che non serviva, la palla messa dall’altra parte era più che sufficiente per dargli tutti i punti di cui aveva bisogno.
Qualche emozione in più è arrivata nel secondo set, con Fognini che è riuscito ad andare avanti 4-2 grazie al game migliore del match, ovviamente sperperato in pochi secondi. Nadal pensava di dare un’altra occasione all’italiano sul 3-4 ma non bastavano tre palle break di fila a Fognini per provare quanto meno ad andare a servire per il set. Non che sarebbe cambiato chissà cosa, perché Nadal completava la rimonta brekkando ancora il ligure e chiudendo agevolmente il secondo set.
Se i primi due set non erano stati granché il terzo è stato anche peggio. Nadal non ha rischiato più niente pensando solo a tenere la palla un po’ lunga, tanto il punto sarebbe arrivato, e 39 minuti sono sembrati pure troppi per un set mai in discussione. L’ace col quale Nadal ha chiuso il match è stato un sollievo, ma se sei in cattiva giornata non è tatticamente che riuscirai mai a vincere un match contro Rafa. E Fognini non ha mai brillato per capacità di comprendere l’andamento del match.
Insomma vi auguriamo di non aver dovuto fare la levataccia perché davvero non ne valeva la pena, c’è di buono che nessuno ricorderà mai questa partita, davvero davvero brutta. Nadal nei quarti troverà uno tra Tsitsipas e Berrettini e sa lui prima di tutti che dovrà essere un giocatore molto diverso da quello visto oggi.