di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
J. Sinner b. V. Pospisil 6-4 3-6 7-6(3)
Jannik Sinner ce l’ha fatta. Il giovanissimo azzurro, 19 anni, conquista il suo primo titolo Atp (Challenger esclusi) battendo nella finale del torneo 250 di Sofia il canadese Pospisil. L’altoatesino si è imposto in tre set con il punteggio di 6-4 3-6 7-6.
Chissà se davvero diventerà un torneo che non scorderemo mai, questo ATP di Sofia di cui nessuno aveva mai sentito particolare bisogno, soprattutto in questo periodo. E pur senza fare scomodi (e va detto, totalmente fuori luogo) paragoni con gente nata non troppo lontani è difficile ritenere che questa vittoria, sofferta come del resto sono quelle belle, possa rimanere isolata. Jannik Sinner è la promessa che il tennis italiano aspettava da tempo per poter sognare, un giorno che adesso sembra molto vicino, di tornare a vincere uno slam, 44 anni dopo l’ultimo, e anche unico se vogliamo considerare la sola era Open, come avrebbe senso. Contro Pospisil, che l’anno scorso aveva dato un dispiacere a Berrettini in quella strana cosa che chiamano Coppa Davis, Sinner è sembrato sull’orlo della sconfitta, soprattutto tra la fine del secondo e l’inizio del terzo set, quando l’esperienza e la brillantezza del gioco del canadese sembrava aver fatto breccia sul potente gioco dell’italiano. E invece, complice un nastro che ha rallentato un dritto forse definitivo di Pospisil, lentamente Sinner ha trovato modo di aggrapparsi al proprio servizio, lasciano perdere i sogni di gloria in risposta ma anche non permettendo più a Pospisil di metterlo in pericolo. L’epilogo del tiebreak regalava al nostro ragazzo il primo trionfo, meritato perché se Pospisil sbaglia di due metri una risposta su una seconda allora non merita di vincere il suo primo trofeo, soprattutto considerato che nel punto successivo Jannik ha giocato con classe – e va bene – e calma – e non è detto considerato che non ha nemmeno vent’anni – il punto che lo ha portato al triplice match point, un dritto strettissimo dopo che aveva fatto “remare” il canadese.
Dato a Sinner quel che è di Sinner, il più giovane italiano a vincere un torneo ATP e il più giovane in top40, al cronista tocca il compito ingrato di ricordare che a lungo Sinner non è sembrato comprendere come poter uscire dalla ragnatela di Pospisil, giocatore insidioso sul veloce ma pur sempre il numero 74 del mondo, non proprio l’élite del tennis mondiale, e che questo torneo non è stato esattamente lo US Open. Quindi si gioisca pure, ma la strada per quei successi di cui si parla è lunga, accidentata e, soprattutto, piena di giocatori che hanno una caratura ben diversa da quelli battuti con troppe difficoltà in questo torneo. Ma a questo punto manca poco e forse importa ancora meno, perché al di là delle eccessive e interessate pretese di chi deve giustificare un incarico federale, quello che rimane a tutti noi è che Jannik Sinner sarà sicuramente un top10 non occasionale. Non è poco.