Iga Swiatek si è presentata alla stampa con il trofeo di campionessa del Roland Garros. La giornata di gloria della diciannovenne ha regalato alla Polonia la prima campionessa Slam in singolare, tra uomini e donne, e ricorda molto bene quando nell’estate 2018 dopo la vittoria a Wimbledon junior la fecero entrare sul campo del Legia Varsavia, squadra della città di Iga, durante l’intervallo del preliminare di Champions League e lei esibiva il suo trofeo in mezzo a 30.000 persone.
Per questo, quando le è stato chiesto che effetto le fa avere la coppa accanto, ha risposto: “Sono veramente molto orgogliosa, ho fatto un lavoro straordinario in queste due settimane. Non mi aspettavo di vincere questo trofeo, per me è meraviglioso, un’esperienza che cambia la vita. È dura da commentare tutti le espressioni, ho bisogno di tornare a casa e vedere come vanno le cose in Polonia. So che quando tornerò là sarà qualcosa da pazzi”.
Nella speranza, come dice Iga, di abituarsi all’eco che questa vittoria avrà su di lei, ha poi aggiunto: “Ho apprezzato davvero tutto il supporto ricevuto. Non ho potuto dare retta a tutti, non sempre ho risposto al telefono, ma so che l’intero paese era con me e tutti mi supportavano”. “Alle volte” diceva “mi era capitato di immaginarmi campionessa Slam. Eppure era sempre un pensiero molto lontano. Adesso sono qui e sono davvero una campionessa Slam, è pazzesco. Tu vuoi credere a cose così, ma nella tua testa sai che per raggiungerle c’è bisogno di veramente tanto lavoro. Poi però dopo due settimane così spettacolari ci sei, ce l’hai fatta. È tosta”. Come spesso le accade, Swiatek ha poi dedicato un pensiero a Daria Abramowicz, la sua psicologa sportiva: “Oggi ho usato tutto quello che lei mi ha insegnato. Ci vedo una differenza enorme quando riesco a essere mentalmente preparata e a sopportare lo stress rispetto a quando non ce la faccio. Per questo alle volte mi capita di perdere al primo turno o come è successo qui riesco a vincere il titolo”.
Alla fine, poi, un pensiero è andato ancora una volta ad Agnieszka Radwanska. È bello, in un certo senso, vedere come le sue idee non siano cambiate rispetto a quando noi le chiedemmo, a Melbourne nel 2018, l’eredità che lasciava ‘Aga’. A noi quel giorno disse che le sarebbero stati necessaria almeno 10 anni di altissimo livello per essere paragonabile alla sua predecessore. Oggi ha dichiarato su eventuali paragoni: “Credo di aver appena fatto la storia, ma Radwanska ha raggiunto molto più di me ed è stata ai vertici del circuito WTA per 12 anni, non so nemmeno il numero esatto. So che ci saranno molte persone che vorranno paragonarci, ma so che dovrò essere molto costante nei prossimi anni se vorrò che qualcuno veramente possa citarmi come miglior tennista della Polonia perché ho ancora tanto davanti a me. Questo è ancora il suo posto”.
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