SAKKARI SPIRITO SPARTANO
È la notte di Maria Sakkari, che quasi non esulta dopo aver concretizzato l’ottavo match point in una circostanza così anomala ma dentro di sé non può che essere felicissima per aver battuto Serena Williams, giocatrice che lei stessa ha più volte ribadito ai microfoni di considerarla “la migliore di sempre, una giocatrice che non ha eguali e che per me è sempre stata un modello”. L’immagine della felicità nascosta da una mascherina, ma probabilmente anche dalla consapevolezza che c’era da rispettare un momento in cui dall’altra parte c’era una giocatrice coi crampi, molto affaticata dal match contro Arantxa Rus. L’incontro è terminato 5-7 7-6(5) 6-1 in favore della numero 15 del seeding, e anche la numero 3 del tabellone esce di scena.
Serena si scopre ancora una volta in difficoltà, lamentandosi parecchio delle proprie condizioni, esprimendo tutto il suo disgusto verso il momento con schiaffi alle proprie cosce nei cambi campo, esternazioni malcelate, fastidi muscolari divenuti poi crampi. Ieri una partita di quasi tre ore (la più lunga giocata dal 2012) contro una tennista che aveva probabilmente la miglior forza nella parte fisica e che ha servito per il match sul 6-5 al terzo set e la stessa statunitense aveva detto essere stata dura proprio perché una sfida molto fisica in condizioni tremende tra il tanto caldo e l’afa. Oggi gli organizzatori le hanno riservato la sessione serale, ma non è bastato a permetterle di essere pronta per una nuova partita di quella base contro però un’avversaria ben più forte.
Sakkari aveva tutte le carte in regola per infastidire la Williams attuale. Cresciuta tanto, ormai stabile nei pressi della top-20, regolarista e giocatrice di alto ritmo, capace di rimettere al di là della rete tante palle e far stancare l’avversaria con lunghi scambi. Forse questa è sempre più una miscela che Serena non sopporta, perché deve imporsi nell’uno-due tra servizio e primi colpi subito dopo, non sembra aver più l’esplosività e la forza di muoversi lungo il campo per un intero match. Oggi però la greca ha sbagliato nella prima fase a non rimanere tranquilla e a compromettere il primo set con due game con tanti errori. Dirà poi che cercava di strafare per contenere la forza della palla avversaria, e Serena guidava la partita con un 7-5 dopo aver avuto anche la palla del 5-1 e servizio.
Nel secondo set Sakkari ha cambiato tattica, cercando di non colpire alla ricerca del vincente. Serena però voleva chiudere la partita il prima possibile e dall’1-3 ha avuto un’importante fase dove ha messo insieme quattro game di fila. A un passo dal traguardo, invece, sono cominciati i guai. L’americana ha servito per il match sul 5-3 e come ieri contro Rus, sempre sul 5-3 (al terzo set), sono arrivati tanti errori. La greca è rimasta in vita e a quel punto ha cominciato veramente a crederci, portando avanti la sua tattica e rientrando anche da 1-4 nel tie-break vincendo sei degli ultimi sette punti. Il footwork che la numero 4 del seeding mostrava già molto altalenante in quel momento si era fermato completamente, e con lui tutto il suo gioco.
Il parziale decisivo è stato abbastanza surreale. Sakkari saliva 1-0 e prendeva un break dopo che Serena aveva cominciato a mostrare grandi difficoltà fisiche, servendo un ace a 67 miglia orarie di puro piazzamento e giocando da ferma. La greca ha impiegato un po’ a sbloccarsi mentalmente e capire che la partita era sua, l’americana si stava consegnando. Sul 5-0 ha mancato sette match point in un game, sul 5-1 è andata sotto 0-30 ma lì si è calmata ed è riuscita a chiudere. Bizzarro il commento di Serena Williams alla partita chiusa con 26 vincenti e 58 errori gratuiti: “Ho cominciato a soffrire di crampi ma non dovevo essere in quella situazione. Sono stata io a mettermi in questa brutta situazione, è come frequentare un ragazzo che sai che fa schifo. Avevo i crampi, ma non posso cercare scuse”.
OSAKA SPEGNE OGNI VOCE SIBILLINA
Naomi Osaka centra i quarti di finale nel Western & Southern Open con una partita di grande concentrazione e tranquillità, dominando il gioco contro Dayana Yastremska e chiudendo 6-3 6-1.
La vigilia di questa partita era stata caratterizzata da alcune voci su come questa fosse la prima volta che lei ritrovasse l’ex allenatore Sascha Bajin come avversario, con il tedesco ora a fianco di una giovanissima molto interessante come Yastremska, già nei pressi delle prime 20 del mondo. Non fu una separazione idilliaca, tra i due, resa ufficiale poco tempo dopo che Osaka vinse l’Australian Open diventando numero 1 del mondo ma già avvenuta a Slam appena cominciato. Non venne neanche mai comunicato il vero motivo alla base di una decisione molto sorprendente se non voci sibilline dal clan Osaka che parlavano di un qualcosa che aveva fatto crollare la fiducia nel rapporto di lavoro.
Ci si attendeva tanto, sotto più aspetti, da questo confronto ma la numero 10 del mondo è stata bravissima, da par suo, a giocare secondo il suo curriculum e a infliggere una sconfitta netta all’avversaria che oltretutto durante l’intera partita continuava a strisciare rumorosamente la suola delle scarpe sul terreno di gioco quando la giapponese lanciava la palla per servire. Naomi non ha mai dato alcun peso alla vicenda anche perché il suo livello di ‘focus’ era molto elevato e ogni cosa stava funzionando a dovere. Una delle grandi qualità di Osaka, ora, è quella di gestire il ritmo e il peso di palla di una grande colpitrice come Yastremska per ridirezionare lo scambio. Dayana, ancora abbastanza acerba su queste fasi di gioco, non riusciva mai a recuperare perdendo così il primo turno di battuta sull’1-2 e non avendo chance se non un ultimo game in risposta un po’ combattuto sul 5-3, senza mai arrivare a palla break.
Nel secondo set non c’è quasi stata partita, con Osaka subito avanti di break e involatasi dal 2-1 in suo favore. Il finale, con un fallo di piede sanzionato all’ucraina sulla seconda palla di servizio per difendere match point, è stato in qualche modo a rimarcare la giornata no della numero 16 del seeding. Per la numero 4, invece, ci sarà ora Anett Kontaveit che si è agilmente sbarazzata di Marie Bouzkova (6-2 6-4).
Altri risultati
Giornata dolce-amara per le giocatrici bielorusse. Grande soddisfazione di Victoria Azarenka che col 6-4 7-5 ai danni di Alizé Cornet mette a segno la settima vittoria consecutiva contro la francese ma soprattutto il primo quarto di finale in un torneo sul cemento di alto livello da Miami 2018. Punti, fiducia e finalmente un bel tennis messo in mostra dopo alcune partite poco incoraggianti e tutto un universo di vita privata che la circonda che da diverso tempo ormai sembra condannarla a tanti problemi.
Aryna Sabalenka esce invece sconfitta da una sorprendente Jessica Pegula, passata dalle qualificazioni ma apparsa in buonissima condizione già da qualche settimana. Qui al di là del tabellone cadetto ha preso scalpi di Jennifer Brady, vincitrice a Lexington, Amanda Anisimova e ora la numero 5 del seeding col punteggio di 6-2 2-6 6-3 in un match perfetto: 43 vincenti e 10 errori, un primo parziale da 0 gratuiti e un bel finale dopo che Sabalenka era tornata prepotentemente nel match e ha avuto sull’1-1 al terzo la palla per andare avanti di un break.
Risultati
[12] E. Mertens b. V. Kudermetova 6-3 6-2
[Q] J. Pegula b. [5] A. Sabalenka 6-2 2-6 6-3
[4] N. Osaka b. [16] D. Yastremska 6-3 6-1
[14] A. Kontaveit b. M. Bouzkova 6-2 6-4
[8] J. Konta b. [Q] V. Zvonareva 6-4 6-1
[15] M. Sakkari b. [3] S. Williams 5-7 7-6(5) 6-1
O. Jabeur b. [Q] C. McHale 6-3 6-0
V. Azarenka b. A. Cornet 6-4 7-5
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