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WTA Lione: a Kenin la maratona contro Van Uytvanck, in finale avrà Friedsam

È giusto che dopo aver commentato in maniera non molto positiva le sue prime uscite a Lione in questa settimana, Sofia Kenin ne venga fuori oggi con la prestazione più bella. Che non vuol dire al livello del suo miglior tennis, quello di Melbourne nello scorso gennaio, ma con un atteggiamento molto diverso rispetto alle partite precedenti e capace di esaltarsi ancora una volta nella lotta punto a punto, prendendosi una vittoria di valore contro Alison Van Uytvanck, grande protagonista di un match conclusosi con tre tie-break.

È abbastanza inusuale per il tennis femminile avere un triplo 7-6, e se non fosse stato per la forza mentale della statunitense probabilmente la belga avrebbe potuto festeggiare una nuova finale in indoor, terreno che le piace particolarmente e dove ha giocato cinque finali negli ultimi due anni e mezzo (che confrontato col bassissimo numero di eventi al chiuso nel circuito vengono pesati in maniera diversa).

Oltretutto Van Uytvanck ha anche realizzato la miglior prestazione al servizio nel circuito femminile del 2020 fin qui, facendo segnare 22 ace che molto probabilmente sono anche il proprio nuovo record personale, esaltandosi in diversi momenti come quando serviva sul 5-6 nel primo set in cui piazzava un servizio vincente e tre ace. Tantissimi punti diretti che però non hanno fruttato quello che la numero 5 del seeding sperava. D’altronde lo dicevamo ieri: una Van Uytvanck che arriva in semifinale in questo genere di tornei ha tutte le carte in regola per essere anche la favorita alla vittoria finale. Oggi ha dimostrato la bontà di questo che poteva sembrare un azzardo con quelle che sono le sue armi, con un gioco in totale progressione, spesso in controbalzo, e buona copertura del campo a cui si è aggiunto un rendimento al servizio strabiliante.

Guardando i numeri di tutta la sua settimana fin qui, Van Uytvanck è andata ben oltre ogni limite: zero ace nella prima partita, uno nella seconda, tre ai quarti di finale. 22 oggi. Kenin però, rispetto ai giorni precedenti, aveva un atteggiamento molto diverso, che ha condizionato il suo tennis rendendolo più libero nei momenti determinanti. Nei giorni precedenti quando doveva servire per chiudere un set era spesso in affanno, col braccio che si bloccava e non c’era fluidità ma tanti pensieri. Oggi ha dato il meglio, come anche la sua avversaria, quando le situazioni cominciavano a pesare tanto. A questo, poi, un istinto più aggressivo che ha fruttato un tie-break iniziale vissuto in comando (malgrado i tentativi di rientro di Van Uytvanck) e un secondo set ripreso dal 2-5 e giocatosi ancora una volta nelle fasi finali dove la belga ha completamente meritato il punto del pareggio. Nel terzo set sono state incollate punto a punto. Kenin ha avuto uno 0-30 sul 2-1 e un 15-40 due game più tardi, ma Van Uytvanck è stata sempre molto concentrata ed efficace nel rientro. Sul 5-5 invece è stata lei ad avere la grande chance: un 15-40 però perfettamente cancellato dalla statunitense, che prendeva rischi e faceva girare il braccio in maniera impeccabile per risalire la china e andare 6-5.

Nell’ultimo tie-break, dal 2-2, Kenin ha preso definitivamente il largo. Domani giocherà la seconda finale della sua stagione, la sesta in carriera (4-1 il bilancio finora) con il sesto tie-break decisivo su altrettanti giocati a tutti i livelli. Contro di lei Anna-Lena Friedsam, tornata a giocarsi un titolo WTA dopo quasi cinque anni dalla finale di Linz 2015 persa contro Anastasia Pavlyuchenkova. Una bella storia la sua, che oggi ha superato 6-3 3-6 6-2 Daria Kasatkina e che ha speso gran parte degli ultimi tre anni a curare infortuni continui tra spalla e schiena, con anche il bisogno di operazioni alla spalla e un calvario che la vede ancora fuori dalle prime 100 del mondo lei che nel 2016 era vicina all’ingresso nelle prime 50.

Risultati

[1] S. Kenin b. [5] A. Van Uytvank 7-6(5) 6-7(2) 7-6(2)
A. L. Friedsam b. [7] D. Kasatkina 6-3 3-6 6-2

Diego Barbiani

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Diego Barbiani

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